“Zeina” di Nawal al-Sa’dawi (Atmosphere Libri) – Intervista a Federica Pistono – di Iannozzi Giuseppe

Zeina di Nawal al-Sa’dawi

Intervista a Federica Pistono

di Iannozzi Giuseppe

Nawal al-Sa'dawi - Zeina - Atmospherelibri - traduzione Federica Pistono

1. Zeina di Nawal al-Sa’dawi (Atmosphere Libri) è, fuor di dubbio, un romanzo che mette nero su bianco una nuova idea di femminismo che sta cercando di emergere in alcuni paesi arabi. Non potendo chiederlo all’Autrice, giro la domanda a te, Federica Pistono: oggi come oggi, le donne arabe a che cosa aspirano, a che tipo di libertà?

Quella dell’emancipazione femminile è un’idea piuttosto antica nel mondo arabo. Già a metà dell’Ottocento intellettuali del calibro di al-Bustani e di al-Tahtawi sostenevano il diritto della donna all’istruzione come elemento di sviluppo della società araba. Nel 1899 l’intellettuale egiziano Qasim Amin scrisse un libro intitolato “La liberazione della donna” in cui invitava la donna araba a togliersi il velo e a partecipare alla vita del Paese. Le prime femministe arabe furono Bahitat al-Badiyah, Hoda al-Sharawi e la scrittrice Mayy Ziyadah, attive ai primi del Novecento. Hoda al-Sharawi condusse una strenua battaglia per il diritto di voto alle donne. Nel 1923, la stessa al-Sharawi, con altre due femministe egiziane, partecipò a un congresso femminista a Roma. Al rientro, sul treno che le riportava da Alessandria al Cairo, le tre donne si tolsero il velo con un gesto clamoroso. La letteratura propriamente femminista prese corpo negli anni Cinquanta con la libanese Layla Baalbaki e la siriana Colette Khoury.
Questo per dirti che nel femminismo del mondo arabo non c’è nulla di nuovo.
Tornando all’oggi, è errato generalizzare pensando che la condizione femminile sia identica in tutti i paesi arabi: questa varia da paese a paese, dalla città alla campagna, a seconda dei ceti sociali e del livello di istruzione. Le aspirazioni delle donne arabe sono quelle di tutte le donne: la libertà di studiare, di lavorare, di scegliersi il marito.

2. Federica Pistono, tu hai ottimamente tradotto l’ultimo lavoro di Nawal al-Sa’dawi. Perché hai scelto di tradurre Zeina, un romanzo forte sotto molti punti di vista e che i fondamentalisti islamici non hanno accolto di buon grado?

Federica PistonoHo scelto di tradurre Zeina perché è un romanzo che può far conoscere al lettore occidentale l’esistenza di una scrittrice come Nawal al-Sa’dawi, una psichiatra, un’intellettuale atea e femminista, molto lontana dagli stereotipi sulla donna araba.
Il romanzo è, a mio avviso, interessante perché, essendo l’autrice priva di ipocrisia, dipinge un ritratto impietoso dell’animo umano, concentrandosi su aspetti come la corruzione, l’avidità, l’arrivismo, il maschilismo.
È un libro notevole anche perché mostra uno spaccato realistico della società egiziana, anche se non mancano situazioni esasperate e personaggi non credibili fino in fondo. Mi riferisco, per esempio, al personaggio di Zeina, freddo e distaccato all’inverosimile, e ai personaggi maschili, tutti negativi.

3.. Zeina è un romanzo complesso che vede coinvolte più generazioni. Zeina è una giovane donna libera in un paese che non riconosce la libertà. Zeina è una artista, danza e canta, non nasconde le sue idee e parla con semplicità. Possiamo dire che Zeina è una sorta di anarchica che si fa portatrice di un ideale libertario?

In parte sì. Zeina rifiuta la freddezza dei rituali religiosi, che percepisce come aridi e distanti, mentre esalta l’amore e la comprensione tra le persone. Zeina, secondo me, è soprattutto una femminista, che vuole dimostrare al mondo come una donna giovane e bella possa vivere senza un marito o un amante.
Zeina incarna l’ideale di donna opposto a quello rappresentato da sua madre Budur, una donna fragile, sofferente e contraddittoria, che sacrifica agli agi e alla notorietà valori come l’amore e la felicità.
Il personaggio di Zeina risulta, a mio avviso, poco credibile: vive senza odio e senza amore in un mondo che pure le ha fatto male da quando è nata. A parte l’affetto per la madre adottiva e per i bambini di strada, la sua è una vita gelida, dominata solo dalla passione per la musica. Mi sembra un po’ poco per una giovane di venticinque anni.

