Intervista a Laura De Luca: “Breve storia filosofica della voce”

Laura De Luca: “Spesso i difetti qualificano una voce

Breve storia filosofica della voce

Iannozzi Giuseppedi Iannozzi Giuseppe

Breve storia filosofica della voce - Laura De Luca - Graphe.it Edizioni

1. “Breve storia filosofica della voce” (Graphe.it Edizioni) ci introduce a scoprire la voce, lo strumento che essa è. Laura De Luca, quale profonda esigenza ti ha spinta a scrivere questo libro?

L’esigenza di archiviare le lezioni sul campo che ho dato nel corso degli anni ai miei allievi (giovani colleghi stagisti che mi hanno affiancato nella radio per cui lavoro). E insieme alle lezioni, le idee che da quelle lezioni improvvisate nascevano fra loro e me. Un libro dunque dedicato a tanti giovani professionisti (non solo della radio) che usano la voce ma che spesso non sanno di avere in dotazione uno strumento così prezioso.

2. L’uomo si esprime attraverso la voce che è di parole. Scrivi che “non ci sono maschere per la voce”, perché “la voce ci mette a nudo.” Tuttavia, nel corso degli anni, la voce cambia, per motivi fisiologici o meccanici. Il nostro timbro vocale si modifica, e non è forse questa una sorta di maschera?

No, è un cambiamento effettivo e inevitabile dettato dalla natura. Così come nel corso degli anni cambia il nostro aspetto fisico. Ora, se possiamo cercare di mascherare le rughe con chili di cerone, se possiamo gesticolare per non tradire la nostra emozione, se possiamo addobbarci di abiti sfarzosi per essere in tono in un ricevimento importante, non riusciremo mai a falsare la nostra voce. Un orecchio allenato e attento capirà sempre ciò che il proprietario di quella voce sta cercando di nascondere. A meno che chi parla non sia un attore.

Laura De Luca3. “Mi incantavo alla musicalità delle voci, alla loro energia e alla loro seduzione…”. Molti celebri cantanti hanno migliorato la loro voce nel corso degli anni, fumando molto, ad esempio.

Spesso i difetti qualificano una voce. Un esempio: Sandro Ciotti, grande radiocronista di calcio, con una voce inspessita da decine e decine di sigarette. Indimenticabile. E che dire delle “vociacce” della musica leggera? Pessime, se ci si ferma alla limpidezza del timbro, ma piene di personalità e di pathos: Lucio Battisti, Pino Daniele, Rino Gaetano… Voci sgranate, sporche, afone, magari da fumatori. Eppure, quante emozioni ci hanno donato quelle voci.

4. Marcel Proust scriveva: “Nulla altera le qualità materiali della voce quanto il fatto di contenere il pensiero.” A tuo avviso, Laura De Luca, Proust diceva il vero?

Dirò di più: nella voce il suono si pensa. Il suono si fa pensiero. Perché la voce è pensiero.

5. “Una voce che non si fonda su niente, finisce sempre per scomparire.” E’ questa una massima di Buddha che è anche nel tuo saggio. Su che cosa si deve fondare (formare) una voce per poter esser detta tale?

Sull’ascolto. E non solo di se stessi, ma degli altri. Infatti i sordi hanno difficoltà a parlare.

6. “Imitando gli animali che emettono versi armoniosi, come il cigno e l’usignolo, abbiamo appreso il canto”, scriveva Plutarco. Che tipo di relazione intercorre fra il canto e la voce?

Anche il canto è voce. E’ voce fluidificata, che si affida alla liquidità di una melodia. Credo che non esista libertà più grande del poter cantare come se nessuno ci ascoltasse, eppure cantando come se tutto il mondo fosse la nostra orchestra e insieme il nostro uditorio.

7. Perché è importante leggere ad alta voce?

E’ stato importante per me, come ho raccontato. Perché la mia voce si metteva a servizio del testo che leggevo per aiutarmi a capirlo. E’ allora che ho capito che la voce è uno strumento, ma non del nostro ego. E’ uno strumento a servizio di chi non ha voce e rischia di rimanere sepolto nelle pagine di un libro o, peggio ancora, nell’anonimato di drammi di cui nessuno parla. Anche per questo sono contenta di lavorare alla radio. Per dare voce a chi non può parlare.

8. Ieri, i poeti declamavano le loro poesie ad alta voce, oggi un po’ meno. La mia impressione è che, oggi, chi dovrebbe imparare a tacere parla, e chi invece dovrebbe parlare, per chissà quale motivo, tace. Qual è la tua opinione in merito?

