Hermann Hesse – da “Il male peggiore” di Giuseppe Iannozzi – Edizioni Il Foglio

Hermann Hesse

da “Il male peggiore” di Giuseppe Iannozzi

Hermann Hessse - disegno a matita, punta morbida - di Iannozzi Giuseppe

[…] Finito che ebbe di leggere, Hermann lasciò cadere la stilografica sui fogli appena vergati. Di certo non era il suo racconto migliore, però ogni parola gli pareva rilucesse d’una spiritualità che nel mondo si era persa da tempo.
Si alzò dallo scrittoio, accusando subito una forte stanchezza. Intuiva che presto il suo spirito sarebbe volato alto. Non glielo avevano detto che era vicina la fine, però lui lo sapeva lo stesso. Trasfusioni di sangue e iniezioni gli avevano forse allungato un po’ l’esistenza, e, a conti fatti, non era stata brutta la sua vita. Sospirò. «Diventare un uomo è un’arte», ricordò a sé stesso con un filo di voce, facendo sua, ancora una volta, la lezione di Novalis. […]

Il male peggiore - Giuseppe Iannozzi - Edizioni Il Foglio

L’autore:

Giuseppe IannozziIannozzi Giuseppe: (Torino, 1972) è scrittore, giornalista, critico letterario e blogger. È autore dei romanzi Angeli caduti (Cicorivolta edizioni, 2012), L’ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta edizioni, 2013), La cattiva strada (Cicorivolta edizioni, 2014), La lebbra (Edizioni Il Foglio, 2013). Nel 2016 ha curato e tradotto gli apocrifi bukowskiani Bukowski, racconta! (Edizioni Il Foglio, 2016); nel 2017 ha pubblicato la sua prima antologia poetica, Donne e parole. Sulle orme di Leonard Cohen (Edizioni Il Foglio). Ha inoltre scritto introduzioni e critiche per diversi autori. Attualmente collabora con diverse testate online e non.

Rassegna stampa e altre info:

“Il male peggiore” e “La lebbra” (Edizioni Il Foglio) – Due romanzi di Giuseppe Iannozzi – Disponibili su tutte le librerie online

Il male peggiore. Storie di scrittori e di donne – Giuseppe Iannozzi – Il parere di critici, scrittori, lettori

Il male peggiore - Iannozzi Giuseppe - Edizioni il Foglio

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  • Titolo del Libro: Il male peggiore. Storie di scrittori e di donne
  • Autore :  Giuseppe Iannozzi
  • Editore: Ass. Culturale Il Foglio
  • Collana: Narrativa
  • Genere: letteratura italiana
  • Pagine: 340
  • ISBN-10: 8876067167
  • ISBN-13:  9788876067167
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Giuseppe Iannozzi, “I baci di Dio” – Su “Le Muse”, Anno XXII, ottobre 2022 la recensione critica alle mie poesie

Giuseppe Iannozzi – I baci di Dio

LE MUSE, Anno XXII, ottobre 2022

recensione critica di Raffaele Piazza

Sul Bimestrale di Arte e Cultura “Le Muse”, ottobre 2022, Raffaele Piazza recensisce le mie poesie “I baci di Dio” (pag. 40). Grazie infinite a Maria Teresa Liuzzo e a tutta la Redazione de “Le Muse”.

Giuseppe Iannozzi

Giuseppe Iannozzi - I baci di Dio - LE MUSE - critica di Raffaele Piazza

Il pdf della recensione

Giuseppe Iannozzi – I baci di Dio – LE MUSE – critica di Raffaele Piazza

LE-MUSE - Anno XXII -ottobre-2022

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Le mie recensioni su Rai Cultura – Letteratura

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Iannozzi Giuseppe

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La vita davanti a sé – Romain Gary – Traduttore: Giovanni Bogliolo – Neri Pozza

