L’abbiamo pagata cara la vita

L’abbiamo pagata cara la vita

ANTOLOGIA VOL. 253

Iannozzi Giuseppe

Delusions of Grandeur by Chatterly

Delusions of Grandeur by Valeria Chatterly Rosenkreutz –

NON MI SONO FATTO NIENTE

Cinzia Paltenghi,
sempre e per sempre Mamma Lupa

Non mi sono fatto niente
Sono caduto
e non mi sono rotto le ossa
Il muro di Berlino c’è ancora
nonostante dicano sia andato giù,
e a Ovest il sole è ben nascosto
dietro montagne di neve bianca

Non mi sono fatto niente
Sono caduto e i numeri della Cabala
non hanno detto un bel niente
I giorni sul calendario
sembra non passino mai
dove ora io sto, questo so
Fantasmi mi menano pacche sulle spalle
rassicurandomi che passerà,
che non è poi così difficile far volare il tempo
con una buona educazione mentale

Ripasso a memoria Gogol’
e di notte sogno un camino,
larghe spire di fumo
che affumicano parole

Non mi sono fatto niente
Sono caduto
e adesso vesto stracci,
e spio il mondo di fuori
da dietro uno spiraglio,
da dietro uno spiraglio
della prigione dove io sto

CERCO DI CAPIRE QUESTE NUVOLE

Cinzia

Cerco ancora di far mia la grandezza
che permise a Mosè di divider le acque
Cerco ancora di operare una magia
che dia un senso alla raggiunta libertà;
esser liberi non ci rende immortali
e nemmeno più forti ad affrontare,
dì dopo dì, della vita i tanti perché

Dicono sia risorto il terzo giorno
E qui cade di nuovo la Pasqua:
nuove vite vengono alla luce,
altre si spengono all’improvviso,
senza un perché; la solita storia,
la solita che ci scassina piano l’anima,
la solita che non capiamo appieno mai

Cerco di capire queste nuvole nere
che oggi piangono sul Mar Rosso
E cerco di capire perché, perché
non vieni mai a baciare i sogni miei
con una parola, con una libertà
che mi dica di te, Amica mia

UGUALE ALL’AMORE

Per te ho spento mille falò
Per te ho affrontato l’Urbe
Ho rimosso il bene e il male
Ho dato via ogni dì
a una risata strozzata

Per te, per te, solo per te
completamente senza parole,
come un manichino in ginocchio
cullato dal vento

Per te, per te, solo per te
completamente senza vita,
come un’altalena dimenticata
fra fiordalisi, giaggioli
e inestricabili trame d’ellera

Per te, solo per te la mia vita
che m’appariva tanto sacra,
uguale all’amore senza tempo

BOURBON STREET BLUES

Sì, ho scialacquato la mia tenerezza
sfidando l’argentea millenaria luce,
la bellezza della Luna in cielo alta.

Come uno che solo ha tempo per se stesso,
ho abbandonato la mia piccola amante
per un plettro d’avorio, qui a New Orleans,
Bourbon Street Blues.

Se gli annegati hanno mute le labbra,
non io che vivo e stono questo Mississippi
nota dopo nota, all’infinito…

Oh, la mia piccola amante, il suo incanto,
quel suo modo di specchiarsi nel lago
bersagliato dai raggi d’oro del primo sole:
come ho potuto esser così tanto crudele?

Come una pioggia che solo ama il dolore,
ho preso a scivolare dentro ai tombini,
qui a New Orleans, Bourbon Street Blues.

Come ho potuto esser sì tanto infantile?
Oh, la mia piccola amante, il suo infinito,
il suo amore, fiore di luce fra le labbra!

Suonando una chitarra che fosse solo mia,
ho scialacquato tutta la mia dolcezza
per raccogliere l’autunno
e l’insondabilità d’un’eclissi di Luna
sotto la pioggia, qui a New Orleans,
Bourbon Street Blues.

LA CADUTA DI OGNI SPERANZA

Non seguire la cattiva strada, fa’ attenzione a queste note:
perderai tutti i denti, perderai il rispetto della tua donna,
e ti terrà il tempo l’abbaiare d’un cane rognoso,
ti ricorderà che sei nato bastardo con la luna di traverso.
Non c’è un jazz sano da ballare. Non c’è.

Non seguire la cattiva strada, fa’ attenzione a queste note,
quelle d’un trombettista dannato, d’un grande condannato:
in una notte di primavera, in volo planando
sul selciato, da una finestra d’albergo di Amsterdam,
la caduta della vita nella tromba d’un’altra vita.

In una notte di primavera, non interpretare come me
le note sul pentagramma, la caduta d’ogni speranza.

Non c’è altro da sapere.

