La pelle – Curzio Malaparte – A cura di Caterina Guagni, Giorgio Pinotti – Adelphi

La pelle – Curzio Malaparte

A cura di Caterina Guagni, Giorgio Pinotti

Adelphi

La pelle - Curzio Malaparte - Adelphi

Una terribile peste dilaga a Napoli dal giorno in cui, nell’ottobre del 1943, gli eserciti alleati vi sono entrati come liberatori: una peste che corrompe non il corpo ma l’anima, spingendo le donne a vendersi e gli uomini a calpestare il rispetto di sé. Trasformata in un inferno di abiezione, la città offre visioni di un osceno, straziante orrore: la ragazza che in un tugurio, aprendo «lentamente la rosea e nera tenaglia delle gambe», lascia che i soldati, per un dollaro, verifichino la sua verginità; le «parrucche» bionde o ruggine o tizianesche di cui donne con i capelli ossigenati e la pelle bianca di cipria si coprono il pube, perché «Negroes like blondes»; i bambini seminudi e pieni di terrore che megere dal viso incrostato di belletto vendono ai soldati marocchini, dimentiche del fatto che a Napoli i bambini sono la sola cosa sacra. La peste – è questa l’indicibile verità – è nella mano pietosa e fraterna dei liberatori, nella loro incapacità di scorgere le forze misteriose e oscure che a Napoli governano gli uomini e i fatti della vita, nella loro convinzione che un popolo vinto non possa che essere un popolo di colpevoli. Null’altro rimane allora se non la lotta per salvare la pelle: non l’anima, come un tempo, o l’onore, la libertà, la giustizia, ma la «schifosa pelle». E, forse, la pietà: quella che in uno dei più bei capitoli di questo insostenibile e splendido romanzo – uno dei pochi che negli anni successivi alla guerra abbiano lasciato un solco indelebile nel mondo intero – spinge Consuelo Caracciolo a denudarsi per rivestire del suo abito di raso, delle calze, degli scarpini di seta la giovane del Pallonetto morta in un bombardamento, trasformandola in Principessa delle Fate o in una statua della Madonna. Come ha scritto Milan Kundera, nella Pelle Malaparte «con le sue parole fa male a se stesso e agli altri; chi parla è un uomo che soffre. Non uno scrittore impegnato. Un poeta».

Curzio MalaparteCurzio Malaparte (Prato 1898 – Roma 1957), nome d’arte di Kurt Erich Suckert (umoristico pseudonimo che si basa sulla parola “Bonaparte”) è stato uno scrittore, giornalista e saggista italiano. All’estero è conosciuto soprattutto per i suoi romanzi Kaputt e La pelle, resoconti autobiografici della sua esperienza di giornalista e ufficiale durante la seconda guerra mondiale, e Maledetti Toscani.
Il padre è un tintore della Sassonia, la madre è milanese, ma cresce a Prato. Nella prima giovinezza inizia a simpatizzare per gli anarchici per poi passare al Partito Repubblicano Italiano. Parte come volontario per la Grande Guerra e sono questi gli anni in cui inizia a dedicarsi alla scrittura del suo primo libro sul conflitto intitolato Viva Caporetto! Il volume viene ben presto sequestrato per vilipendio delle forze armate, perciò sarà pubblicato con un nuovo titolo, La rivolta dei santi maledetti.
Curzio diventa ben presto ammiratore di Mussolini partecipando alla Marcia su Roma. È attivo nelle posizioni di fascismo di sinistra intransigente, sostenendo la cosiddetta rivoluzione fascista. Pian piano si allontana dal regime e per questo viene mandato al confino da cui uscirà solo grazie all’amicizia con Galeazzo Ciano. Dopo l’8 settembre 1943 si arruola nell’esercito cobelligerante italiano del Regno d’Italia collaborando con gli Alleati contro i nazisti e i fascisti della RSI e aderendo poi idealmente alla nuova democrazia italiana.
In seguito alla seconda Guerra Mondiale, sceneggia Il Cristo proibito, film neorealista che nel 1951 si aggiudica il premio Città di Berlino.
Diventato collaboratore del «Tempo» (dove cura la rubrica Il Serraglio), nel 1957 viaggia in Urss, e da lì si sposta in Cina, dove ha l’occasione di intervistare Mao Tse-tung. Nel secondo dopoguerra si avvicina al Partito Comunista Italiano, stringendo amicizia con Palmiro Togliatti.
Il suo stile è molto realistico e spesso si avvicina alle tematiche di Louis-Ferdinand Céline.
Di Malaparte, Eugenio Montale disse:
«Un parlatore squisito e un grande ascoltatore pieno di tatto ed educazione.»

La pelleCurzio Malaparte – A cura di Caterina Guagni, Giorgio Pinotti – Adelphi – Collana: Gli Adelphi -Pagine: 379 p., Brossura – ISBN: 9788845930379 – 13,00 €

Informazioni su Iannozzi Giuseppe

Iannozzi Giuseppe - giornalista, scrittore, critico letterario - racconti, poesie, recensioni, servizi editoriali. PUBBLICAZIONI; Il male peggiore. (Edizioni Il Foglio, 2017) Donne e parole (Edizioni il Foglio, 2017) Bukowski, racconta (Edizioni il Foglio, 2016) La lebbra (Edizioni Il Foglio, 2014) La cattiva strada (Cicorivolta, 2014) L'ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta, 2013) Angeli caduti (Cicorivolta, 2012)
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