La vita davanti a sé – Romain Gary

Traduttore: Giovanni Bogliolo

Neri Pozza

La vita davanti a sé -Romain Gary - Neri Pozza

Il pomeriggio del 3 dicembre del 1980, Romain Gary si recò da Charvet, in place Vendôme a Parigi, e acquistò una vestaglia di seta rossa. Aveva deciso di ammazzarsi con un colpo di pistola alla testa e, per delicatezza verso il prossimo, aveva pensato di indossare una vestaglia di quel colore perché il sangue non si notasse troppo.
Nella sua casa di rue du Bac sistemò tutto con cura, gli oggetti personali, la pistola, la vestaglia. Poi prese un biglietto e vi scrisse: «Nessun rapporto con Jean Seberg. I patiti dei cuori infranti sono pregati di rivolgersi altrove». L’anno prima Jean Seberg, la sua ex moglie, l’attrice americana, l’adolescente triste di Bonjour tristesse, era stata trovata nuda, sbronza e morta dentro una macchina. Aveva 40 anni. Si erano sposati nel 1962, 24 anni lei, il doppio lui.
Il colpo di pistola con cui Romain Gary si uccise la notte del 3 dicembre 1980 fece scalpore nella società letteraria parigina, ma non giunse completamente inaspettato. Eroe di guerra, diplomatico, viaggiatore, cineasta, tombeur de femmes, vincitore di un Goncourt, Gary era considerato un sopravvissuto, un romanziere a fine corsa, senza più nulla da dire.
Pochi mesi dopo la sua morte, il colpo di scena. Con la pubblicazione postuma di Vie et mort d’Emile Ajar, si seppe che Emile Ajar, il romanziere più promettente degli anni Settanta, il vincitore, cinque anni prima, del Goncourt con La vita davanti a sé, l’inventore di un gergo da banlieu e da emigrazione, il cantore di quella Francia multietnica che cominciava a cambiare il volto di Parigi, altri non era che Romain Gary.
A trent’anni di distanza dalla sua prima edizione, la Biblioteca Neri Pozza pubblica questo capolavoro della letteratura francese contemporanea. «Venti anni prima di Pennac e degli scrittori dell’immigrazione araba, ecco la storia di Momo, ragazzino arabo nella banlieu di Belleville, figlio di nessuno, accudito da una vecchia prostituta ebrea, Madame Rosa» (Stenio Solinas).
È la storia di un amore materno in un condominio della periferia francese dove non contano i legami di sangue e le tragedie della storia svaniscono davanti alla vita, al semplice desiderio e alla gioia di vivere. Un romanzo toccato dalla grazia, in cui l’esistenza è vista e raccontata con l’innocenza di un bambino, per il quale le puttane sono «gente che si difende con il proprio culo», e «gli incubi sogni quando invecchiano».

Romain Gary Romain Gary (Pseudonimo di Romain Kacev) nacque nel 1914. Lituano di nascita, nel 1928 si trasferì a Parigi. A trent’anni, Gary è un eroe di guerra (gli viene conferita la Legion d’honneur) e scrive il suo primo romanzo, Formiche a Stalingrado (1945), ispirato alla resistenza polacca contro i tedeschi, e che Sartre giudica il miglior testo sulla resistenza; comincia a lavorare come diplomatico per la Francia. Nel 1956 vince il Gouncourt con Le radici del cielo, ambientato in Africa, sulla lotta generosa di pochi volonterosi contro la decimazione degli elefanti, cui seguono, tra gli altri: La promessa dell’alba (1959), dedicato alla memoria della madre; Cane bianco (1970), di contenuto antirazzista; La vita davanti a sé (con lo pseudonimo di Émile Ajar, 1975, Premio Goncourt); Gli aquiloni (1980).
Fu il marito della scrittrice Lesley Blanch e dell’attrice americana Jean Seberg, dalla quale divorziò. Poco più di un anno dopo il suicidio di questa (settembre 1979, per ingestione di barbiturici), si diede la morte nella sua casa a Parigi. In Italia i suoi romanzi sono pubblicati da Neri Pozza.

La vita davanti a séRomain Gary – Traduttore: Giovanni Bogliolo – Neri Pozza – Collana: Fuori Collana – Pagine: 214 p., Rilegato -ISBN: 9788854508347 – Prezzo di copertina: 9,90 €

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Judas Priest – Diamonds and Rust (Live At The Seminole Hard Rock Arena)

Judas Priest – Diamonds and Rust (Live At The Seminole Hard Rock Arena)

Judas Priest / Rob Halford - screenshot

https://www.youtube.com/watch?v=_DkpO9UEA3Q

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Belinda Carlisle – Big Big Love

Belinda Carlisle – Big Big Love

Belinda Carlisle

Belinda Carlisle – Big Big Love

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Elogio dell’Ebraismo. Le radici di un’identità e il dialogo con il futuro – Raffaele Mantegazza – Fefè Editore

Elogio dell’Ebraismo. Le radici di un’identità e il dialogo con il futuro – Raffaele Mantegazza

Fefè Editore

Elogio dell'Ebraismo - Raffaele Mantegazza - Fefè Editore

 

Quali le radici della “strana” miscela di religione, ritualità, cultura, fede, speranza, arte, letteratura che fanno l’identità del popolo ebraico? Come ha fatto un popolo che sottolinea l’importanza di un’identità “biologica” a generare pensieri di tale universalità, di tale apertura a tutto l’umano? Ribadire la particolarità dell’identità ebraica o lasciarsi contaminare dalle culture dei popoli con cui gli ebrei sono da sempre venuti in contatto? Quanto del pensiero ebraico è comprensibile da un non ebreo? E quanto anche il non capire sia un capire

