Ernest Hemingway: 40 anni fa il suicido – Aforismi e citazioni

Ernest Hemingway

40 anni fa il suicido

Aforismi e citazioni

Ernest Hemingway

Ernest Hemingway, pochi giorni prima di spararsi in bocca, mi aveva chiamata e mi aveva detto: «Non posso più bere, non posso più mangiare, non posso più andare a caccia, non posso più fare l’amore. Non posso più scrivere». La morte di cui Hemingway aveva condensato la tragedia della sua vita e aveva fatto visualizzare i molti piccoli preavvisi, le impalpabili previsioni, a chi lo aveva conosciuto; ma il dolore, l’orrore, lo spavento per il vuoto in cui ci aveva gettato ci aveva colti lo stesso di sorpresa.

Fernanda Pivano

– Morire è una cosa molto semplice. Ho guardato la morte e lo so davvero. Se avessi dovuto morire sarebbe stato molto facile. Proprio la cosa più facile che abbia mai fatto… E come è meglio morire nel periodo felice della giovinezza non ancora disillusa, andarsene in un bagliore di luce, che avere il corpo consunto e vecchio e le illusioni disperse.

– La giusta maniera di fare, lo stile, non è un concetto vano. È semplicemente il modo di fare ciò che deve essere fatto. Che poi il modo giusto, a cosa compiuta, risulti anche bello, è un fatto accidentale.

– Ma avere un cuore da bambino non è una vergogna. È un onore. Un uomo deve comportarsi da uomo. Deve sempre combattere, preferibilmente e saggiamente, con le probabilità a suo favore, ma in caso di necessità deve combattere anche contro qualunque probabilità e senza preoccuparsi dell’esito. Deve seguire i propri usi e le proprie leggi tribali, e quando non può, deve accettare la punizione prevista da queste leggi. Ma non gli si deve dire come un rimprovero che ha conservato un cuore da bambino, un’onestà da bambino, una freschezza e una nobiltà da bambino.

– Mussolini è il più grande bluff d’Europa. Anche se domattina mi facesse arrestare e fucilare, continuerei a considerarlo un bluff. Sarebbe un bluff anche la fucilazione. Provate a prendere una buona foto del signor Mussolini ed esaminatela. Vedrete nella sua bocca quella debolezza che lo costringe ad accigliarsi nel famoso cipiglio mussoliniano imitato in Italia da ogni fascista diciannovenne. Studiate il suo passato. Studiate quella coalizione tra capitale e lavoro che è il fascismo e meditate sulla storia delle coalizioni passate. Studiate il suo genio nel rivestire piccole idee con paroloni. Studiate la sua predilezione per il duello. Gli uomini veramente coraggiosi non hanno nessun bisogno di battersi a duello, mentre molti vigliacchi duellano in continuazione per farsi credere coraggiosi. E guardate la sua camicia nera e le sue ghette bianche. C’è qualcosa che non va, anche sul piano istrionico, in un uomo che porta le ghette bianche con una camicia nera.

– Scrissero un tempo che è dolce e meritevole morire per la patria. Ma in una guerra moderna non c’è niente di dolce né di meritevole, nella tua morte. Morirai come un cane e senza ragione.

– Ogni giorno leggevo il libro dal principio al punto dov’ero arrivato a scrivere, e ogni giorno smettevo che andava ancora bene e sapevo che cosa sarebbe successo dopo. Il fatto che il libro fosse tragico non mi rendeva infelice perché ero convinto che la vita è una tragedia e sapevo che può avere soltanto una fine.

– Sono persuaso che tutta la gente che sorge a profittare della guerra e aiuta a provocarla dovrebbe essere fucilata il giorno stesso che incomincia a farlo da rappresentanti accreditati dei leali cittadini che la combatteranno.

– Tutti gli uomini che pensano sono atei

– Ero sempre imbarazzato dalle parole sacro, glorioso e sacrificio e dall’espressione invano. Le avevamo udite a volte ritti nella pioggia quasi fuori dalla portata della voce, in modo che solo le parole urlate giungevano, e le avevamo lette su proclami che venivano spiaccicati su altri proclami, da un pezzo ormai, e non avevo visto niente di sacro, e le cose gloriose non avevano gloria e i sacrifici erano come i macelli a Chicago se con la carne non si faceva altro che seppellirla. […] Parole astratte come gloria, onore, coraggio o dedizione erano oscene accanto ai nomi concreti dei villaggi, ai numeri delle strade, ai nomi dei fiumi, ai numeri dei reggimenti e alle date.

– È il grande inganno: la saggezza dei vecchi. Non diventano saggi. Diventano attenti.

– È nella sconfitta che si diventa cristiani.

– La fame è un’ottima disciplina e t’insegna molte cose.

– Ezra era lo scrittore piú generoso che io abbia mai incontrato, e anche il più disinteressato.

– In Dostoevskij c’erano cose da credere e cose da non credere, ma alcune cosí vere da cambiarti mentre le leggevi; fragilità e follia, cattiveria e santità e l’insania del gioco, ti balzavano agli occhi come il paesaggio e le strade in Turgenev, e il movimento delle truppe, il terreno e gli ufficiali e gli uomini e i combattimenti in Tolstoi.