RIMBALZA L’OM

La palla che contro l’Om rimbalza
Il cavallo a dondolo che di sonno muore
Il giorno che di baci di fuoco s’infiamma
E noi qui sospesi e sospetti
mentre il cielo si prepara a cadere

La poesia morta, nel Getsemani sepolta
Vogliono sapere chi il corpo ha trafugato
Dicono che ciechi non siamo nati,
ma che a tirar per le lunghe ancora il discorso
potremmo presto noi baciar di Tiresia la sorte

Insistono che solo gli mancava la parola,
che troppi colpi alla testa, alla bocca dello stomaco
l’hanno inginocchiato
e che anche questa colpa la pagheremo
Ripetiamo, ripetiamo che non sappiamo,
che Lazzaro non l’abbiamo noi di nuovo ucciso

Non ce la caveremo, questo lo sappiamo
La palla non continuerà a rimbalzare;
domani l’Om sarà infranto e piangeremo,
vana domani sarà per l’anima la preghiera
e nel cavo della morte finalmente capiremo

ESMERALDA (TU LO FAI MEGLIO)

Quel che fan le nuvole,
quel che fan in cielo lassù,
Esmeralda, tu lo fai meglio
con la tua bocca a cuore
che mi sussurra “amore! questo bacio,
questo bacio è per te”

Come una donna venuta
dal profondo oriente di luce accecante
il buio lo sgretoli in polvere di stelle,
e mi restituisci all’idea che c’è dell’altro
al di là di certe danze di dervisci nei deserti

Alle tue caviglie ciondoli di luce
tintinnano, danzano insieme a te
per lo spirito tuo zingaro, d’oro;
e bruciano, i passi tuoi il tempo battono,
ritmo danno al petto mio

Nudi i piedi, niente tacchi alti…
accenno mi dai perché muto rimanga;
premi sulle mie labbra l’indice,
la nudità dei passi tuoi mi mostri
e i tuoi giochi di sesso mi lasci a sognare
E in silenzio il mio cuore resti ad ascoltare

Quanto, quanto bella la squillante risata
dello spirito tuo zingaro d’oro, di nudo oro

E bruciano, il tempo i passi tuoi battono
Dannano il petto mio, che non sa preghiera
se non quella dei candidi tuoi fianchi,
di nudità ancor tutta da scoprire

Qualsiasi cosa fan le nuvole lassù,
è certo!, mille volte meglio lo fai tu
Per le mille e una storia, ora ci sei tu,
per le mille e una notte, ora ci sei tu

Qualsiasi cosa,
qualsiasi cosa inventino lassù,
per erotico desiderio lo fai meglio tu:
un passo e un altro,
carnal spiraglio sboccia
sopra alla giarrettiera,
e nudi i piedi a danzare infinitamente,
e i tacchi abbandonati accanto a me

Così zingara,
di sonagli alle caviglie l’amor d’oro

L’amor che mi sussurra “questo bacio
questo bacio è per te”
Nessuna lo fa meglio, nessuna lo dice meglio

Nessuna lo fa meglio, nessuna lo dice meglio
Nessuna lo fa meglio, nessuna lo dice meglio
Nessuna lo fa meglio, nessuna lo dice meglio

CON QUESTA LUNA

Con questa luna rossa che nella mia testa sballa,
questa notte lasciami andare dalla mia donna:
le ho fatto una promessa di pentole e coperchi,
e lei ha scommesso il suo vestito più tragico
su me. Su di me, il suo nudo vestito.

POESIA NON SCRITTA

Prenderò quel treno
al volo, sfidando il vuoto.
Lascerò questo posto.
Farò ritorno da te
allontanandomi da te,
come la fiamma d’una candela
catturata dal vento,
come il cielo
che incontra
solo altro cielo blu. E
poi niente più.

Prenderò un giorno di primavera
e il primo suo boccio abortito;
lo dirò il supremo mio errore.
E sul cuore l’appunterò
perché poesia non scritta
che sapevo da prima di me.

Di quale altro sballato sogno
hai ora bisogno?

Vedo sempre un po’ di Me
nei tuoi frammenti di Te.

Prenderò quel treno
al volo, sostenendo la follia mia,
perché il sogno non si esaurisca
insieme alle prime luci dell’alba.

LA PIÙ FORTE

Sì cara l’abbiamo pagata la vita,
e tu, proprio tu, ora, Vita,
a me vieni, strisciando,
simile a serpente velenoso,
e piano all’orecchio mio sibili:
“Solo a me stessa darò, e mai
e poi mai una briciola a te.
Arrangiati!”

Per queste sì dure parole, Vita,
alle tue manie di grandezza
ti lascio,
e per la strada mia proseguo,
ché da sempre son stata di te
io la più forte.

