“Orfeo emerso” di Jack Kerouac – di Iannozzi Giuseppe

Orfeo emerso

Jack Kerouac

di Iannozzi Giuseppe

Orfeo emerso“Fra tanti maestri di vita che gli indicavano strade opposte Kerouac si è ucciso cercando di difendere la strada che si era scelta da sé, quella dell’energia vitale, dell’energia creativa, dell’energia espressiva.” (da Yessir, JACK KEROUAC di Fernanda Pivano)

Ciao vecchio giovane Jack. Chissà se puoi sentirmi! Ma c’è una cosa che non riesco a digerire. Una cosa. Il tuo essere un santo, santo della letteratura americana sulla strada, quella percorsa come una esplosione di ragni e mille ragnatele, quella fatta di sbronze & malessere & santità, quella di sapere sempre che si può raggiungere Tutto ma anche Niente con una poesia, con un bacio sputato in fronte alla vita, alla luna, al sole, e riconoscere, alla fine, che tutto è stato leggenda & che eravamo troppo distratti per rendercene conto. Già. Una leggenda. Perché se un uomo è riuscito a guardare con occhio bambino il mondo, quello sei stato tu, Jack. Sapevi ridere. Sapevi piangere. Sapevi scrivere. Chi ti fermava? Nessuno. Un delirio ad ogni frase. E ogni frase era un pezzetto di te che se ne andava nel nero dell’inchiostro. E intanto, forse, pensavi che l’esistenza andava spesa per capire che, in fondo, in fondo, è semplice scrivere, ma più difficile è rendersi conto che più Uno scrive e più Uno si perde per quel Tutto distante da noi che diciamo religione vita strada. Non sapevi dove andare? Ma andavi. Perché. Non c’erano punti di domanda. Solo risposte formulate come eterne domande. Perché diavolo t’è presa la smania di emergere, proprio non saprei dire. Solo l’azzardo si svela come verità. Ma posso credergli? Jack, mi senti? Era il 1922 quando sei nato a Lowell, Massachussetts. Amavi Jack London e sognavi di diventare come lui. Di conoscere il mondo come lui. Dio! L’hai conosciuto il mondo.

Ma la radice del tuo nome, la tua identità, quella dovesti andarla a cercare lontano, nelle visioni di Gerard. Ma Gerard era morto e tu lo seguivi & gli eri fratello nonostante fosse solo ricordo. E mai si è spento, neanche quando la vita se ne volava via dopo l’ennesima ciucca. Ma prima dell’Eterno Addio, il football, la Columbia University, la borsa di studio: sembrava proprio che ci dovesse essere qualcosa di particolare, di bello in serbo per ogni uomo. Al tempo lo credevi ma non ne eri del tutto sicuro. Aspettavi di emergere. Aspettavi Angeli di desolazione & Ginsberg, Burroughs, Cassady, aspettavi Lolite ante litteram & la morbidezza d’abbandonarsi al deliquio, al sogno, al miracolo nascosto nel loro grembo. E Neal Cassady, l’amico fraterno, ti ha iniziato alla poesia e alla letteratura. Tu lo sapevi. Riconoscevi in lui il fantasma di Gerard. E’ stato il Centro, forse quel Tutto a cui anelavi, è stato Sulla Strada con Te, è stato il protagonista assoluto delle Visioni di Cody. Scrivevi sempre, anche quand’eri sbronzo perso, o almeno ci tentati cercando l’orgasmo dell’espressione & poi piangevi come un bambino ed eri un uomo fatto: ti piaceva pensare che stavi dalla parte della leggenda di Duluoz. Una saga, la vita  e 12 romanzi + 1. L’Orfeo. L’Orfeo emerso. Ma tu l’avevi dimenticato perché l’avevi firmato John Kerouac. E il blues, 242 per il Messico, tu immaginato come sassofonista & fu jazz-poesia insieme a  Kenneth Patchen, Kenneth Rexroth e Lawrence Ferlinghetti. Il blues, la tristezza, quella non riuscisti mai a levartela di torno. La volevi accanto a te come la più tenera e crudele delle amanti, come una favola nera da masticare fra i denti quando l’alcol non riusciva più ad anestetizzare il tuo Io. Ti rimaneva la tristezza da masticare, poca cosa ma pur sempre meglio di niente.
E poi la West Coast e l’amicizia con Gary Snyder & il buddismo, poi I Santi Barboni Del Dharma, giovani ricchi d’un sacco e la strada tutta da percorrere davanti a sé & il tentativo di conciliare pensiero buddista e taoista con i sistemi filosofici occidentali. Sei stato tutto questo, Jack. Jack Kerouac è stato fedele a Jack Kerouac & è morto nel 1969 ingoiato ed emerso dentro alla legenda di Duluoz. Ed eri Orfeo.

“Sull’autobus che lo riportò a casa dopo il funerale a Lowell, Ginsberg scrisse:

«Jack il Mago nella sua tomba
a Lowell per la prima notte
quel Jack attraverso i cui occhi
vidi
smog splendore luce
oro sulle spire di Manhattan
non vedrà mai questi camini fumanti
mai più sulle statue di Maria
nel Cimitero».

