Uguali all’uguale
Iannozzi Giuseppe
I.
Fantasmi appassiti
su una lama di vento
piano raccontavano
di nuvole e immaginate bugie,
di libri e occasioni perdute
A una sconosciuta
su una strada a caso
ho sparato il mio nome
perché presto lo dimenticasse
Ho consegnato poi
a uno di bocca buona
senza un dente buono
né in alto né in basso
il perché si sta così bene
a non scrivere d’amore
…perché ho visto cose
che non stanno
né in cielo né in terra
Perché ho visto
uomini e donne
come topi ghiotti e ciechi
rosicchiare oscene illusioni
II.
Versi su versi
gettati giù,
uguali all’uguale
senza mai capire
che vuole il sole
tentazioni e stagioni
Ridicoli i poeti,
ridicoli tutti
sempre a sudare,
rapidi sì
ma mai abbastanza,
nel tentativo
di catturare
fra le bacchette di bambù
delle mosche il volo
III.
Un origami la donna,
sfinge anche,
ma si sa che
di sé e dei diversi
mai è contenta
Talvolta
di Nemesi si fa figlia,
e di uomini e cavalli
le nude spoglie
non disdegna
IV.
Sol dicea
“Quel che ho,
poco o niente,
nell’anima mia…
ma di più quel che
non scorgete”
Sol dicea
la povera sua verità
che i Signori li seppelliva
in un indiscusso silenzio
V.
Un incubo goduto a metà
e si leva da folle occaso il sole
Un sogno abortito a metà
e nella fontanella cranica
si dimentica il bambino
E niente più bonsai poi
VI.
Per un esercizio di stile si muore senza un dio, senza una donna o una dama di carità, senza carie da sputare.
Bella. Amara. Ciao.
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Grazie, cara Nadia.
Un po’ di melanconia esistenziale, non direi una totale amarezza. In ogni caso giusto è che siano poi i lettori a decidere. ^_^
Ciao
Beppe
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