urla sottoterra sottovoce

urla sottoterra sottovoce

per Allen Ginsberg

di Iannozzi Giuseppe

I.

Ci hanno detto di sputare il cielo in una pozzanghera di nubi:
danzavi portandoti a spasso le mie lagrime negli occhi,
ma la strada da percorrere era un segreto che non sapevi,
e ti prendeva tutta, senza che tu potessi darti pace.

Sapevo che stavi soffrendo,
perché una puttana vergine
non ha che se stessa al suo fianco
& mille fantasmi cannibali
a dimostrarle difesa di fronte
alle frotte degli angeli indemoniati
agli angoli dei semafori
sempre pronti a santificare le feste
nel loro nome
e ad accompagnarsi a scorte di manganelli.

Quelle immobili visioni,
che avevi,
rispondevano a comando:
ti immaginavi in un urlo,
o in una risata folle,
per darti via
con una moneta in tasca
e un tacco a spillo piantato nel cuore.
Eppure non avresti proprio voluto soffrire a quel modo,
farti simile a tua madre,
che buttava la sua rabbia addosso a te
per passarla a tuo padre,
che affilava la coramella sulla tua schiena.
Eppure è successo
& ancora non sai spiegartene il motivo.
La forza, la gloria,
che trovasti,
fu un perdersi in un cielo
che ti dava a spingerti sulla strada.
Incontrasti la vastità degli uomini
e la loro pontificata pazienza
nel rigurgito animale
degli orgasmi:
e le pozzanghere
che ti invasero
si fecero profonde
come i segni sulla schiena
che non osavi mostrare allo specchio,
che ti capovolgeva
mentre esibivi una rosa di sangue
fra le gambe
a quel solito sconosciuto che,
ad ogni notte,
cambiava nome
ma mai il volto.

II.

Fuori ho visto l’Atomica esplodere
in un arcobaleno di passioni
& le menti si sono fuse
in un coito di geniale carnalità
compressa nello strazio
di mille e mille morti,
finalmente,
in una sola Morte.
Ma le ombre
che furono loro
si accartocciarono sui muri
gridando:
“Identità!”.
Gesù scese dalla croce
trascinandosi sulle spalle
l’utero spezzato:
guardò con gli occhi ciechi
le ombre
e provò a baciarle
un’ultima volta,
& Giuda gli cacciò in culo
una benedizione
presa in pegno al Banco dei Trenta Denari
e una carezza strappata dal bosco dei Getzemani.
Mio figlio non sta proprio bene:
ha un cancro trapiantato nell’Anima
e un serio problema di compostezza sociale.
Non insegue l’Eternità
e la Dorata lontananza del Giorno e della Notte.
Si caccia in casini
che non ti dico,
poi dà la colpa a se stesso,
ma non fa niente
per cambiare la pena
che si porta in mezzo alle gambe:
taglia l’inutile proboscide scadendo in rota,
ma finito l’effetto
si fa un’altra scimmia
e cerca una preghiera
in una piaga di violino
per sentire l’ebbrezza d’un’aritmia mortale.
E mai che accada.
L’altro giorno è venuto in me
con un sogno
ma era spento
& prova e prova e prova,
alla fine s’è dovuto arrendere
nell’Occhio di Ciclope
& alla fine ha confessato
che ama troppo sua madre
e che avrebbe proprio tanto bisogno di possederla
senza dover andare in strada a cercarla
con uno schiaffo di banconote.

III.

Ho un proiettile nell’occhio
che ogni tanto mi fa piangere,
ma non c’è un motivo apparente
che spieghi,
& allora mi tocca stringere la croce
e forgiarla in un’aneurisma
che mi ridia una vertigine perfetta e solidale con le emozioni
che mi stuprano il dolore
che si crede migliore di me.
Non è facile spiegare
quando ci si trova spiazzati
nell’immobilità
& l’occhio esploso non m’aiuta affatto,
anche se mi fa molto carino
agli sguardi delle donne.
Ma non è questo il punto
a cui dovrei mirare,
perché quello che cerco
è una chiarezza inconfondibile.
E’ tutto un fottio qui,
Vecchio Stronzo,
che ieri mi desti un soldo per dirti bello
a quella donna
che hai ammazzato in un incidente
di lisergica memoria.

IV.