Sono d’accordo. Chi dovrebbe parlare, anzi urlare, dissentire, protestare, tace (vedi sopra) non ha gli strumenti oppure non è ascoltato, o peggio gli viene tappata la bocca. Chi dovrebbe imparare a tacere parla, perché abbiamo perso anche la dignità del silenzio, delle pause di attenzione nei confronti degli altri. Facciamo a gara a chi urla di più. L’esito è necessariamente Babele. Per questo reimparare a usare la voce è fare un passetto verso il recupero della civiltà.

9. C’è purtroppo chi nasce sordo e muto, ma riesce comunque a farsi sentire attraverso il silenzio e non solo. Si può dire che chiunque riesca a comunicare qualcosa ha una voce, anche se questa non scaturisce dall’apparato fonatorio?

La più importante infatti è la voce di dentro.

10. “Per i cristiani Dio è una parola che si fa voce, uomo. Ma la voce umana è carne che si parola, verbo. Uomo e Dio sono destinati a convergere, a dialogare.” Però mi sembra che anche chi non crede in un Dio sia capace di parlare, di far arrivare il suo pensiero a tante persone.

Quella frase vale per chi crede. Chi non crede ha un’infinità di altri interlocutori qui sulla terra con cui dialogare.

11, Qualcuno, forse dotato di un po’ troppa fantasia, ha ipotizzato che in futuro l’uomo comunicherà con il pensiero. Se ciò dovesse accadere, si potrà ancora parlare di “voce umana” e “voce di Dio”?

La voce più  importante, dicevo, è quella di dentro. Potrà anche non avere suono, ma non potrà non avere vibrazione, energia. La fisica quantistica ci ha insegnato che tutta la materia vibra, oscilla, cioè si trasforma e si muove incessantemente. Noi compresi. Non smetteremo mai di comunicare. Così come comunicano i quanti, le particelle subatomiche. Che hanno, forse, la loro voce.

12. “Le voci sono infinite, come le impronte digitali”, e aggiungo io, non sono replicabili. Nel tuo lavoro, Laura De Luca, sottolinei che “le voci sembrano […] avere vita propria rispetto ai loro cosiddetti proprietari.” La nostra identità non corrisponde, in molti casi, al timbro vocale che madre natura ci donato. E’ piuttosto inquietante, non trovi?

Avviene appunto quando alcuni cercano appunto di truccare le proprie voci. E allora si crea una grottesca, patetica distonia, la perdita della trasparenza. Può riuscire qualche volta, ma prima o poi si viene scoperti. Il mondo è pieno di cialtroni, gente poco credibile, venditori di fumo… Prima o poi le loro voci li smascherano. Non ci sono maschere per la voce.

13. A chi si rivolge “Breve storia filosofica della voce”? Immagino sia un libro per tutti e non solo per chi la voce la usa perché con essa ci lavora.

Dicevo che i primi destinatari sono stati un po’ i miei allievi alla radio. Poi penso, spero, sia un libro per tutti. Per tutti quelli che hanno l’umiltà di pensare alla propria voce come un patrimonio in dotazione a ciascuno di noi, potenzialmente destinato a migliorare i rapporti interpersonali. A incrementare dunque non l’autoascolto narcisistico, ma l’ascolto degli altri, cioè la premessa per il dialogo.

LAURA DE LUCA, radiogiornalista, conduttrice e autrice radiofonica, dal 1982 alla Radio Vaticana, ha studiato il fenomeno radio in diversi studi, saggi e convegni; sul fronte produttivo si è dedicata in particolare al recupero dello storico format delle interviste impossibili. Tra le ultime pubblicazioni: Cara Radio. Cartoline dal mondo della radio nell’epoca del web (Armando 2019), Manifesto per la liberazione dell’uomo (scritto da una donna) (Il Giornale, 2019), Nati per la radio (Solfanelli, 2020). Ha siglato anche testi di narrativa, poesia, e opere da lei illustrate.

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Breve storia filosofica della voce – Laura De Luca

Breve storia filosofica della voceLaura De LucaGraphe.it Edizioni – collana Parva [saggistica breve], 18 – pagine 112 – In libreria il 26 settembre 2020 – ISBN 9788893721097 -€ 8,50

Informazioni su Iannozzi Giuseppe

Iannozzi Giuseppe - giornalista, scrittore, critico letterario - racconti, poesie, recensioni, servizi editoriali. PUBBLICAZIONI; Il male peggiore. (Edizioni Il Foglio, 2017) Donne e parole (Edizioni il Foglio, 2017) Bukowski, racconta (Edizioni il Foglio, 2016) La lebbra (Edizioni Il Foglio, 2014) La cattiva strada (Cicorivolta, 2014) L'ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta, 2013) Angeli caduti (Cicorivolta, 2012)
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