Lo spacciatore di apocalissi!

Lo spacciatore di apocalissi!

di Iannozzi Giuseppe

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L’altro giorno ero giù in strada con un diavolo per capello, perso nei miei pensieri. Di tanto in tanto mi tiravo la barba, insoddisfatto come se uno spiritello maligno avesse preso casa nel cuore del mio petto. Il cielo era d’una limpidezza assurda per la stagione ancora invernale, e dalle Alpi solo brevi aliti di vento mi carezzavano i vestiti, per finire subito sepolti nel gorgo di parole dei tanti sul marciapiede, chi impegnato a spaccare la faccia a un amico, chi occupato a fare la concione alla propria ragazza chiamandola con epiteti non riferibili, chi a pisciare e chi invece a cagare alla turca in un tombino. Ero dunque un po’ giù di morale, pronto a invocare gli Dèi dell’Olimpo, quando un testimone di ***, basso e tarchiato – un nano o giù di lì, poco ma sicuro – mi si fece dappresso, squadernando un sorriso a trentadue denti. Lungo la schiena m’è corso un brivido freddo, di autentico terrore: ho subito pensato, “Se questo mo’ prende a parlare non lo ferma manco un fulmine a ciel sereno, porco diavolo!”. Ero più che deciso a tirar dritto, ma quel diavolo d’un nano s’era attaccato alle mie chiappe e non gli passava proprio per la capa d’aver preso un granchio, o perlomeno non voleva accettare la realtà; eppure gli sarebbe bastato darmi un’altra occhiata, una più attenta, per rendersi conto che non ero proprio il suo tipo! Non lo fece e si portò davanti ai miei passi, arrestando così il mio libero cammino. Esordì dicendo le solite frasi di rito, cercando di rifilarmi depliant e giornaletti. Glieli lasciai in mano. A quel punto anche un idiota fatto e con la scimmia sulle spalle avrebbe capito che non era il caso di rompere le scatole a un pezzo di merda come me. Il testimone nano si aggrappò alla mia cravatta, con una confidenza maligna e biasciò minaccioso: “La fine del mondo è vicina, pentiti… pentiti finché sei in tempo… Gesù avrà cura di te…”. Lo afferrai per il polso, con forza perché volevo fargli male sul serio, almeno quel tanto necessario affinché portasse lontano da me le sue chiappe grassottelle. Ma quello non fece una piega. Vidi rosso e senza starci a pensare su, strinsi con la mano il polso alieno. Chiunque le abbia viste le mie mani sa bene che sembrano badili; i più carini dicono che sono mani da chitarrista. Sia come sia, sentii netto un crack di ossa spezzarsi. Lasciai dunque la presa. Il nano di *** continuava a sorridere. Si sfregò il polso per un paio di secondi appena, poi si cacciò la mano in tasca e un momento dopo era ancora di fronte a me che bello bello scartava una caramella puzzolente all’anice. Fece persino il gesto di offrirmene una. Gli dissi di no con un cenno del capo. Inutile: mi aveva schiaffato in mano caramella, depliant e giornaletti. Porco Diavolo! Senza mai perdere il sorriso, felice come una pasqua, con tono di voce baldanzoso, mi assicurò che non gli dovevo niente, non un Euro.
Sospirai.
Forse chiusi gli occhi per meno d’un secondo.
Era sparito.
Non c’era più il maledetto e in strada c’ero sol più io, non un bambino non una donna non un vecchio del cazzo. Capii che diceva il vero, la fine del mondo era alle porte, ma la cosa non mi preoccupava. In un cestino porta rifiuti buttai il materiale cartaceo che il nano mi aveva rifilato. Scartai poi la caramella nella convinzione che fosse all’anice e me la ficcai in bocca: all’aglio. Davvero buona. Mi strappai poi la parrucca hendrixiana dalla testa e la gettai addosso a un topo che attraversava sulle strisce pedonali, ma zigzagando di brutto, manco c’avesse l’Alzheimer. Pian pianino, con il sole a picchiarmi forte sulla pelata e le mani in tasca, m’incamminai verso casa.

Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.

Informazioni su Iannozzi Giuseppe

Iannozzi Giuseppe - giornalista, scrittore, critico letterario - racconti, poesie, recensioni, servizi editoriali. PUBBLICAZIONI; Il male peggiore. (Edizioni Il Foglio, 2017) Donne e parole (Edizioni il Foglio, 2017) Bukowski, racconta (Edizioni il Foglio, 2016) La lebbra (Edizioni Il Foglio, 2014) La cattiva strada (Cicorivolta, 2014) L'ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta, 2013) Angeli caduti (Cicorivolta, 2012)
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4 risposte a Lo spacciatore di apocalissi!