La casa è crollata nel tradimento
di farci due a due,
l’uno nascosto all’altro.
E’ bello, è bello, è bello, è bello, è bello.
Chi? Cosa? Dove? Come? Quando? Perché?
Ma perché son io
a dovertelo domandare?
Solo questo conta,
anche se l’uomo,
che se ne va a spasso
con l’utero sulle spalle
come fosse una croce,
dice che non dovrei preoccuparmi
perché lui ci restituirà
la bellezza di crederci,
di nuovo,
tutti peccatori.
& blatera
che Uno e Trino è stata una scopata
venuta nella Passione
delle trombe dell’Infinito,
quando avremmo dovuto solo aspirare
alla Normalità.
Già, dev’essere come dice quel pazzo:
“La frusta batte sempre sul dente cariato!”
Ma io mica l’ho capito,
ma ho presentimento
che sia giusto per noi
& che certe certezze siano possibili solo ai Dioscuri.
Ah, i gemelli Dioscuri! Castore e Polluce, la leggenda:
Zeus che si invaghì di Leda, moglie di Tindaro, re di Lacedemone,
e si unì a lei sotto forma di cigno,
facendole generare due uova.
& da uno nacquero,
nelle vicinanze di Sparta,
i gemelli Polluce ed Elena.
& dall’altro Castore e Clitennestra.
Quest’ultimi erano figli di Tindaro,
che si unì a Leda
dopo gli amori di questa con Zeus.
& quindi Polluce,
figlio del dio,
si dice fosse immortale
a differenza del fratello umano.
Spartani,
uno pugilatore,
l’altro guerriero,
combatterono contro l’ateniese Teseo,
poi,
non contenti,
aiutarono pure quella mezzasega di Giasone,
e si fecero Argonauti.
Placarono la Tempesta
che avrebbe affondato tutti gli Argonauti,
& da allora
si dice siano le preghiere promesse dei marinai.
Cazzo, che storia intricata!
E’ questo che volevi, è questo: un mondo puttana vampirizzata
& una casa crollata & dirti ancora innocente.
E’ questo che volevi, la rovina della casa.
E’ questo che volevi, un Cigno, una sgommata e via.
E’ questo che volevi, un utero spezzato,
una croce che fosse il nostro nome.
No, non sei mai stata chiara,
voli perfetti nel cerchio dell’imperfezione,
buco di culo depilato,
croce uterina.

V.

Sfoderi Il Richiamo di Cthulhu,
lui ascolta,
lui sa,
sa ogni cosa,
ogni dove,
ogni infinità,
ogni perfezione perfetta ed imperfetta.
Si muore ai semafori in buffi incidenti:
non c’è lavoro per i becchini
del rosso del giallo del verde,
non c’è lavoro,
non c’è,
non c’è da pulire
un vetro rotto o un tagliarsi i polsi.
No, non c’è,
ma c’è che qualcuno fa,
fa scattare,
fa scattare meccanismi compulsivi di massa,
& s’espande sempre,
tocca le radici del Male,
del Bene,
tocca e passa via a trecento Km/h.
Ci sono delle strafighe in giro
che proprio non sai
da dove siano nate,
se da un uovo
o dalla passione di Zeus
o dal ventre di Elena.
Ci sono
& frettolose prendono taxi allucinanti,
mentre sfilano lunghe gambe
in trasparenze di calze e sete d’orchidea.
Le vedi,
le puoi solo vedere,
ma non toccare.
Hanno il male
che le segue
& le spinge verso Cthulhu.
Si fanno la Morte
in modo buffo,
ai semafori,
incrociando lo sguardo di Dio
in un pompino staccato
con fretta
calcolata.
Sfoderi Il Richiamo di Cthulhu,
lui ascolta,
lui sa,
sa ogni cosa,
ogni dove,
ogni infinità,
ogni perfezione perfetta ed imperfetta.
Sa dove inizia il passo
e dove finisce.
Lui sa farti fuori
con una visione di Dio:
importa solo che Lui creda in Te
anche se Tu e Lui non esistete,
veramente.
Lui sa farti fuori così,
con uno sguardo calibrato
nella pazzia dei semafori.

VI.

Ci hanno detto di sputare una pozzanghera in un cielo di nubi:
danzavi portandoti a spasso le tue lagrime negli occhi,
ma la strada da percorrere era la solita che sapevi,
e ti prendeva tutta, senza che tu potessi darti pace!

VII.

Sottovoce. La voce.
Sottoterra. La terra.

Sottovoce. Sottovoce.
Sottoterra. Sottoterra

Sottovoce.
Sottoterra.

Sottovoce. Sotto.
Sottoterra. Sotto.

La Voce. Sottovoce.
La Terra. Sottoterra.

Sottoterra.
Sottovoce.

Sottovoce & Sottoterra.
Sottoterra & Sottovoce.

