3 poesie da “Donne e parole” e 1 poesia bonus

3 poesie da “Donne e parole” e 1 poesia bonus

Donne e parole. Sulle orme di Leonard Cohen

Iannozzi Giuseppe

Donne e parole. Sulle orme di Leonard Cohen - Iannozzi Giuseppe - Il Foglio letterario

Donne e parole. Sulle orme di Leonard Cohen – Iannozzi Giuseppe – Il Foglio letterario

Donne e ParoleIannozzi GiuseppeIl Foglio letterario – ISBN 9788876066450 – pagine: 640 – © 2016 – prezzo: € 18,00

ESMERALDA (TU LO FAI MEGLIO)

Quel che fan le nuvole,
quel che fan in cielo lassù,
Esmeralda, tu lo fai meglio
con la tua bocca a cuore
che mi sussurra “amore! questo bacio,
questo bacio è per te”

Come una donna venuta
dal profondo oriente di luce accecante
il buio lo sgretoli in polvere di stelle,
e mi restituisci all’idea che c’è dell’altro
al di là di certe danze di dervisci nei deserti

Alle tue caviglie ciondoli di luce
tintinnano, danzano insieme a te
per lo spirito tuo zingaro, d’oro;
e bruciano, i passi tuoi il tempo battono,
ritmo danno al petto mio

Nudi i piedi, niente tacchi alti…
accenno mi dai perché muto rimanga;
premi sulle mie labbra l’indice,
la nudità dei passi tuoi mi mostri
e i tuoi giochi di sesso mi lasci a sognare
E in silenzio il mio cuore resti ad ascoltare

Quanto, quanto bella la squillante risata
dello spirito tuo zingaro d’oro, di nudo oro

E bruciano, il tempo i passi tuoi battono
Dannano il petto mio, che non sa preghiera
se non quella dei candidi tuoi fianchi,
di nudità ancor tutta da scoprire

Qualsiasi cosa fan le nuvole lassù,
è certo!, mille volte meglio lo fai tu
Per le mille e una storia, ora ci sei tu,
per le mille e una notte, ora ci sei tu

Qualsiasi cosa,
qualsiasi cosa inventino lassù,
per erotico desiderio lo fai meglio tu:
un passo e un altro,
carnal spiraglio sboccia
sopra alla giarrettiera,
e nudi i piedi a danzare infinitamente,
e i tacchi abbandonati accanto a me

Così zingara,
di sonagli alle caviglie l’amor d’oro

L’amor che mi sussurra “questo bacio
questo bacio è per te”
Nessuna lo fa meglio, nessuna lo dice meglio

Nessuna lo fa meglio, nessuna lo dice meglio
Nessuna lo fa meglio, nessuna lo dice meglio
Nessuna lo fa meglio, nessuna lo dice meglio

TRA L’ARNO E IL PO

Ricordo ogni minuto
di quei giorni
che furono due soltanto,
simili a veloci gabbiani
riflessi su l’Arno

Di sassi le tasche piene
Difficile il cammino,
il sole addosso
e l’ansia a segnare la faccia
d’angoscia e altre sciocchezze,
quasi uguali a carezze
che nessuno vorrebbe su sé

Ricordo ogni minuto
E sì, oggi comprendo:
Florence, un giglio
e strade di ciottoli
come grani
d’un rosario strappato

Ricordo sì, ogni particolare
e un dormire di poche ore
su una branda vicino all’abbaino,
il tetto spiovente e la luna puttana
a contarmi le età sulla faccia
di salse lacrime piovute
per chissà quale distrazione

Ricordo il secondo giorno
a camminare sotto il primo crepuscolo
con gli occhi di cispe e la bocca di nicotina
Muti i pochi volti mi passavano accanto,
mentre allungavo il passo e accorciavo
tiro dopo tiro la cicca fra le labbra

Troppi grilli per la testa;
e però quando ce li hai dentro
a cantarti amore, non lo capisci
che stai perdendo la bussola
insieme alla dignità

Perché tutti, prima
o poi, sogniamo quel che sogniamo:
una disperazione
e una fine con occhi letterari
Tutti pensiamo
a quella morte che si dice
sfoglierà le pagine di Leucò

E ti svegli poi una mattina,
scoprendo che l’urlo non c’è,
che finito è il tormento
così com’era iniziato
E scopri d’aver un sogghigno,
che ti rende un poco attraente

E capisci da te che è stato lei
un appunto, un frammento,
nulla di più

E prendi una nuova strada
– che conosci da sempre –
con l’occhio buttato
sui riflessi che sul Po
sconfinano…
col fiato buono,
lasciandoti alle spalle
cenere e cicche,
le apparenze d’una gioia
che fu di due giorni appena

SCHIENA DI VENERE

Se nuda scoprissi la tua schiena
impazzerei nella perfezione
della sensualità femminile

Se nuda scoprissi la linea
che ti fa Venere, d’amor morirei
col sorriso di Dio in bocca

KING LEAR

I sudditi miei – ah, me tapino! -,
li dovrei tutti fustigare,
e metter poi a pane e acqua
così che possano sentire
pure loro il morso feroce
che m’è dentro allo stomaco
Un morso sì forte
che non lo si può domare
con carezze o preghiere,
con magie di streghe e diavoli
Ché un Re, come me Pazzo
soltanto ha sudditi che mettono
avanti a sé l’inchino
e sulla bocca il sorriso più feroce,
illudendosi di nasconderlo
al vuoto mio sguardo
Come se fossi da sempre orbo,
i miei sudditi così illusi sono!

Se sol sapessero
tutto quello che io ho visto,
al mio cospetto allora tremerebbero
e non oserebbero tramare stronzate
col favore delle ombre e dei ventagli
Se solo sapessero, i miei sudditi!
Se solo… Ma niente sanno
Solo da vicino conoscono
la solita oppiacea nebbia
che li porta di campo in campo
a inseguirsi senza mai toccare
alcunché

Se solo… allora sì che la fronte
gli cadrebbe a toccar il freddo
pavimento di pietra millenaria
E come me tacerebbero
E come me il morso allo stomaco
lo accuserebbero

Iannozzi Giuseppe intervistato da Isabella Difronzo

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Informazioni su Iannozzi Giuseppe

Iannozzi Giuseppe - giornalista, scrittore, critico letterario - racconti, poesie, recensioni, servizi editoriali. PUBBLICAZIONI; Il male peggiore. (Edizioni Il Foglio, 2017) Donne e parole (Edizioni il Foglio, 2017) Bukowski, racconta (Edizioni il Foglio, 2016) La lebbra (Edizioni Il Foglio, 2014) La cattiva strada (Cicorivolta, 2014) L'ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta, 2013) Angeli caduti (Cicorivolta, 2012)
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4 risposte a 3 poesie da “Donne e parole” e 1 poesia bonus

  1. romanticavany ha detto:

    Troppo Bella KING LEAR 🙂
    🌳 Solo il silenzio apre gli occhi per leggere la voce segreta di tutte le tue poesie. 🌳

    Tanti Bacetti e lekkatine. Ciao King

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  2. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Forse è vero, forse è proprio come dici tu, cara Violetta. ❤

    Ti ringrazio di cuore, bella Angioletta. ❤

    Che belli i tuoi bacetti, ma non meno belle sono le tue leccatine.

    Ciao Bella Principessa.

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  3. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Grazie infinite, caro Michele.

    Un forte abbraccio.

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