RITRATTO DI DONNA

oramai non ho più paura, sai
non ho pause né baci in sottofondo
oramai dormo poco e sogno tanto
oramai nasco sulla bocca
come un fiore partorito da una tomba
oramai non ho più parole
da darti in pasto per farne concime,
per sbriciolarle in quel che fu l’epitaffio
del nostro amore

oramai mi sembra tutto così normale
che sia finita così, con il mio dolore
e la tua completa indifferenza

metto su quel vecchio disco di bob dylan
che ti piaceva tanto e canto
non sento più niente, non sento più niente
da quando ho imparato che il sogno è tutto
e tutto il resto è destinato a marcire

l’uomo della pioggia non si stanca mai
domani bel tempo, dopodomani lacrime e sudore
il telegiornale mi sveglia al mattino puntuale
c’è una guerra in corso e c’è un uomo in fuga
un altro l’hanno accoltellato alle spalle in un vicolo
perché sapeva troppo sul conto di quel parrucchiere
questo mondo non cambia mai nonostante gli anni

quando conosci l’inferno non sai dov’è la luce
né la desideri per un’ipotesi di futuro alla boia d’un giuda
quando capisci che non hai più paura non ce l’hai più
e tutto passa, e non t’importa come, se veloce o lento

oramai mi sembra tutto così normale
che sia finita così, con il mio dolore
e la tua completa indifferenza
ma berrò alla tua salute un goccio di vino rosso
l’ebreo errante per ora è ancora qui col suo tormento
non aspetta l’inverno o un’altra stagione
l’uomo della pioggia gli ha spiegato tutto da un pezzo

oramai non ho più paura, sai
non ho pause né baci in sottofondo
oramai dormo poco e sogno tanto

PER UNA VITA INTERA HO ATTESO

Per una vita intera ho atteso
la crudeltà della verità
Accosto al lume d’una candela,
ho qui atteso bevendo vino rosso,
senza mai dimenticare d’ascoltare
le tue labbra serrate
Ho atteso studiando le nostre ombre,
che, giorno dopo giorno,
sui muri si allungavano un po’ di più

Per una vita intera ho atteso
questo momento – un appunto
fra le pagine di quei libri
che amavamo sfogliare,
spogliandoli di alcune pagine
per farne aerei e barchette
da affidare all’aria o all’acqua

Tempo dopo tempo ho atteso,
perdendo dei bicchieri infranti il conto
Ho atteso,
non me lo puoi rimproverare
Ho qui atteso per conoscerci
finalmente fino in fondo

CANZONE D’AMORE

La mia canzone d’amore
fra le tue gambe
La mia bocca
un’armonica che suona
la vita
nel segreto tuo velluto

Questo letto ha voce
Ha orgasmi più infiniti
del paradiso
Questo amore
che non si consuma,
questo amore
così indecente
è per colpa tua

SACRIFICATI

Tacemmo
per crederci innamorati
tra vuoti sorrisi
e sacrificati peccati.

ESTREMO ADDIO

Vennero proprio tutti
dal vicino al prete, dal santo al becchino:
tutti avevano le loro pistole ben cariche,
era difatti il giorno del nostro matrimonio,
Amor mio che sorridi e piangi e deridi
Io reggevo la Colt e la fede con la mano
che in un dì non lontano cercò la verità
– la tua verginità fra le tue nere mutandine

Vennero proprio tutti
a darci l’estremo addio

AMPUTATE LA MANO

Onorato,
non pazzo.
Amputate la mano
se vi fa piacere,
ma non la penna
che reggo
in bilico
fra realtà
e
irrealtà.

Lasciatemi sognare!

NON HANNO VALORE

Non hanno valore
le parole,
nella vostra gola
sprofondano
e per sempre lì giacciono.

SENZA TITOLO

Venisti a me in un giorno d’insana vertigine
e presto mi perdesti nella sua alba di ruggine

Venisti a me con la tua stupida giovinezza
e presto la perdesti!

SEMPRE ATTENDO

Sempre attendo
sia tu per me
a tradurre le parole
che han per me
suono straniero

Per quanto
fra le note della canzone
a fondo e di più
navighi la mente,
mai riesco a cogliere
nella sua interezza
la tenerezza
di questa storia d’amore
che ancor dir non so
se disperata, felice
o forse solo a metà

Sempre attendo
l’incontro,
il faccia a faccia
che domani ci vedrà
complici d’un’uguale
sazietà d’emozioni
Sempre attendo
il domani

Sempre attendo
sia tu a dar un senso
a tutti quei sensi
che al mio sentire
oggi sfuggono
sbrecciando
un poco appena,
con indefinita pena,
della città
le dure romane mura

Informazioni su Iannozzi Giuseppe

Iannozzi Giuseppe - giornalista, scrittore, critico letterario - racconti, poesie, recensioni, servizi editoriali. PUBBLICAZIONI; Il male peggiore. (Edizioni Il Foglio, 2017) Donne e parole (Edizioni il Foglio, 2017) Bukowski, racconta (Edizioni il Foglio, 2016) La lebbra (Edizioni Il Foglio, 2014) La cattiva strada (Cicorivolta, 2014) L'ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta, 2013) Angeli caduti (Cicorivolta, 2012)
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5 risposte a L’abbiamo pagata cara la vita

  1. Isabella Difronzo ha detto:

    Intanto, condivido 😘

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  2. Pingback: L’abbiamo pagata cara la vita | Isabella Difronzo

  3. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Grazie infinite, cara Isabella. 😘

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