Io sono un goy. Un goy è un “gentile”, ovvero una persona che non appartiene al popolo di Israele. Un non ebreo. Il che significa che mia madre non è ebrea, dal momento che l’appartenenza al popolo ebraico è matrilineare [..] Quello che è certo è che il mio immenso amore per l’ebraismo non nasce da riti famigliari né da appartenenze religiose né da pedagogie incontrate da bambino. L’ebraismo mi è venuto incontro prima di tutto con il volto dei libri di Primo Levi e di Elie Wiesel; l’ho incontrato, tenace e resistente, al fondo del progetto che lo voleva cancellare dalla faccia della Terra. Ho allora voluto iniziare un percorso di conoscenza, attraverso gli studi e le letture, due viaggi a Gerusalemme, l’apprendimento dell’ebraico biblico e soprattutto la frequentazione del TaNaK, la Bibbia ebraica […] Non posso dire quali emozioni contrastanti mi regala sempre l’ebraismo. […] Oggi mi è stato chiesto di scrivere un elogio dell’ebraismo.Ovviamente non si tratta di una storia, di una teologia o di una filosofia del pensiero ebraico (“non eran da ciò le proprie penne”), ma solamente di alcune riflessioni attorno a nuclei di pensiero che l’ebraismo ha incistato su di me, in particolare sulla mia sensibilità educativa e sulla mia passione pedagogica.

RAFFAELE MANTEGAZZA – Vive e lavora a Milano. Professore di Scienze umane e pedagogiche al Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano Bicocca. Saggista per FrancoAngeli, Castelvecchi, Dehoniane, Fefè. Tra le sue ricerche: la lettura pedagogica della Bibbia; indagini pedagogiche sui confini della vita, nascita, morte, suicidio; la pedagogia e la Shoah.

Elogio dell’EbraismoRaffaele MantegazzaFefè Editore – Prima edizione: marzo 2023 – Pagine: 140 – ISBN: 9788894947700 – Prezzo di copertina: 15,00 €

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Sacro inferiore

Sacro inferiore

di Giuseppe Iannozzi

Irish Goat - photo by Steve Ford Elliott - Source: Wikipedia

Irish Goat – photo by Steve Ford Elliott – Source: Wikipedia

I.

Sacro
lo spazio che c’è
in mezzo alle terga.

(c) Ovviamente i diritti sono riservati.

II.

Sacro è che se ti viene la follicolite
l’universo esplode subito in una risata.

III.

Sacro è il mio sudore
e come un kleenex l’ha asciugato.

IV.

Sacra
più della deiezione notturna
è svegliarsi
senza malattia emorroidale.

V.

Sacra la ricetta dell’aria fritta,
ma di più la gallina che cova l’ovo.

VI.

Sacro il becchino
che in silenzio
si scava la fossa
bene in profondità.

VII.

Sacro il mio
io inferiore!

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John Keats – Opere. Testo inglese a fronte – Traduttore: Roberto Deidier, Viola Papetti, Nadia Fusini – A cura di: Nadia Fusini – Meridiani Mondadori

John Keats – Opere. Testo inglese a fronte – Traduttore: Roberto Deidier, Viola Papetti, Nadia Fusini – A cura di: Nadia Fusini – Meridiani Mondadori

Mondadori

Keats - Opere - Meridiani Mondadori

Più di Byron e Shelley, Keats rappresenta l’alto ideale dello spirito romantico che si incarna, con energia inesausta, non solo nell’intero corpus delle sue poesia, ma anche nelle numerose lettere rivolte ora ai familiari, ora ad amici editori, intellettuali e poeti. Definito con sprezzo agli esordi poeta “cockney”, volgare, e mai del tutto apprezzato fino al momento della morte precoce, Keats ha profuso in poesia una capacità naturale di immaginazione, riflettendo con tutta la sua persona sul senso della poesia, tra affanni e momenti di più breve esaltazione. Arricchito dalla profonda e partecipata curatela di Nadia Fusini, il Meridiano offre al lettore tutte le poesie dell’autore nella nuova versione poetica di Roberto Deidier, che affianca le già note traduzioni di Viola Papetti dei grandi poemi Endymion e Hyperion, e del capolavoro «Sleep and Poetry», di grande impatto musicale e sensoriale. Completa l’opera la più ampia selezione di lettere ad oggi pubblicata in Italia, scelta e tradotta da Nadia Fusini che traduce anche le prove teatrali dell’autore.

Il suono dell’essere. Cronologia. Nota dell’editore. Tutte le poesie. Lettere. Altri scritti. Note di commento alle poesie. Bibliografia. Indici dei titoli e dei capoversi.

