Ernesto Berretti. Intervista all’Autore: “La giostra dei pellicani” (Watson Edizioni)

Ernesto Berretti

Intervista all’Autore

La giostra dei pellicani

Per proteggere i propri affetti, non sempre si ha altra scelta se non “salire sulla Giostra”. Ecco, con questo libro vorrei suscitare anche questa riflessione in chi legge: «Io cosa avrei fatto al posto dei personaggi?».

di Giuseppe Iannozzi

La giostra dei pellicani - Ernesto Berretti

1. Ernesto Berretti, “La giostra dei pellicani” (Watson edizioni) è il tuo romanzo pubblicato, un lavoro che ti ha dato un po’ di filo da torcere, una storia difficile da mettere nero su bianco. Ma dopo dieci anni, “La giostra dei pellicani” è una realtà. Quali sono state le difficoltà che hai dovuto affrontare durante la stesura di questo tuo lavoro?

Più che difficoltà le definirei “variabili”. Su tutte, il fatto che l’aver avuto la grande opportunità di ricevere opinioni e commenti da personaggi del calibro di Leo Gullotta, Giancarlo De Cataldo e Gino Saladini (per citarne alcuni), ha però comportato revisioni e riscritture. Un’altra? L’interruzione per dedicarmi alla stesura del romanzo “Non ne sapevo niente”, pubblicato grazie alla curiosità con cui Diego Zandel (direttore di collana di Oltre Edizioni) ne ha sollecitato la scrittura. Ancora? Ho dovuto fare i conti con gli “attento a ciò che dici” o agli “evita il cliché”. E talvolta mi hanno messo all’angolo realtà che ignoravo e che, a quel punto, ho deciso di condividere perché, come ha detto la mia amica Valeria Bonaiti: «Sarà rischioso, ma tutto va detto perché la storia non va dimenticata mai». Ogni stesura è stata davvero appassionante, e sono certo che ciò che ha catturato me e l’editore di Watson Ivan Alemanno, catturerà anche i lettori.

2. “La giostra dei pellicani” racconta la storia di un ragazzo innocente che deve dichiararsi colpevole di omicidio di due carabinieri. È il solo modo che ha per far sì che la sua famiglia non venga sterminata dalla ‘ndrina. Oggi, dopo non pochi sconvolgimenti che hanno portato all’arresto di tanti malavitosi, è possibile dire che la ‘ndrangheta è stata sgominata?

Caro Giuseppe, non sai quanto vorrei poterlo dire. Ma purtroppo, come trapela anche dal mio romanzo, in contesti in cui il sistema legislativo non garantisce le necessarie tutele ai cittadini, temo che il bene assoluto non vince sul male senza esserne almeno contaminato.

3. Nel tuo romanzo appaiono (e scompaiono) tanti personaggi, ma il povero Duccio e don Michele sono protagonisti fino alla fine. Don Michele è un uomo senza scrupoli, non troppo intelligente ma capace di qualsiasi nefandezza. “La giostra dei pellicani” nasce dal racconto che un clochard ti ha fatto nel lontano 2012. Ernesto Berretti, non credo che siamo di fronte al resoconto fedele che hai avuto modo di ascoltare, sicuramente ci sono molti elementi inventati, necessari per dare una struttura ben definita alla narrazione.

Chi mi ha raccontato la sua storia, evidentemente, ha voluto liberarsene dopo una vita di “cautele”: io ho voluto proteggerlo dall’eventuale riconoscimento modificando riferimenti, nomi e località. E sì, diversi elementi sono stati costruiti proprio per svincolare la storia dal soggetto reale, mantenendola però plausibile nella sua tragicità.

4. Ne “La giostra dei pellicani” non c’è solo la storia di Duccio, ci sono anche degli accenni a molti fatti criminosi che negli ultimi cinquanta anni del Novecento hanno sconvolto l’Italia. Duccio è vittima di un destino crudele? Si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato?