Resterà questo probabilmente il più commosso ricordo di uno scrittore-poeta stritolato dalla sua società: resterà anche dopo che le nuove generazioni avranno dimenticato questa storia dei beat e tutto il resto e avranno dimenticato anche questa sua morte tragica.
Perché perfino adesso fra tanti giornali che hanno fatto il ritratto sarcastico e definitivo del suo personaggio o la stroncatura compiaciuta e conformista dei suoi libri, nessuno ha pensato al dilemma dei suoi ultimi vent’anni; soprattutto nessuno ha pensato ai lunghi minuti solitari, affondati nell’abisso non più dell’alcool ma della realtà, mentre il suo stesso sangue lo strangolava, togliendogli minuto per minuto quella vita che in tutti i suoi libri ha fatto da inafferrabile protagonista in un’ambivalenza di felicità e di disperazione, di bellezza e di orrore, ma di cui Kerouac ha cantato soltanto gli slanci di apertura verso la vitalità e l’energia.
Una vita che aveva poco a che fare con quella che il mondo contemporaneo lo costringeva a vivere, fino a ricacciarlo come un animale ferito nell’agguato dell’alcool; nell’agguato di qualcosa che lo illudesse di potersi sottrarre al suo destino.

(tratto da: Fernanda Pivano, Beat Hippie Yippie, Roma, Arcana, 1972)”

Se ne sono andati tutti, vecchio giovane Jack. Proprio tutti. Sembra impossibile ma è successo. E’ sopravvissuto solo Lawrence Ferlinghetti. E Orfeo. Adesso ti racconto di Orfeo. Ma tu sai già, non lo metto in dubbio. Ma gli altri non sanno, non ancora.
Nel 2000, in America, ecco che dopo 31 anni dalla tu morte, Jack, ecco che Orfeo emerge di nuovo. Sembrava impossibile, ma è successo. Finisti di scriverlo nel 1945, eri solo un 23enne ma la Beat Generation, o la “go generation”, stava già esplodendo nel tuo tormentato Io. Chi c’è in Orfeo Emerso? Le nuove amicizie: Ginsberg, Burroughs, Lucien Carr & “Orpheus Emerged”, ma prima di comprendere che Orfeo poteva essere solo Orfeo, quante corse attorno all’intorno della Columbia University! Passione Amore Sogni Conflitti Studenti Bohémien Libertini Intellettuali & ancora La Poesia e Il Senso Profondo Della Poetica del Vivere al Centro dell’Emergere. Sembra un giallo, un omicidio, ma la storia non ha bisogno di essere spiegata per tingere la sua anima nel suo stesso sangue. La vita è dolore? E’ questo che intendevi, Jack? Citi Goethe e Nietzsche & fai della poesia un grande dolore, o è il dolore che si fa Vita & Poesia? Troppe domande che sono anche risposte. Scrittore Uno ci nasce, questa la verità ultima dell’arte oltre la pretesa del credersi intellettuali. Questo è Tutto. No, quasi Tutto.

Non posso e non voglio dire se “Orfeo emerso” è romanzo giovanile, ma posso dire, perché ne sono sicuro, che è di Jack Kerouac, quello che tutti noi conosciamo. Fa un certo effetto leggere un tuo “inedito”, caro vecchio giovane Jack, lasciatelo dire: è una esperienza strana, è come incontrare se stessi nel 1945, perché sono descritti i primi amori conflittuali, le prime esperienze con la poesia, l’incontro con la vita, i tormenti, la ricerca di qualcosa di “profondo” dentro di noi che possa “emergere” e considerarsi a pieno titolo immantinente. Ieri è tanto simile al nostro Oggi in ogni parte del mondo. Tu lo sapevi, mi ci gioco il blues che c’ho addosso come scimmia. Una preghiera per Jack Kerouac emerso sognato Orfeo emerso. Era una preghiera “Orfeo emerso” scritto da te giovane nel 1945, l’epitaffio che nel 1969, quand’eri vecchio ma non troppo, nessuno ha ricordato. Solo ora ricordiamo di dedicarti la preghiera che avresti voluto John-Jack. Jack, Forever Young, tu ne sei consapevole:May God bless and keep you always… May you stay forever young…”.

Orfeo emerso – Jack Kerouac – Traduzione di Chiara Spallino Rocca – Mondadori – Collana Oscar scrittori moderni – ISBN 9788804532538 – pagine: 128 – € 8,50

Informazioni su Iannozzi Giuseppe

Iannozzi Giuseppe - giornalista, scrittore, critico letterario - racconti, poesie, recensioni, servizi editoriali. PUBBLICAZIONI; Il male peggiore. (Edizioni Il Foglio, 2017) Donne e parole (Edizioni il Foglio, 2017) Bukowski, racconta (Edizioni il Foglio, 2016) La lebbra (Edizioni Il Foglio, 2014) La cattiva strada (Cicorivolta, 2014) L'ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta, 2013) Angeli caduti (Cicorivolta, 2012)
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