John Keats – Poeta inglese, fra i massimi esponenti del romanticismo.
Nato a Londra, John Keats dedicò la sua breve esistenza al perfezionamento di una poesia segnata da immaginazione vivida, forte sensualità e il costante tentativo di esprimere una filosofia attraverso miti e leggende classiche. Nel 1818 intraprese un viaggio fra i laghi in seguito al quale contrasse una forma particolarmente virulenta di tubercolosi. I medici gli consigliarono senz’altro di cambiare aria, e il poeta prese la decisione di trasferirsi a Roma.
Questa fu una città che amò moltissimo, e che sarebbe stata la sua ultima dimora.
Keats morì infatti per i postumi della sua malattia alla giovanissima età di venticinque anni.
Oggi è unanimemente considerato uno dei più grandi poeti del romanticismo inglese. Alcune fra le sue opere, le odi soprattutto, gli hanno garantito la fama imperitura che gli è stata negata in vita.

Sommario

Il suono dell’essere di Nadia Fusini
Cronologia
Nota dell’Editore

Tutte le poesie – Traduzione di Roberto Deidier, Nadia Fusini e Viola Papetti
Lettere – Traduzione di Nadia Fusini
Altri scritti – Traduzione di Nadia Fusini

Note di commento alle poesie
Bibliografia
Indici dei titoli e dei capoversi

John Keats – Opere. Testo inglese a fronte – Traduttore: Roberto Deidier, Viola Papetti, Nadia Fusini – A cura di: Nadia Fusini – Introduzione di: Nadia Fusini – Meridiani Mondadori – Pagine: CCXXII-1477 p., Rilegato – ISBN: 9788804688532 – Prezzo di copertina: 80,00 €

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Premonizioni. Punti di contatto tra umano e divino nell’antichità – Riccardo Ferrazzi – Oligo editore

Riccardo Ferrazzi / Premonizioni. Punti di contatto tra umano e divino nell’antichità

Oligo editore

Premonizioni. Punti di contatto tra umano e divino nell’antichità - Riccardo Ferrazzi - Oligo editore

Sogni, premonizioni e visioni dall’antichità al Cinquecento

Alessandro Magno, Giulio Cesare, Mosè, Gesù e, ancora, Costantino. Cosa hanno in comune? Hanno avuto delle premonizioni. Con sogni e visioni hanno intravisto porzioni di futuro. In questo breve saggio si parlerà di oracoli antichi (caldei, etruschi, greci e romani), ma anche di personaggi storici, uomini illustri e fondatori di grandi religioni, per provare a capire in cosa credessero le società che ci hanno preceduto.

«Gli antichi ritenevano che il destino di ogni uomo fosse scritto nella totalità della Natura in un modo inattingibile alla ragione dialettica; dunque, per squarciare il velo del futuro, bisognava collocarsi al di là della ragione. E per questo motivo sibille e indovini procuravano di raggiungere uno stato di “furore profetico”, naturale o indotto. Non è un’idea soltanto greca: i profeti ebrei asserivano di parlare invasati, al punto da essere niente più che una bocca attraverso la quale parlava Dio. Nella tradizione slava i veggenti sono persone mentalmente disturbate che, quando non profetano, sono considerate gli “scemi del villaggio”. In Siberia e fra i nativi americani gli sciamani erano (e sono, infatti ne esistono ancora) ritenuti come minimo degli originali. Una caratteristica comune ai profeti e veggenti di tutte le latitudini era che fossero un po’ folli o posseduti da uno spirito o almeno che avessero visioni durante il sonno. La comunicazione privilegiata dell’indovino con la Natura prendeva le mosse dalla convinzione che il cosmo non fosse governato dal caso, ma dal fato. Per i veggenti il futuro non è casuale e imprevedibile come il lancio dei dadi, ma discende da una ferrea logica trascendente. E siccome la logica del fato va ben oltre la ragione umana, per conoscere il futuro le sibille non cercavano di interpretare dei segni ma, al contrario, facevano tacere la ragione per entrare in sintonia con la Natura».

Riccardo Ferrazzi ha esordito con Il tempo, probabilmente (Literalia) che conteneva due racconti di Raul Montanari e due suoi. Ha tradotto numerosi libri dallo spagnolo insieme a Marino Magliani. Tra le opere recenti ricordiamo N.B. Un teppista di successo (Arkadia) e Il Caravaggio scomparso (Golem).