4. Zeina, oltre a essere un romanzo di donne, è anche una dura accusa nei confronti dell’uomo-padrone e delle religioni. Per Nawal al-Sa’dawi il male, che dalla notte dei tempi serpeggia nel mondo, viene dalle religioni e da quel topolino di carne che gli uomini hanno in mezzo alle gambe! Sembrerebbe quasi che i maschi siano il diavolo, sempre e comunque. Federica Pistono, tu, poco ma sicuro, conosci Nawal al-Sa’dawi molto meglio di me, per cui, gentilmente, ti chiedo se potresti approfondire quanto ho evidenziato.

Sicuramente hai ragione. I personaggi maschili del romanzo sono tutti negativi, autentici ricettacoli di vizi e difetti. A cominciare dal padre di Budur, che abusa della figlia come di altri bambini, ponendosi all’origine di tutte le turbe psichiche che affliggeranno la donna per la vita intera, per proseguire con il marito Zakariyya, anch’egli pedofilo e, all’occorrenza, stupratore di bambini. Il personaggio peggiore è di gran lunga l’Emiro, il cugino di Budur, capo di un gruppo di terroristi di matrice islamista in realtà colluso con il governo.
L’unico personaggio che si salva è quello di Nassim, l’innamorato giovanile di Budur e padre di Zeina. Non per niente viene barbaramente assassinato.
I personaggi femminili mi sembrano di gran lunga più profondi e interessanti.

5. Zeina Bint Zeinat è la figlia della fornicazione. Zeina è una bambina nata per sbaglio: la madre non ci pensa su troppe volte, l’abbandona appena nata e torna alla sua vita fatta di agi e di contraddizioni. Nel corso degli anni, Bodur cercherà la figlia, ma mai veramente. Chi è Bodur? Una vigliacca, una donna che si nutre di contraddizioni, una vittima del suo tempo storico?

Nawal Al-Sa'dawiUn po’ di tutto. Budur è un personaggio che si nutre di contraddizioni, hai detto bene. Da un lato opportunista e superficiale, dall’altro estremamente tormentata e sofferente.
È senz’altro una vigliacca quando teme di vivere pienamente il suo amore con Nassim, non volendo affrontare gli aspetti sgradevoli della vita, come la disapprovazione dei genitori che la precipiterebbe nella povertà. È una vigliacca quando abbandona sul marciapiede la figlia neonata. È una vigliacca quando accetta di sposare Zakariyya, un uomo che non ama. È sicuramente una donna che vive di contraddizioni, crogiolandosi nel lusso ma sognando l’amore in un seminterrato, temendo Dio e abbandonandosi a piaceri che considera colpevoli, sognando la libertà senza volerla in realtà ottenere. Ma è anche una vittima, stuprata dal padre da bambina, derubata del suo unico amore, rinchiusa in un matrimonio fatto di ipocrisia, odio e tradimenti.

6. Bodur, nel tentativo di darsi una identità, scrive un romanzo al quale tiene moltissimo, più della sua stessa vita. Il manoscritto le verrà sottratto e Bodur tenterà l’impossibile per riscriverlo tale e quale. Che cosa c’è in questo romanzo, che cosa rappresenta?

Cosa rappresenti il romanzo dal punto di vista psicoanalitico bisognerebbe chiederlo all’autrice. Secondo me, è un tentativo, da parte di Budur, di riappropriarsi della propria storia ricostruendo un’immagine positiva di se stessa. Al posto di Budur troviamo infatti, nel romanzo, Badriyya, volitiva e determinata quanto Budur è debole e vigliacca. La donna si costruisce un alter ego positivo dietro al quale celare l’immagine negativa che ha di sé. Con il romanzo, inoltre, Budur spera di realizzare il suo antico sogno di diventare scrittrice. Ed ecco un’altra contraddizione di questo personaggio: disprezza la professione di critico letterario, che considera parassitaria, e poi si crogiola nel suo ruolo di docente universitaria e di critico letterario.
Il personaggio di Budur, così complesso e tormentato, mi sembra più riuscito di quello di Zeina.