– Prima avevamo la religione e altre sciocchezze: ora ognuno deve aver qualcuno con cui poter parlare apertamente, perché se anche ha coraggio da vendere, uno dopo un po’ si sente molto solo.

– Che strana faccenda la bigotteria. Per essere bigotti bisogna essere assolutamente certi che si ha ragione, e non c’è niente come la continenza che dia quella sicurezza e quel senso d’infallibilità. La continenza è il nemico dell’eresia.

– Per chi è più facile, secondo te? Per quelli che credono in Dio o per quelli che la prendono piú semplicemente? La religione è un gran conforto, ma noialtri sappiamo che non c’è niente da temere. Va male solo quando se ne sente la mancanza. Morire è una brutta cosa quando dura troppo a lungo e ti fa tanto soffrire da umiliarti.

– “Non prendere mai alla leggera l’amore. La verità è che la maggior parte della gente non ha mai avuto la fortuna di amar qualcuno. Tu non l’avevi mai avuta sinora, questa fortuna, e ora l’hai. Quello che tu e Maria avete, che duri solo oggi e una parte di domani, o duri tutta una lunga vita è la cosa più importante che può capitare a un essere umano. Ci saranno sempre persone che diranno che non esiste perché non possono averla. Ma io ti dico che è vero, che tu la possiedi e che sei fortunato, anche se domani morrai.”

– Tutta la letteratura moderna viene fuori da un libro di Mark Twain: Huckleberry Finn. Se lo legge si fermi però quando i ragazzi perdono il negro Jim. Quella è la fine, il resto è trucco. Ma è il nostro libro più bello, e tutto quanto è stato scritto in America viene di lì: prima non c’è niente e dopo niente che lo valga.

Ernest Hemingway

(Oak Park, 21 luglio 1899 – Ketchum, 2 luglio 1961

Hemingway - Fernanda Pivano

Hemingway – Fernanda Pivano – Bompiani – Collana: I grandi tascabili – Anno edizione: 2017 – Pagine: 304- ISBN: 9788845283567 – Prezzo: € 13,00

Informazioni su Iannozzi Giuseppe

Iannozzi Giuseppe - giornalista, scrittore, critico letterario - racconti, poesie, recensioni, servizi editoriali. PUBBLICAZIONI; Il male peggiore. (Edizioni Il Foglio, 2017) Donne e parole (Edizioni il Foglio, 2017) Bukowski, racconta (Edizioni il Foglio, 2016) La lebbra (Edizioni Il Foglio, 2014) La cattiva strada (Cicorivolta, 2014) L'ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta, 2013) Angeli caduti (Cicorivolta, 2012)
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6 risposte a Ernest Hemingway: 40 anni fa il suicido – Aforismi e citazioni

  1. luisa zambrotta ha detto:

    Bellissimo post! Grazie 🙏🌺🙏🌺🙏

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  2. romanticavany ha detto:

    Ho letto e riletto, fatto pure alcune ricerche che qui riporto:
    Lo stile narrativo di Ernest Hemingway
    Lo stile narrativo di Ernest Hemingway si basava sulla semplicità e su una prosa essenziale caratterizzata da frasi brevi, semplici e concise
    Hemingway limitò affermazioni esplicite, introspezione, descrizioni di stati d’animo e sentimenti
    La sua prosa è ricca di dialoghi in cui le pause, i silenzi dei personaggi sono ricchi di significato e di tensione emotiva
    Il narratore di Hemingway è impersonale, oggettivo, non conosce la vita interiore dei personaggi, è semplicemente un testimone dei fatti e non interviene con i suoi commenti
    Hemingway paragona la sua tecnica narrativa a un iceberg di cui vediamo solo una parte mentre il resto è nascosto, così nei suoi scritti ogni elemento esplicito e visibile nasconde qualcosa di non visibile.
    In pratica un libro da leggere, magari sotto l’ombrellone.
    Ciao King, moto bravo, bellissime le tue recensioni. Buona Domenica, Ti mando 1 bacio e 1a leccatina♥

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  3. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    A mio avviso, il più grande scrittore moderno: dovremmo tutti prendere esempio da lui. Ma è impossibile raggiungere la sua perfezione.

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  4. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Carissima Violetta, ❤ ❤ ❤

    esattamente, proprio così, lo stile di Papa Hemy “si basava sulla semplicità e su una prosa essenziale caratterizzata da frasi brevi, semplici e concise”. Tutto vero quello che hai qui riportato. Ed è per questo che lo amo particolarmente. Stile e contenuti in Hemingway sono perfetti, mai disturbati da interferenze. Hemingway riporta la realtà dei fatti, in maniera semplice, e scrivere in maniera semplice è la cosa più complicata che ci sia, puoi credermi sulla parola.

    La più bella biografia su Hemingway è quella di Fernanda Pivano che ho qui segnalato. Ho letto diverse biografie su Papa Hemy, ma non mi hanno convinto granché.

    Buona domenica a te, Violetta. E, ovviamente, una lekkatina. ^_^ ❤

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  5. wwayne ha detto:

    Rieccomi! A proposito di libri, hai letto “La presa di Singapore”?

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  6. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    No, non l’ho letto. Lo leggerò magari questa estate.

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