La letteratura non salva nessuno
di Giuseppe Iannozzi
Scrivere è arte quando ci si impegna a riscrivere tagliando e limando lo scritto; talvolta potrebbe essere necessario aggiungere dei particolari. A scrivere di getto sono buoni tutti, o quasi. Limare un lavoro è invece un’arte difficile che richiede tanta pazienza e disciplina. Scrivere di getto una storia è cosa che viene facile: ma quanti e quanti errori si scoprono poi! Correggere gli errori, non solo quelli legati alla forma, allo stile, alla grammatica, è lavoro ben più duro e complicato di quello di gettare giù una storia. Perché si possa dare alle stampe un buon romanzo, questo ha da essere scritto e riscritto, anche venti o trenta volte se necessario.
Buona cosa è lasciare riposare ciò che si è scritto e rivederlo dopo un po’ di tempo; solo così possiamo (forse) notare tanti errori, non solo grammaticali. Le cadute di tono, le banalità, la ripetitività, la superficialità sono orrori ben più gravi di certi errori grammaticali – che poi, a dirla tutta, la grammatica cambia dall’oggi al domani, o quasi.
In letteratura, chiaramente, la perfezione non esiste ed è un bene che sia così, altrimenti la scrittura non sarebbe più una forma d’arte. A ogni modo, ognuno di noi dovrebbe imparare a conoscere i propri limiti. Il talento, poi, uno o ce l’ha o non ce l’ha, e nessuna scuola di scrittura potrà mai regalarlo a chi non ce l’ha.
Io pretendo il meglio, vero, ma sono consapevole che ho dei limiti, per cui non penso assolutamente di essere un novello Manzoni o un poeta. Il problema è che non sono pochi quelli che pensano di essere migliori di Dante, ad esempio. E guai a dir loro che sono delle mezze calzette.
I refusi, oggi come oggi, sono presenti nella maggior parte dei libri stampati. Chissà perché! Comunque, i refusi li riconosci e puoi anche far finta di non averli visti; è invece impossibile chiudere un occhio quando ti trovi di fronte a una storia banalissima o scritta bene ma a tavolino. È di gran lunga preferibile uno scrittore passionale a uno che scrive benissimo ma con una freddezza spropositata, che non lascia al lettore nessuna genuina emozione.
A mero titolo di provocazione? Forse che sì, forse che no. Ieri credevo che i libri potessero allontanare, almeno momentaneamente, la solitudine; m’illudevo persino che la Letteratura avesse chissà quale ruolo salvifico. Oggi credo che scrivere e leggere siano un vizio, un po’ come fumare.
Mi piacciono queste tue riflessioni!
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Riflessioni forse necessarie. Il tempo passa e uno rivede le proprie posizioni.
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🙏🌷🙏
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