Misericordiae (8.38) – Massimo Ferro
Tra Cicerone e Pirandello, un romanzo esemplare
di Iannozzi Giuseppe
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In “Misericordiae (8.38)” (nuova edizione per Novecento editore, nella collana Versus giuristi raccontano), l’autore Massimo Ferro – che è consigliere nella Corte di Cassazione – racconta il destino di otto personaggi la cui vita subisce svolte tragiche, talvolta ridicole.
Massimo Ferro adotta uno stile preciso, secco, non scevro però di umana pietas, conferendo alla narrazione un tono oratorio seguendo, in maniera indefessa, la lezione di Cicerone: Justitia… erga Deos religio, erga parentes pietas, creditis in rebus fides… nominantur.
Massimo Ferro ritrae otto personaggi, ma nessuno di loro può dirsi pulito di fronte agli occhi di Dio e dell’uomo. Il passato è un fantasma in carne e ossa che segue le orme di uomini e donne mettendoli spalle al muro, per le debolezze di cui si sono macchiati. La pietà si rivela leggendo i soliloqui. Ogni personaggio racconta di sé, quasi facesse una confessione. E per nessuno di loro c’è una felicità possibile all’orizzonte, perché tutti hanno scelto di rimanere/essere spettatori della vita. Il passato non si cancella. Esso è tangibile. Non è un semplice fantasma che si possa allontanare con una preghiera. Il passato è di carne, è di sofferenza e spirito. Torna e torna il passato, giorno dopo giorno, e si rinnova serpeggiando nel presente avvolgendolo in una stretta laocoontica; e per quanto ci si adoperi affinché gli si possa dare sepoltura, ciò non è possibile, mai.
Con “Misericordiae (8.38)”, Massimo Ferro ci consegna un perfetto ritratto della società contemporanea. “Misericordiae (8.38)”, per certi versi, ci ricorda che il destino è ridicolo, quasi sempre; a questo punto è dunque impossibile non ricordare “Un destino ridicolo” di Fabrizio De André e Alessandro Gennari; e nemmeno è possibile non pensare ai personaggi pirandelliani in cerca d’autore: “Chi ha la Ventura di nascere personaggio vivo può ridersi anche della morte. Morrà l’uomo, lo scrittore, strumento della creazione; la creatura non muore più!”
“Misericordiae (8.38)” di Massimo Ferro (Novecento editore) è un raro esempio di narrazione che fa abile commistione di elementi letterari alti e di altri che invece appartengono alla cultura popolare. “Misericordiae (8.38)”, un romanzo esemplare che a pieno titolo si può fregiare del nobile titolo di Letteratura.
Massimo Ferro (Rovigo, 1956) è consigliere della Corte di cassazione. Autore di saggi in materia fallimentare, societaria, dell’esecuzione forzata e del diritto industriale, collabora a varie riviste in materia di giustizia. Ha coordinato seminari per la formazione dei magistrati e convegni, nonché ricerche scientifiche. Dirige l’OCI, l’Osservatorio sulle crisi d’impresa, ed è promotore delle edizioni di InsolvenzFest (Narni, 2012 e Ferrara, 2013).
Misericordiae (8.38) ha vinto la VII edizione del Premio letterario RIPDICO – Scrittori della Giustizia (Civitavecchia, 2013).
Misericordiae (8.38) – Massimo Ferro – Novecento editore – collana Versus – ISBN 978-88-95411-52-1 – pagine 200 – prezzo: € 14,00
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