SE FOSSI POSTUMO SAREI (BA)RICCO – Vincenzo Trama contro mode e radical chic – Edizioni Il Foglio

SE FOSSI POSTUMO SAREI (BA)RICCO

Pamphlet o romanzo di formazione (letteraria)?

Vincenzo Trama contro mode e radical chic

Iannozzi Giuseppe

Se fossi postumo sarei (ba)ricco - Vincenzo Trama - Edizioni Il Foglio

Pamphlet o romanzo di formazione (letteraria)? Se fossi postumo sarei (ba)ricco di Vincenzo Trama, pubblicato da Edizioni Il Foglio, è fuor di dubbio uno scritto polemico, e questo lo si capisce sin dal titolo.

L’editoria di oggi non è più quella di ieri e nemmeno quella di un secolo fa: nelle librerie imperversano i soliti quattro autori, che qui non nomino per non fare loro pubblicità gratuita.
Qualche secolo or sono Torquato Tasso si disperava, scriveva e doveva stare attento a non dispiacere la Chiesa cattolica per non finire sotto le grinfie dell’Inquisizione: «Qui va pur intorno questo benedetto romore de la proibizione d’infiniti poeti: vorrei sapere se ve n’è cosa alcuna di vero». Oggi gli scrittori scrivono e scrivono e scrivono, però i loro lavoretti sono così pallidi e anemici che, poco ma sicuro, non rischiano mai di diventare invisi a qualcuno d’importante e men che meno al pubblico, comunque non a quel bacino di pubblico che giorno dopo giorno si fa sempre più plaudente e scimmiesco quando si tratta di leggere cliché ripetuti all’infinito. Vincenzo Trama non è per gli stereotipi, non cita Alda Merini per darla in pasto a Facebook – come tanti invece fanno pur non avendo mai letto le sue opere per intero -, e nemmeno gli garbano quegli scrittori che si arricchiscono lasciando che siano dei negri dumasiàni a scrivere per loro boiate subito spacciate per letteratura.

Se fossi postumo sarei (ba)ricco è ambientato a Milano: due ragazzi non più troppo ragazzi si incontrano e diventano amici. Uno ha già pubblicato uno o due libri, ma lui stesso non ne è entusiasta, l’altro invece è stato appena mollato da una stronza e tiene il blocco dello scrittore pur non avendo ancora scritto un emerito cazzo. Mombu e l’aspirante scrittore frequentano il bar (di) Mario, parlano di libri e di autori, e si incazzano dando luogo a più di una Avvelenata in stile gucciniano o quasi. Mombu ne ha per tutti: ha pochi idoli che di tanto in tanto tira giù dal piedistallo dove li ha posti, mentre per chi scrive al volo romanzetti rosa e gialli pallidi pallidi (camillereschi) dimostra subito, punto per punto, tutta la loro impotenza, non di rado andando incontro all’ira dei frequentatori del bar. Mario, il proprietario del bar, pulisce sempre il bancone e non solo, ma gli stracci che usa, chissà perché, non si insozzano mai. E’ un tipo strano assai questo Mario, per certi versi somiglia un po’ tanto a quel Mario cantato da un rocker di Correggio di cui non ricordo il nome; sia come sia, con il suo favellare Mombu produce non poche piogge di rabbia e qualche voodoo, che però servono a ben poco!

I due amici cercano una Musa ché questa è la necessita per ogni scrittore che si rispetti! Ma sarà poi vero che per scrivere uno ha bisogno di una Musa, cioè di una scusa? I due si recano anche alla Fiera del libro di Pisa, scoprendo (con poca o nulla sorpresa, almeno per Mombu) che tutti i libri fanno schifo così come fa schifo il premio Strega, che viene sempre assegnato a un autore ben immanicato con quelli di Mondazzoli. Forse la verità è una e una sola: per essere qualcuno bisogna essere (diventare) postumi, ma anche questa verità è da mettere in serio dubbio ché gli scrittori non sono degli eroi della musica metal e nemmeno dei troubadour o dei cantautori. Una cosa è certa: Baricco c’è, detta legge, impone mode letterarie, etc. etc. Questo però non significa che quando Baricco, a cento e passa anni, tirerà le cuoia, di lui dopo rimarrà qualche cosa che i posteri apprezzeranno.
L’unica possibilità per uno scrittore di talento è quella di incontrare un piccolo editore serio, folle o sociopatico che dir si voglia, e pubblicare, lasciando da parte smanie di protagonismo e di audience a tutti i costi. E’ questo il messaggio, neanche troppo fra le righe, che Vincenzo Trama lascia a tutto vantaggio di chi un po’ di talento nella scrittura ce l’ha? C’è un solo modo per scoprirlo, leggere Se fossi postumo sarei (ba)ricco, che è allo stesso tempo romanzo e pamphlet, un lavoro onesto che non strizza l’occhio a nessun radical chic in erba o no.

Va da sé che questa recensione Vincenzo Trama non la leggerà mai: su Facebook l’autore non c’è e non frequenta i social network, così mi risulta. E quand’anche qualcuno gli segnalasse queste mie righe, se ne impiperebbe alla grande. Bravo.

Se fossi postumo sarei (Ba)ricco – Vincenzo TramaEdizioni Il Foglio – Collana: Narrativa – Prima edizione: 2017 – Pagine: 165 – Isbn: 9788876066627 – Prezzo: 12 Euro

Informazioni su Iannozzi Giuseppe

Iannozzi Giuseppe - giornalista, scrittore, critico letterario - racconti, poesie, recensioni, servizi editoriali. PUBBLICAZIONI; Il male peggiore. (Edizioni Il Foglio, 2017) Donne e parole (Edizioni il Foglio, 2017) Bukowski, racconta (Edizioni il Foglio, 2016) La lebbra (Edizioni Il Foglio, 2014) La cattiva strada (Cicorivolta, 2014) L'ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta, 2013) Angeli caduti (Cicorivolta, 2012)
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2 risposte a SE FOSSI POSTUMO SAREI (BA)RICCO – Vincenzo Trama contro mode e radical chic – Edizioni Il Foglio

  1. Vincenzo Trama ha detto:

    E invece, Caro Iannozzi, la recensione l’ho letta. Molto bella, quasi quasi mi convinci che la narrativa serva ancora a qualcosa (oltre che a intrattenere, s’intende!)

    V.Trama

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  2. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Ciao caro Vincenzo, allora non sei tale e quale a Mombu che se lo cerchi in rete di lui non una traccia una. 😉 Su un canale almeno ci sei. Ma non facciamolo sapere troppo in giro. 🙂

    La narrativa credo che ancora serva, anche se per pochi irriducibili lettori. Il tuo “Se fossi postumo fossi (ba)ricco” mi ha fatto divertire e non poco. Quello che non ho detto nella recensione è che i tuoi personaggi assomigliano un po’ a una piccola armata Brancaleone; ma quand’anche fosse così, loro almeno combattono per qualcosa in cui credono sul serio, e non è poco davvero in un panorama editoriale sempre più invaso da parassiti senza ideali né anima.

    E’ il tuo lavoro che non posso non consigliare e non solo a chi di solito legge, è difatti un lavoro che tutti gli aspiranti scrittori dovrebbero leggere prima di prendere la penna in mano e pensare di pubblicare.

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