Ho incontrato il tuo sorriso
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SMILE
(Ho incontrato il tuo sorriso)
Ho incontrato ieri il tuo sorriso
Mi chiedevi una poesia,
ma soltanto avevo in tasca
una monetina di stanchezza
Ho visto la delusione
oscurare la tua bellezza
Facendomi forza
ho voluto sapere
perché su due piedi
spezzi agli uomini tu il cuore;
e subito è tornato il sorriso
a illuminarti il viso
Hai oggi incontrato la mia faccia
A muso duro mi hai fatto notare
che di me ride l’ombra ai miei piedi
Non ho potuto far a meno
di spiegarti che la colpa è tua,
soltanto tua, ed hai riso di cuore
QUESTA ROSA
Questa rosa
è per te
anche se non è
bella quanto te
Son le tue gote
più delicate
e tenere dei petali
d’una rosa; e
se poi viene a te
un complimento,
subito sposi timidezza
e la lingua fai tacere,
ma non l’anima
Non l’anima
che subito carezza
quella di chi
ti ha detta bella
CERCO DI CAPIRE QUESTE NUVOLE
Alla memoria di Cinzia
Cerco ancora di far mia la grandezza
che permise a Mosè di divider le acque
Cerco ancora di operare una magia
che dia un senso alla raggiunta libertà;
esser liberi non ci rende immortali
e nemmeno più forti ad affrontare,
dì dopo dì, della vita i tanti perché
Dicono sia risorto il terzo giorno
E qui cade di nuovo la Pasqua:
nuove vite vengono alla luce,
altre si spengono all’improvviso,
senza un perché; la solita storia,
la solita che ci scassina piano l’anima,
la solita che non capiamo appieno mai
Cerco di capire queste nuvole nere
che oggi piangono sul Mar Rosso
E cerco di capire perché, perché
non vieni mai a baciare i sogni miei
con una parola, con una libertà
che mi dica di te, Amica mia
UNA FOGLIA
Alla memoria di Cinzia
Di tanto in tanto
cade una foglia
di triste gioia
nell’autunno dell’età,
quasi a ricordarci
quanta, quanta
la stupidità
che ci ha detti
qui per sempre
LA FINE DEGLI ANGELI
Tutto è finito
Ogni cosa ha perso
valore
Tutti gli angeli
caduti
schiantati
sulla durezza
delle nostre anime
hanno assunto
quella volgarità
che ci tiene in piedi
TYSON
in memoriam
Mi hai trovato, mi hai trovato
Spettinato e privo di difese
il corpo mio scomposto
stava sotto
l’insano sguardo del cielo
Sotto i bigi giorni di novembre
giacevo io
morto
con in gola incastrato l’ultimo miagolio
– spavento infinito
Mi hai cercato
Sotto l’assedio della tristezza
mi hai chiamato
Lungamente mi hai chiamato
Entrato per ultimo nella vita tua
solo cercavo d’essere il primo
il più valoroso
il più amato
Sempre mi regalavano buffetti e coccole
le mani tue snelle
E dalla bocca mia quasi mai un miao
Sulle tue gambe trovavo casa io
ma mai troppo a lungo resistevo
ché mi suggeriva l’istinto di scappare
di tornare fuori
in cerca d’una piccola preda
da regalare a te
Mi hai trovato
Alla fine mi hai trovato
freddo e straziato
là dove amavo correre veloce
in cerca d’una piccola preda
da regalare agli occhi tuoi chiari
Alla fine mi hai trovato
Mi hanno raccolto le tue mani
e senza perder tempo
dignità mi hai restituito
ricomponendo le spoglie mie
Mi hai trovato, mi hai trovato
In un bianco sudario
mi hai avvolto, hai poi pianto
Mi hai trovato, mi hai trovato
Sono stato amato, sono amato
Sono il primo, adesso
VIOLETTA
a Viola
Amici, addio!
Dir non so perché proprio a me
Si fa di nebbia il mondo dattorno
Non ho idea, davvero dir non so
quale mostro mi abbia travolta,
sento però la vita mia scivolar via
Addio, miei cari!
Libera e felice ero,
lungo i bordi dei campi veloce correvo,
e a Dio sorridevo,
con anima solare gli sorridevo
Ma d’improvviso il fato mio,
dolore lancinante mai provato prima;
ansimante rimango,
e in bocca sapor di ferro,
e negli occhi l’immagine brutta
d’un cielo che mi frana addosso
Dove sono adesso gli angeli
che con tutte le mie forze,
nell’età dell’innocenza e non solo,
ho accarezzato e difeso?
All’orecchio un bisbiglio
non mi dice di non temere,
sol m’invita al coraggio,
stringere forte i denti
anche se è tanto il male
che ho da sopportare
Amici, cari miei, vi amo tutti
Prometto, non vi lascerò
Ma qualche volta, di nascosto
o no, piangerò lacrime sottili
Perché questo è il carattere mio
Perché è nel cuor mio di donna
che s’annida la mia vera forza
PADDR E FIGLIA
a Viola
Il sorriso
non lo perdere oggi,
ché quando lo perdi lo perdi
e più non torna indietro.
Se un raggio di sole
– che non credevi –
di sguincio
le tue labbra le sfiora,
non rifiutare il dono
che Natura ti fa
perché sia tua la possibilità
di mettere in luce
la bellezza, quella forza
che nell’anima tua,
in un cantuccio,
riposa.
Se vero è
che sol siam qui
e di passaggio,
non ci manchi
però il coraggio
col sorriso di stordir
gl’idioti a piede libero
che, con sguardo truce,
nella rassegnazione
sconfitti e rassegnati
ci vedrebbero bene.
Le lacrime
dal virginal faccino
presto asciuga;
da lassù qualcuno spia,
spia la bella figlia sua
che in dolori e affanni
or la tenerezza macera;las
spia il Padre la figlia bella
che ieri, da mane a sera,
sempre per lui era
l’òpra sua più sincera,
di benedizione degna.
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