I tre moschettieri – Alexandre Dumas – Traduzione di Maria Bellonci – I Classici Bompiani

I tre moschettieri

Alexandre Dumas

Traduzione di Maria Bellonci

Bompiani /Giunti

I tre moschettieri - Alexandre Dumas

L’epopea di cappa e spada pubblicata nel 1844, con cui Dumas ricama sulla storia un colorato mondo di combattimenti, intrighi e romanticismo.

D’Artagnan, giovane guascone, parte per Parigi per unirsi ai moschettieri, la legione di spadaccini fortemente voluta dal re di Francia Luigi XIII e invisa al perfido cardinal Richelieu. Si trova per caso a combattere al fianco di Athos, Porthos e Aramis, dimostrando tutto il suo valore e il suo cuore, necessari per servire la corona e difenderla da nemici fuori e dentro la corte. D’Artagnan e il trio di moschettieri saranno costretti a ricorrere a tutto il loro ingegno e le loro abilità con la spada per preservare l’onore della regina Anna e contrastare gli schemi malvagi del cardinale. Con questa epopea di cappa e spada pubblicata nel 1844, Dumas ricama sulla storia un colorato mondo di combattimenti, intrighi e romanticismo. Un romanzo che ha ispirato decine di adattamenti cinematografici, parodie e seguiti letterari.

Alexandre DumasAlexandre Dumas – Scrittore e drammaturgo francese. Riconosciuto maestro del romanzo storico e del teatro romantico, fu uno dei più prolifici e popolari scrittori francesi del diciannovesimo secolo. Figlio di Thomas Alexandre Davy de La Pailleterie, soldato semplice figlio di un marchese, e di una schiava nera di Santo Domingo, Marie-Cessette Dumas, dalla quale eredita il cognome.
Alcuni anni dopo la morte del padre, nel 1823 il giovane Alexandre fu inviato a Parigi per intraprendere gli studi di legge. Nella capitale riuscì a ottenere, grazie alla sua buona calligrafia, diversi incarichi presso il Duca d’Orléans, il futuro re Luigi Filippo.
Dumas ebbe un figlio da una vicina di pianerottolo. Il figlio, anch’egli chiamato Alexandre Dumas, seguì le orme paterne e fu anch’egli scrittore di fama. Dumas padre è famoso soprattutto per Il conte di Montecristo e per la trilogia dei moschettieri formata da I tre moschettieri, da Vent’anni dopo e da Il visconte di Bragelonne. Con l’arrivo del successo, Dumas iniziò a condurre una vita al di sopra delle proprie possibilità economiche. Nel 1844, a seguito dell’acquisto di un terreno nei pressi di Parigi, a Port-Marly, fece costruire il “Castello di Montecristo”, un edificio frutto di una miscellanea di diversi stili, dal rinascimento, al gotico, al barocco. Nel 1847 inaugurò un proprio teatro, il “Théâtre Historique” (Teatro Storico), dove venivano rappresentate le opere dei maggiori autori del passato, da Shakespeare a Goethe, da Calderón de la Barca a Schiller.
Dopo solo tre anni di attività però il teatro fallì.
Rovinato dai debiti Dumas mise all’asta il suo castello e nel 1851, cercato da più di 150 creditori, dovette riparare in Belgio.
Nel 1854, risolti i suoi problemi finanziari, tornò infine a Parigi.
Le sue ceneri furono trasferite al Pantheon di Parigi il 30 novembre 2002.

I tre moschettieriAlexandre Dumas – Traduzione: Maria Bellonci – Bompiani / Giunti – Collana: I Classici Bompiani – ISBN: 9788845298837 – Prezzo di copertina: € 14,00

Informazioni su Iannozzi Giuseppe

Iannozzi Giuseppe - giornalista, scrittore, critico letterario - racconti, poesie, recensioni, servizi editoriali. PUBBLICAZIONI; Il male peggiore. (Edizioni Il Foglio, 2017) Donne e parole (Edizioni il Foglio, 2017) Bukowski, racconta (Edizioni il Foglio, 2016) La lebbra (Edizioni Il Foglio, 2014) La cattiva strada (Cicorivolta, 2014) L'ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta, 2013) Angeli caduti (Cicorivolta, 2012)
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2 risposte a I tre moschettieri – Alexandre Dumas – Traduzione di Maria Bellonci – I Classici Bompiani

  1. The Butcher ha detto:

    Lo lessi per la prima volta quasi 10 anni fa. Ai tempi mi piacque molto e dovrei rileggerlo.

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  2. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    La sola traduzione che amo è quella di Maria Bellonci. Le altre lasciano alquanto a desiderare, tremendamente piatte, talvolta politicamente corrette e quindi inutili.

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