Sono diverse le vittime in questa storia. Duccio lo è, suo malgrado: accetta di esserlo per salvare la propria famiglia dalla vendetta del boss che ha saputo della sua presenza sul luogo dell’uccisione di due carabinieri. Ci sono circostanze in cui anche rendersi invisibili non è possibile. E per proteggere i propri affetti, non sempre si ha altra scelta se non “salire sulla Giostra”. Ecco, con questo libro vorrei suscitare anche questa riflessione in chi legge: «Io cosa avrei fatto al posto dei personaggi?».

5. Un giovane giornalista prende a cuore il caso del giovane Duccio, non crede infatti che il ragazzo, non ancora maggiorenne, sia il vero assassino. Troppi dubbi e troppe incongruenze lo portano a formulare delle domande pericolose; le mette nero su bianco, le pubblica sul giornale locale, e la ‘ndrina, ovviamente, lo mette a tacere, costringendolo ad allontanarsi dalla Calabria. È un mestiere difficile e pericoloso quello del giornalista che vuole risalire alla verità, non è forse così?

A mio parere, per farlo non ci si può esentare dal dire tutto e, perciò, in certi contesti, è indispensabile quel mix di coraggio e incoscienza che espone spesso in modo irreversibile. Ma questa non è prerogativa esclusiva dei giornalisti: ci siamo NOI (quelli che fanno il loro dovere con responsabilità e senso civico) e ci sono LORO (quelli che fanno di tutto per evitarlo). Penso ad Antonio Guarisco, il candidato sindaco di Burgio ferito nell’attentato del 1946 di cui parlo nel prologo, che cosciente del pericolo cui andava incontro ha comunque governato il paese.

La giostra dei pellicani - Ernesto Berretti - Watson edizioni

6. “La giostra dei pellicani” è anche un romanzo storico?

Per dirla con lo strillo in quarta dello scrittore e sceneggiatore Salvatore Basile, è “Un romanzo storico che si lascia contaminare dalla tradizione del giallo, del noir e della grande saga familiare, una storia che attraversa la nostra Storia”. La narrazione si sviluppa in un periodo ricco di avvenimenti accaduti tra la seconda metà degli anni Quaranta e la fine del secolo scorso. I riferimenti storici abbracciano vari, curiosi, ambiti.

7. Duccio sa bene che la sua bella giovinezza ispira le fantasie sessuali dei detenuti, e lui non vuole assolutamente darsi al branco. Per sopravvivere alla durezza del regime carcerario, il giovane innocente deve stringere i denti, deve rendersi brutto, non desiderabile. Purtroppo per lui non ci sono altre vie percorribili: si deturpa il volto in maniera drastica e assai dolorosa.
Quanta violenza c’è nelle carceri italiane? Ernesto Berretti, hai condotto delle ricerche particolari per ritrarre in maniera così icastica il clima che si respira nei penitenziari?

I tempi sono cambiati e non saprei (e non potrei) rispondere alla prima domanda. Riguardo alle ricerche condotte, però, non nascondo la sorpresa nello scoprire la splendida figura del direttore Eugenio Perucatti (responsabile del carcere borbonico dell’isola di Santo Stefano), l’evasione di massa da Regina Coeli (tra cui “il Sardo” della Banda della Magliana), il sequestro al super carcere di Porto Azzurro (condotto da “Caterpillar”), la sommossa delle carceri “Nuove” di Torino. Ecco, il mio personaggio mi ha permesso di conoscere, e far conoscere, episodi o protagonisti di pagine poco note della storia d’Italia attraverso un punto di vista diverso.

8. Il romanzo è ambientato in Calabria, ma è più giusto dire che tu, Ernesto Berretti, metti in evidenza alcuni grandi mali e vizi dell’Italia del Sud, e non solo. Siamo di fronte a un lavoro che è anche un atto di denuncia nei confronti di… ?