Premonizioni. Punti di contatto tra umano e divino nell’antichitàRiccardo FerrazziOligo editore – Collana: Piccola Biblioteca Oligo – Prima edizione: gennaio 2023 – Pagine: 60 – ISBN: 979-1281000117 – Prezzo di copertina: 13,00 e

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Woman – John Lennon

Woman – John Lennon

Yoko Ono und John Lennon

Yoko Ono und John Lennon – Fonte: Wikipedia

https://www.youtube.com/watch?v=ZhfWiU8wGCc

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La giostra dei pellicani – Ernesto Berretti – Watson edizioni

La giostra dei pellicani

Ernesto Berretti

Watson edizioni

La giostra dei pellicani - Ernesto Berretti - Watson edizioni

SINOSSI

Sicilia

Burgio, 1946

Il capostazione Angelo Nucella assiste per caso all’uccisione della cognata Masina, colpita nell’agguato al candidato sindaco delle prime elezioni del dopoguerra. L’allontanamento è l’unica via per proteggere la famiglia.

Aspromonte, 1958

Michele Cittarà è un capobastone e vuole uccidere il sindacalista “Stalin”. Per questo, sotto ricatto, costringe all’azione ‘u Zzoppu, Pino, il maggiore dei figli di Nucella.
Sul posto dell’omicidio, però, il complice Milòrdu fredda due carabinieri in pattuglia, esponendo la ‘ndrina a controlli e arresti.
Duccio, il più piccolo della famiglia Nucella, diventerà il capro espiatorio della strage.
Il giornalista Biagio Munzone è un uomo concreto e disposto a tutto per scoprire la verità, ma Cittarà, forte del suo potere, non può permettere che i giornali arrivino a conclusioni avverse.
Per questo, Munzone lascia la Calabria.

Anni dopo, il giornalista riceve una missiva firmata da Un pellicano. L’assassino del sindacalista è ancora libero e in carcere c’è solo un uomo innocente.
La verità deve uscir fuori e per questo, nel 1998, Munzone si rimette a lavoro per salvare Duccio e redimere il nome della sua famiglia.

Ernesto Berretti

Ernesto Berretti è nato a Catania nel 1968.
Da maggio a dicembre del ’95 con la Guardia di Finanza è stato Basco blu nella UEO Danube Mission, a Calafat. L’operazione di polizia doganale fu istituita per favorire la pacificazione nei territori dell’ex Jugoslavia, con l’incessante controllo del traffico fluviale sul Danubio in attuazione dell’embargo disposto dall’ONU.
Alcuni suoi racconti completano raccolte edite da case editrici, enti pubblici e associazioni culturali. Oggi vive e lavora a Civitavecchia e, per giocare sulla routine familiare ha pubblicato l’e-book “Marie’, se stanotte russo…”.
Ha pubblicato “Non ne sapevo niente. Serbia 1995 Danube Mission, le rivelazioni di un Basco Blu” (Oltre edizioni, 2018) e “La giostra dei pellicani” (Watson edizioni, 2022).

La giostra dei pellicaniErnesto Berretti – Watson edizioni – Collana: Ombre – Prima edizione: dicembre 2022 – Pagine: 238 – Prezzo di copertina: 16,00 €

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Leonard Cohen – Ain’t No Cure For Love (Live in London)

Leonard Cohen – Ain’t No Cure For Love

(Live in London)

Leonard Cohen - screenshot

Leonard Cohen – Ain’t No Cure For Love (Live in London)

https://www.youtube.com/watch?v=gM7vULqs31Q

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Quanta bella femminilità

Quanta bella femminilità

di Giuseppe Iannozzi

Albert Aublet - Selene - Fonte: Wikipedia

Albert Auble -Selene – Fonte: Wikipedia

Mia Dea,
quanta bella femminilità
nelle attenzioni che ogni dì mi doni,
vita che dall’alba al tramonto
faccio mia

Mia Dea,
è la notte appena iniziata,
e piena è la Risplendente che ci bagna
con una speciale luce azzurra

Senti anche tu quel che sento io?
Benedice Selene la nostra relazione,
e inizio io a stuzzicarti;
le nude tue spalle, in religioso silenzio, bacio
perché possa l’orecchio mio sentire
l’ansimo che il petto ti gonfia di desiderio

E finalmente cerca la tua bocca
il flauto mio

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La letteratura non salva nessuno

La letteratura non salva nessuno

di Giuseppe Iannozzi

scrittore

Scrivere è arte quando ci si impegna a riscrivere tagliando e limando lo scritto; talvolta potrebbe essere necessario aggiungere dei particolari. A scrivere di getto sono buoni tutti, o quasi. Limare un lavoro è invece un’arte difficile che richiede tanta pazienza e disciplina. Scrivere di getto una storia è cosa che viene facile: ma quanti e quanti errori si scoprono poi! Correggere gli errori, non solo quelli legati alla forma, allo stile, alla grammatica, è lavoro ben più duro e complicato di quello di gettare giù una storia. Perché si possa dare alle stampe un buon romanzo, questo ha da essere scritto e riscritto, anche venti o trenta volte se necessario.