  1. romanticavany ha detto:

    Proprio un nano maledetto rompi zebedei. Un racconto veritiero, perché in giro ci stanno tanti ruba euro, che neanche ti danno il volantino, vogliono l’euro del tuo carrello della spesa. Dalle mie parti ce n’è uno che è vestito alla moda, scarpe e zainetto firmati ed è sempre al telefonino, alle dodici sparisce per ricomparire alle 15 ora che siamo in estate. BEL RACCONTO KING. molto verosimile a ciò che accade spesso quando sei in giro. Ricordo che da sempre d’estate aspettavo e aspetto i tuoi racconti per leggerli. Ciao Buona serata 1 bacetto e 1 lekkatina

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  2. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Un rompiscatole, forse un essere strano, un invasato. Sicuramente un personaggio un po’ tanto strano. Io ho una monetina di plastica e la uso per prendere il carrello. Di personaggi strani ce ne sono parecchi in giro. E io non mi fido manco della mia ombra. ^_^
    Questa estate non ho incontrato persone strane, almeno fino a ora.
    Un racconto che vuol far divertire chi lo legge, poco ma sicuro; comunque, se fossimo prossimi alla fine del mondo, noi poveri mortali non potremmo di certo arrestarla. Da sempre, in letteratura si parla della fine del mondo, e anche io ho dato il mio contributo con questo racconto breve ed altri. E’ questo un tema che può essere sviluppato in tanti modi.
    Oggi scrivo un po’ meno rispetto a ieri, voglio infatti dare ai miei lettori il meglio di me e per scrivere bene ci vuole tempo, occorrono tante revisioni, ci vuole quindi tanta pazienza e tanto tempo.
    Ricordo che qualche anno fa, alcuni miei racconti ti facevano rabbrividire. 😉
    Grazie di tutto cuore, cara Violetta. ❤ ❤ ❤ Bacetto e lekkatina a te.

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  3. romanticavany ha detto:

    Ricordi molto bene, quando ti leggevo dovevo farlo a piccole dosi, perché non ero abituata al tuo modo di scrivere come si dice anche nudo e crudo, e alcune volte arrossivo, e mi si gelava il sangue, mi inorridivano i tuoi versi; come hai scritto tu. Ricordi quando scrivevi le Dark poesie, con allegate figure spettrali, che non osavo guardare, ed i tuoi innumerevoli mini racconti li leggevo tutti. Sei sempre stato bravo, in un modo o nell’altro mi hai fatto sempre emozionare. Poi non scrivere cavolate, mica sei vecchio, scherziamo . Sei nell’età più bella, anche i tuoi elaborati sono più saggi. Sii fiero di te, io lo sono per te. Per quanto riguarda me, non credere alle mielosità che scrivo, se vedo una bella foto scrivo una cavolata tanto per completarla. Ora Ti saluto, ti auguro una dolce serata, e Buonanotte 🙂 1 Bacio e 1 leKKatina♥

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  4. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Ricordo bene, allora non sono ancora completamente rincitrullito. Be’, anche oggi devi fare un bello sforzo per digerire alcune mie poesie, nonostante non siano esse d’impronta spiccatamente dark. Mi fai ridere, scusa, ma mi fai ridere di lietezza. ;-*

    Questa tua dichiarazione sarebbe da incorniciare e chissà che non lo faccia sul serio:

    «non ero abituata al tuo modo di scrivere, come si dice, anche nudo e crudo, e alcune volte arrossivo, e mi si gelava il sangue, mi inorridivano i tuoi versi»

    Certo, scrivevo poesie nere che ti facevano gelare il sangue, le leggevi, poi scappavi via e cercavi il sole affinché ti riscaldasse. Ti rifugiavi fra i papaveri alti alti baciati dal sole 😀

    Che ci vuoi fare, il mio animo è quel che è, e devo parlare in maniera cruda, perché è il solo modo, a mio avviso, per descrivere certe realtà. Però scrivevo anche favole dolci e poesie mielose.
    Oggi sono un po’ diverso, scrivo ancora in maniera cruda ma sono più stiloso, diciamo pure così.

    Non so se essere fiero di quello che ho scritto ieri, so soltanto che certe cose non le scriverei più. Oggi sono vicino ai cinquanta, purtroppo. Non è l’età più bella, te lo assicuro. Si diventa forse più saggi, ma giorno dopo giorno la vita diventa più difficile, e io forse pretendo troppo da me. Chissà.

    Troppo buona, Violetta.

    Fai bene a sognare, a scrivere mielosità. Io non ne sono più capace, o meglio, non voglio più scrivere in maniera mielosa, voglio ritrarre la condizione umana con i suoi pregi e difetti. Sono migliorato? Forse sì, perché oggi ho un equilibrio maggiore rispetto a ieri. Va da sé che non diventerò mai un poeta, e in ogni caso non lo sono mai stato. Ricordi? Ho sempre ricusato l’etichetta di poeta.

    Violetta, grazie dei tuoi bei commenti e dei complimenti che mi fai e che non so davvero se li merito. Ma ti ringrazio di tutto cuore. ❤

    Buona serata a Te, Anima Splendente.

    Un bacio e una lekkatina. ;-*

    King

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