NO OT

Informazioni su Iannozzi Giuseppe

Iannozzi Giuseppe - giornalista, scrittore, critico letterario - racconti, poesie, recensioni, servizi editoriali. PUBBLICAZIONI; Il male peggiore. (Edizioni Il Foglio, 2017) Donne e parole (Edizioni il Foglio, 2017) Bukowski, racconta (Edizioni il Foglio, 2016) La lebbra (Edizioni Il Foglio, 2014) La cattiva strada (Cicorivolta, 2014) L'ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta, 2013) Angeli caduti (Cicorivolta, 2012)
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11 risposte a urla sottoterra sottovoce

  1. vany ha detto:

    Wowwwww ke sfilza di……..Bastardate;)

    Bravo, decisamente bravo, ecco io immagino te nelle tue notti insonni , camminare avanti e indietro , la tua mente esuberante , le parole ed i pensieri che giocano bizzosi per farsi raccogliere dalla tua come dire ……delicatezza!!

    Buongiorno, buon appetito
    ♥ vany

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  2. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Decisamente hai bisogno di un massiccio ripasso, anzi insegnamento su quella che è la poesia, in particolar modo su quella contemporanea, perché sei decisamente asinella. Mi spiace ma è così. Lo hai letto Urlo, almeno Urlo di Allen Ginsberg?

    No.

    Ed allora come fai a pontificare che i miei pensieri giocano bizzosi. Eh!!! .-)

    Non puoi rimanere radicata alla poesia disneyana. Non te lo avessero ancor detto le favole che i film Disney traspongono sono degli adattamenti molto ma molto distanti dagli originali: ad esempio, la Sirenetta, lo sai o no che la versione originale della favola finisce con la sirenetta che muore mentre il principe si sposa un'altra fanciulla bella in carne e senza pinna caudale?

    Leggi. O rileggi le versioni originali delle favole e ti renderai da conto da te che tutte finiscono in maniera perlopiù tragica quando non crudele. Ma queste favole sono Cultura che appartiene all'Umanità intera. Disney è una cosa edulcorata, falsa.

    Cappuccetto Rosso finisce mangiata: http://iccollecchio.scuole.pr.it/didattica/1C/grimm.htm

    Leggi qui: http://www.fortunecity.com/rivendell/curse/35/scritti/fiabe.htm

    Piangi pure quanto vuoi, tanto questa è la realtà e la verità.

    E poi quando piangi sei più bella.

    orsetto di VaNY

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  3. vany ha detto:

    Lo so, lo so, non mi hai detto nulla di nuovo, sono decisamente asina, somara e tutto ciò che hai scritto… purtroppo dipende dai giorni 😛 Certe cose e certi discorsi mi fanno violenza e preferisco essere “disneyana” anche perché già se ne vedono troppe di cattiverie.. so che esistono ma se posso evito di pensarci! 😛

    Vany

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  4. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Sì, sei una ciuchina. 🙂
    Non è giusto, io ho bisogno di litigare e tu ammetti le tue colpe, non ribatti, ti comporti proprio come un personaggio disney. E io con chi litigo, dannazione?

    Va a finire che ti impacchetto e ti mando alla Disney perché ti traspongano in cartoon pieno di buoni sentimenti. 😀

    Io voglio la Vany Monella, uffa!

    orsetto di VaNY

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  5. vany ha detto:

    Buonanotte!!
    La ciuchina si ritira.
    Sarà l’autunno mi sento stanchina.
    Non posso controbattere con te, quando so che hai ragione.
    Si, sono ciuchina e contenta.
    Stasera vedrò l’ultima puntata della fiction di Garko.
    Ciao orsetto buonananna
    ♥ vany

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  6. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Non sei una asinella. Non lo sei mai stata. Te l'ho detto perché volevo stuzzicarti. Mi rendo però conto che alle volte il mio comportamento è quello di un vecchio orso brontolone che non gli va bene mai niente e che allora comincia a sradicare gli alberelli del bosco. Forse sto invecchiando e non voglio ammetterlo. O forse sono solo un orso bastardissimo. Chi può dirlo. 🙂

    http://www.youtube.com/v/WCkOmcIl79s?fs=1&hl=it_IT&rel=0&color1=0x402061&color2=0x9461ca

    Alle volte sono proprio antipatico, anche a me stesso. Essere un orso non è facile come si crede. 😉

    E per giunta anche orso sporcaccione. 😀

    Dolce serata, Piccolina. E perdona questo brutto orso se puoi.

    orsetto di VaNY

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  7. vany ha detto:

    Hello bear greedy
    ♥ vany

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  8. vany ha detto:

    Sei tu solo il mio unico ed adorabile orsetto.

    Buonanotte, lekkatine in quantità!
    ♥ vany

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  9. cinzia stregaccia ha detto:

    accidenti……
    cinzia

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  10. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Sei tu la mia unica e sola Agnellina cui voglio tanto tanto tanto bene. Così tanto che in pubblico non si può dire. ♥ ♥ ♥

    Dormi bene, Piccola. E domani ricordati di togliermi dalla busta. ^___*

    Lekkatine PizziKotti Karezzine in quantità stellare. E bacioni ancor di più.

    Orsetto di VaNY

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