Buona cosa è lasciare riposare ciò che si è scritto e rivederlo dopo un po’ di tempo; solo così possiamo (forse) notare tanti errori, non solo grammaticali. Le cadute di tono, le banalità, la ripetitività, la superficialità sono orrori ben più gravi di certi errori grammaticali – che poi, a dirla tutta, la grammatica cambia dall’oggi al domani, o quasi.
In letteratura, chiaramente, la perfezione non esiste ed è un bene che sia così, altrimenti la scrittura non sarebbe più una forma d’arte. A ogni modo, ognuno di noi dovrebbe imparare a conoscere i propri limiti. Il talento, poi, uno o ce l’ha o non ce l’ha, e nessuna scuola di scrittura potrà mai regalarlo a chi non ce l’ha.

Io pretendo il meglio, vero, ma sono consapevole che ho dei limiti, per cui non penso assolutamente di essere un novello Manzoni o un poeta. Il problema è che non sono pochi quelli che pensano di essere migliori di Dante, ad esempio. E guai a dir loro che sono delle mezze calzette.

I refusi, oggi come oggi, sono presenti nella maggior parte dei libri stampati. Chissà perché! Comunque, i refusi li riconosci e puoi anche far finta di non averli visti; è invece impossibile chiudere un occhio quando ti trovi di fronte a una storia banalissima o scritta bene ma a tavolino. È di gran lunga preferibile uno scrittore passionale a uno che scrive benissimo ma con una freddezza spropositata, che non lascia al lettore nessuna genuina emozione.

A mero titolo di provocazione? Forse che sì, forse che no. Ieri credevo che i libri potessero allontanare, almeno momentaneamente, la solitudine; m’illudevo persino che la Letteratura avesse chissà quale ruolo salvifico. Oggi credo che scrivere e leggere siano un vizio, un po’ come fumare.

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Francesco Permunian – Stradario sentimentale del Lago di Garda e del monte Baldo – Fotografie di Pino Mongiello – Oligo Editore – In libreria il 26 marzo

Francesco Permunian – Stradario sentimentale del Lago di Garda e del monte Baldo – Fotografie di Pino Mongiello

Francesco Permunian - Stradario sentimentale del lago di Garda e del monte Baldo - Fotografie di Pino Mongiello - Oligo editore

Con la collaborazione di Fabio Coltri – Prefazione di Andrea Caterini

In libreria il 26 marzo per OLIGO EDITORE

Lo sguardo di Permunian (Premio Dessì 2019) sul paesaggio gardesano

Stradario sentimentale illustra e racconta il viaggio compiuto da due amici – Pino Mongiello e Francesco Permunian – i quali, nel corso degli ultimi tre anni, hanno più volte vagabondato lungo i percorsi e i sentieri meno battuti del lago di Garda e del monte Baldo, attardandosi equamente a descrivere e a fotografare sia le colline gardesane che le pendici montebaldine: con delle chiare e forse inevitabili preferenze, quali la strada di San Michele sul versante bresciano e la strada che dalla piana di Caprino Veronese sale fino a Lumini, una frazione di San Zeno di Montagna nella cui scuola elementare prestò servizio, nel corso degli anni Trenta, una giovane maestra di nome Ada Sandri.

Pur stanco e sfinito a furia di leggere e rileggere questi miei appunti di “viaggio” – è dall’estate scorsa che m’intasano la scrivania – ciò nonostante io mi ostino a riesaminare ancora questo breve Stradario, il quale, malgrado tutti gli sforzi per renderlo meno rapsodico e più razionale, non muta granché la sua natura intimamente svagata e frammentaria.  E quindi oltremodo indigesta, va da sé, ai comuni lettori delle comuni guide turistiche. Trattandosi in questo caso non di un’ordinaria guida in stile Touring Club, bensì di una singolare mappa sentimentale allestita dal sottoscritto lungo le sponde del lago di Garda e sulle pendici del monte Baldo. Da quel consumato (e ormai disincantato) flâneur che m’illudo di essere, nel corso di tali vagabondaggi ho, ovviamente, le mie mete preferite. I miei angoli segreti.  I miei luoghi dell’anima, per così dire, i quali cambiano e variano a seconda delle stagioni. O meglio, a seconda di quanto io stia rimuginando in quel determinato momento, dato che ogni angolo del Garda e del Baldo corrisponde nella mia mente a uno spunto narrativo.  Tutto insomma mi ispira in tale ambiente naturale, in cui io vivo e scrivo da più di quarant’anni. E dal quale peraltro non ho alcuna intenzione di andarmene, visto e considerato che qualunque distacco dalla mia quotidiana “ronda stradale” mi crea soltanto un senso di spaesamento misto a disagio e irritazione