Guarda, forse proprio per la riflessione che vorrei si ponesse chi legge, questo lavoro, più che un atto di denuncia vorrebbe soffermare lo sguardo sul termine “omertà”, usato troppo spesso come cliché. Mi spiego. Prima la malavita, quella che uccideva, caratterizzava il Sud dove amare qualcuno poteva rivelarsi una condanna in certe circostanze: da decenni la mala non ha più geografia, e questo rischio riguarda tutti. Perciò tutti dovrebbero capire di essere vulnerabili al male e che la battaglia da combattere è comune. E che omertà, talvolta, è protezione.

9. Giustizia e legge non sempre s’incontrano. Non è improbabile che, ancor oggi, in carcere ci siano diversi innocenti. Ernesto Berretti, con il tuo “La giostra dei pellicani” affronti un tema molto delicato che, oggi più di ieri, è al centro di accesi dibattiti. Mentre buttavi giù le varie stesure del tuo romanzo, hai avuto modo di confrontarti con giudici, avvocati, magistrati?

Hai detto bene: è un tema molto delicato, e per essere affidabile nei contenuti mi sono confrontato con avvocati per evitare affermazioni false o incongruenti. Bisogna distinguere gli innocenti per “errori giudiziari” da quelli per le “assunzioni di colpa” per scagionare ricattatori o per salvare affetti.

10. Senza svelare troppo della trama, chi sono i pellicani? Sono angeli, demoni o hanno una natura non definibile?

Nel romanzo i pellicani sono quelli che pongono la propria vita in secondo piano riguardo a quella di chi amano. Se ci pensi bene, in un certo senso siamo tutti pellicani, non trovi?

11. Ernesto Berretti, a chi è destinato il romanzo “La giostra dei pellicani”? Chi non può davvero fare a meno di leggerlo? Domanda imbarazzante, lo so.

Intanto è rivolto a chi ha il “coraggio” di scoprire un autore nuovo, da cercare perché assente sugli scaffali in libreria. E poi a chi sarà felice di far conoscere questo nuovo autore, acquistando di nuovo il libro per regalarlo, o con il passaparola. «Chi non può davvero fare a meno di leggerlo?» mi chiedi: chi ama le storie “vere” e chi, volendo vivere da protagonista, è disposto a farsi una domanda a cui, forse, non riuscirà a rispondere.

Ernesto Berretti

Ernesto Berretti è nato a Catania nel 1968. Da maggio a dicembre del ’95 con la Guardia di Finanza è stato Basco blu nella UEO Danube Mission, a Calafat. L’operazione di polizia doganale fu istituita per favorire la pacificazione nei territori dell’ex Jugoslavia, con l’incessante controllo del traffico fluviale sul Danubio in attuazione dell’embargo disposto dall’ONU. Alcuni suoi racconti completano raccolte edite da case editrici, enti pubblici e associazioni culturali. Oggi vive e lavora a Civitavecchia e, per giocare sulla routine familiare ha pubblicato l’e-book “Marie’, se stanotte russo…”. Ha pubblicato “Non ne sapevo niente. Serbia 1995 Danube Mission, le rivelazioni di un Basco Blu” (Oltre edizioni, 2018) e “La giostra dei pellicani” (Watson edizioni, 2022).

La giostra dei pellicaniErnesto Berretti – Watson edizioni – Collana: Ombre – Prima edizione: dicembre 2022 – Pagine: 238 – Prezzo di copertina: 16,00 €

Informazioni su Iannozzi Giuseppe

Iannozzi Giuseppe - giornalista, scrittore, critico letterario - racconti, poesie, recensioni, servizi editoriali. PUBBLICAZIONI; Il male peggiore. (Edizioni Il Foglio, 2017) Donne e parole (Edizioni il Foglio, 2017) Bukowski, racconta (Edizioni il Foglio, 2016) La lebbra (Edizioni Il Foglio, 2014) La cattiva strada (Cicorivolta, 2014) L'ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta, 2013) Angeli caduti (Cicorivolta, 2012)
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