7. La società egiziana che Nawal al-Sa’dawi racconta in Zeina è corrotta e perlopiù indolente. A opporsi alla corruzione sono poche anime, che il più delle volte finiscono molto male: il regime non ci pensa su due volte a condannare a morte chi si dice contro un certo tipo di Islam. Com’è l’aria che si respira oggi in Egitto e nei paesi islamici?

Come al solito non è possibile generalizzare parlando di “paesi islamici”. Molti paesi arabi, come la Siria, l’Iraq, lo Yemen, sono sconvolti da guerre terribili, con strazio inenarrabile delle popolazioni. Anche la Palestina vive un periodo di grande sofferenza. In Egitto, come è noto, è al potere un regime militare che non si fa scrupolo di sbarazzarsi delle persone che possono “dare fastidio”. Basti pensare al caso Regeni. Si tratta evidentemente di un regime militare, laico, non di un regime “islamico”.

8. Il sesso è usato dagli uomini per sottometere le donne ma anche gli infedeli. Anche nei paesi occidentali che oggi si dichiarano profondamente democratici, mi sembra che il sesso sia usato in maniera violenta e impropria, o sbaglio?

Sicuramente sì. Artisti e letterati da sempre sono stati perseguitati dai regimi autocratici come potenziali artefici del dissenso e trascinatori delle masse verso la rivoluzione.

Purtroppo il mondo è invaso da una violenza spaventosa, di cui quella sessuale è parte. Ovunque, la violenza di genere è usata come strumento di sottomissione delle donne, nell’Egitto di Nawal al-Sa’dawi come in Europa. Forse perché qui, in Europa, i diritti delle donne sono in dato acquisito, la brutalità contro le donne è più impressionante che altrove. È inconcepibile pensare a un uomo europeo che picchia o addirittura uccide la moglie, la fidanzata, l’amante. Eppure ciò avviene continuamente, purtroppo. Come meravigliarci allora dei fenomeni del femminicidio o dello stupro nel mondo arabo?

9. L’arte può combattere i regimi, può contribuire ad abbatterli? Leggendo Nawal al-Sa’dawi, si ha l’impressione che l’arte sia potenzialmente in grado di rovesciare il mondo.

Sicuramente sì. Artisti e letterati da sempre sono stati perseguitati dai regimi autocratici come potenziali artefici del dissenso e trascinatori delle masse verso la rivoluzione.

10. Zeina è il primo libro dell’autrice egiziana Nawal al-Sa’dawi che viene tradotto in Italia. Come mai un’Autrice così importante arriva solo oggi in Italia?

Assolutamente no. La scrittrice è ampiamente tradotta in italiano.
Sono stati tradotti diversi suoi libri:
Dio muore sulle rive del Nilo, Eurostudio, 1989.
Una figlia di Iside, Nutrimenti, 2002.
L’amore ai tempi del petrolio, Il Sirente, 2009.
Firdaus. Storia di una donna egiziana, Giunti, 2015.
So che poi una casa editrice di rilievo sta per pubblicare le ultime opere.

ACQUISTA DALL’EDITORE

Zeina – Nawal Al-Sa’dawi

ZeinaNawal Al-Sa’dawi – Traduttore: Federica Pistono – Editore: Atmosphere Libri – Collana: Biblioteca araba – Anno edizione: 2018 – Pagine: 258 p. – EAN: 9788865642054 – €17,00

Informazioni su Iannozzi Giuseppe

Iannozzi Giuseppe - giornalista, scrittore, critico letterario - racconti, poesie, recensioni, servizi editoriali. PUBBLICAZIONI; Il male peggiore. (Edizioni Il Foglio, 2017) Donne e parole (Edizioni il Foglio, 2017) Bukowski, racconta (Edizioni il Foglio, 2016) La lebbra (Edizioni Il Foglio, 2014) La cattiva strada (Cicorivolta, 2014) L'ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta, 2013) Angeli caduti (Cicorivolta, 2012)
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