FRANCESCO PERMUNIAN (Cavarzere, 1951) vive a Desenzano sul lago di Garda. Tra i suoi libri ricordiamo: Cronaca di un servo felice (Meridiano Zero 1999), Nel paese delle ceneri (Rizzoli 2003), Ultima favola (Il Saggiatore 2015), Costellazioni del crepuscolo (Il Saggiatore 2017), Sillabario dell’amor crudele (Chiarelettere 2019, Premio Dessì), Il rapido lembo del ridicolo (Italo Svevo 2021) e Per Ponte alle grazie Giorni di collera e di annientamento (2021) ed Elogio dell’aberrazione (2022). Delle sue opere hanno scritto, tra gli altri, Andrea Cortellessa, Andrea Caterini Giulio Ferroni, Salvatore Silvano Nigro, Ermanno Paccagnini. Compare tra i Solitari di Davide Bregola (Oligo 2021).

PINO MONGIELLO (Salò, 1944), cultore di storia benacense, è dedito alla fotografia di paesaggio e di ritratto. Di lui hanno scritto, tra gli altri, Arturo Carlo Quintavalle, Claudio Cerritelli, Nino Dolfo. Ha ricoperto le seguenti cariche: Sindaco di Salò (1989 – 1994); Presidente Comunità del Garda (1999-2004); Presidente Ateneo di Salò (2000- 2015). Nel 1980 ha dato vita col pittore Attilio Forgioli e col critico Flaminio Gualdoni, alla Civica Raccolta del Disegno di Salò (che collezione opere su carta di artisti del Novecento.

Francesco PermunianStradario sentimentale del Lago di Garda e del monte Baldo – Fotografie di Pino Mongiello – Con la collaborazione di Fabio Coltri – Prefazione di Andrea Caterini- Oligo editore – Collana: Piccola biblioteca Oligo – Prima edizione: marzo 2023 – Pagine: 76 – ISBN: 9791281000315 – Prezzo di copertina: 15,00 €

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Le otto montagne – Paolo Cognetti – Einaudi, Super ET

Le otto montagne – Paolo Cognetti – Einaudi, Super ET

Le otto montagne - Paolo Cognetti - Einaudi, Super ET

La montagna non è solo neve e dirupi, creste, torrenti, laghi, pascoli. La montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all’altro, silenzio, tempo e misura.
Lo sa bene Paolo Cognetti, che tra una vetta e una baita ambienta questo potentissimo romanzo. Una storia di amicizia tra due ragazzi – e poi due uomini – cosí diversi da assomigliarsi, un viaggio avventuroso e spirituale fatto di fughe e tentativi di ritorno, alla continua ricerca di una strada per riconoscersi.

«Si può dire che abbia cominciato a scrivere questa storia quand’ero bambino, perché è una storia che mi appartiene quanto mi appartengono i miei stessi ricordi. In questi anni, quando mi chiedevano di cosa parla, rispondevo sempre: di due amici e una montagna. Sí, parla proprio di questo».

Paolo Cognetti

Pietro è un ragazzino di città, solitario e un po’ scontroso. La madre lavora in un consultorio di periferia, e farsi carico degli altri è il suo talento. Il padre è un chimico, un uomo ombroso e affascinante, che torna a casa ogni sera dal lavoro carico di rabbia. I genitori di Pietro sono uniti da una passione comune, fondativa: in montagna si sono conosciuti, innamorati, si sono addirittura sposati ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. La montagna li ha uniti da sempre, anche nella tragedia, e l’orizzonte lineare di Milano li riempie ora di rimpianto e nostalgia.
Quando scoprono il paesino di Grana, ai piedi del Monte Rosa, sentono di aver trovato il posto giusto: Pietro trascorrerà tutte le estati in quel luogo «chiuso a monte da creste grigio ferro e a valle da una rupe che ne ostacola l’accesso» ma attraversato da un torrente che lo incanta dal primo momento. E lí, ad aspettarlo, c’è Bruno, capelli biondo canapa e collo bruciato dal sole: ha la sua stessa età ma invece di essere in vacanza si occupa del pascolo delle vacche.
Iniziano cosí estati di esplorazioni e scoperte, tra le case abbandonate, il mulino e i sentieri piú aspri. Sono anche gli anni in cui Pietro inizia a camminare con suo padre, «la cosa piú simile a un’educazione che abbia ricevuto da lui». Perché la montagna è un sapere, un vero e proprio modo di respirare, e sarà il suo lascito piú vero: «Eccola lí, la mia eredità: una parete di roccia, neve, un mucchio di sassi squadrati, un pino». Un’eredità che dopo tanti anni lo riavvicinerà a Bruno.
Paolo Cognetti, uno degli scrittori piú apprezzati dalla critica e amati dai lettori, entra nel catalogo Einaudi con un libro magnetico e adulto, che esplora i rapporti accidentati ma granitici, la possibilità di imparare e la ricerca del nostro posto nel mondo.

COME COMINCIA

Mio padre aveva il suo modo di andare in montagna. Poco incline alla meditazione, tutto caparbietà e spavalderia. Saliva senza dosare le forze, sempre in gara con qualcuno o qualcosa, e dove il sentiero gli pareva lungo tagliava per la linea di massima pendenza. Con lui era vietato fermarsi, vietato lamentarsi per la fame o la fatica o il freddo, ma si poteva cantare una bella canzone, specie sotto il temporale o nella nebbia fitta. E lanciare ululati buttandosi giú per i nevai.
Mia madre, che l’aveva conosciuto da ragazzo, diceva che lui non aspettava nessuno nemmeno allora, tutto preso a inseguire chiunque vedesse piú in alto: perciò occorreva aver buona gamba per rendersi desiderabili ai suoi occhi, e ridendo lasciava intendere di averlo conquistato cosí. Lei piú tardi alle corse cominciò a preferire sedersi nei prati, o immergere i piedi in un torrente, o riconoscere i nomi delle erbe e dei fiori. Anche in vetta le piaceva soprattutto osservare le cime lontane, pensare a quelle della sua giovinezza e ricordare quando c’era stata e con chi, mentre mio padre a quel punto veniva invaso da una specie di delusione, e voleva soltanto tornarsene a casa.
Credo fossero reazioni opposte alla stessa nostalgia.

Paolo Cognetti è nato a Milano nel 1978. Tra i suoi libri: Sofia si veste sempre di nero (minimumfax 2012), Il ragazzo selvatico (Terre di mezzo 2013) e Senza mai arrivare in cima (Einaudi 2018 e 2019). Nel 2021 ha curato L’Antonia su Antonia Pozzi (Ponte alle Grazie). Sempre nel 2021 esce, sia come film-documentario sia in forma di podcast, Paolo Cognetti. Sogni di Grande Nord. Con Le otto montagne (Einaudi 2016 e 2018), che è stato tradotto in oltre 40 paesi e dal quale è stato tratto un film di prossima uscita, ha vinto il Premio Strega, il Prix Médicis étranger e il Grand Prize del Banff. Per Einaudi ha pubblicato anche La felicità del lupo (2021).

ESTRATTO

Le otto montagnePaolo CognettiEinaudi – Collana: Super ET – Pagine: 208 – ISBN: 9788806239831 – Prezzo di copertina: € 13,00

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Grazia Verasani – SOLITUDINI. Uno status del XXI secolo – Oligo Editore

Grazia Verasani

SOLITUDINI

Uno status del XXI secolo

Oligo Editore

Grazia Verasani - Solitudini - Oligo

«Viviamo soli e moriamo soli, tutto il resto è regalo» recita Clint Eastwood. Per Grazia Verasani la solitudine è una condizione fondante la vita umana, e nel XXI secolo lo è ancor di più. Accompagnati da Pavese, Schopenhauer, Ovidio, Gianni Celati, Emily Dickinson, Cioran e Saramago, coglieremo la duplice valenza della solitudine, che per l’artista è strumento del mestiere osservatorio per scrutare le vite altrui e assorbirne le solitudini.

«Per me che scrivo l’isolamento è benedetto»

«Quando leggo non sono mai sola»

Grazia Verasani

Grazia Verasani vive a Bologna. Ha iniziato a scrivere incentivata da Gianni Celati, Roberto Roversi, Tonino Guerra e Stefano Benni. Dal suo noir d’esordio Quo vadis baby? (Mondadori 2004) il regista premio oscar Gabriele Salvatores ha tratto l’omonimo film e prodotto la serie tv Sky. Sono seguiti libri di successo per FeltrinelliGiuntiLa Nave di Teseo Marsilio, che ha pubblicato Come la pioggia sul cellofan (2020) e Non ho molto tempo (2021, memoir dedicato all’amico Ezio Bosso). Tra le opere teatrali segnaliamo From Medea-Maternity Blues (Sironi, film nel 2012 per la regia di Fabrizio Cattani, presentazione alla Mostra del Cinema di Venezia, premio per la miglior sceneggiatura al BIF festival, Nastro d’argento e due Globi d’oro) e tra le collaborazioni TV la sceneggiatura della docufiction Amati Fantasmi (Rai5, 2021).

SOLITUDINI. Uno status del XXI secoloGrazia VerasaniOligo Editore – Collana: Piccola Biblioteca Oligo – Prima edizione: 2023 – Pagine: 60 – ISBN: 9791281000070 – Prezzo: 13,00 €

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