Cesare Battisti il brigatista rosso messo sotto torchio da Cruciani

Cesare Battisti il brigatista rosso
messo sotto torchio da Cruciani

a cura di Iannozzi Giuseppe

“Un’ossessione che mi perseguitava. Ero stufo di sentire tante persone parlare in difesa di Cesare Battisti, un uomo condannato all’ergastolo per quattro omicidi”. Giuseppe Cruciani, giornalista, esce in questi giorni in libreria con un libro importante, “Gli amici del terrorista”, edito da Sperling & Kupfer, nella collana curata da Luca Telese. Dopo lunghe e accurate ricerche, Giuseppe Cruciani spiega perché il brigatista dei Pac Cesare Battisti ha così tanti amici tra gli anarchici e gli stalinisti più cocciuti. In una intervista rilasciata al quotidiano Il Tempo raccolta da Maruzio Piccirilli (il 25/05/2010), Cruciani spiega: “Cesare Battisti è diventato uno dell’establishment. Di quel giro di radical chic che sopravvive in Francia come in Italia, che affondano le radici negli Anni ’70. Gente che continua a sostenere che i buoni sono loro e i cattivi lo Stato. Se poi tra i buoni qualcuno ha sparato e ucciso, pazienza. Sono compagni che sbagliano. Erri De Luca lo sostiene ogni volta che affronta l’argomento”.

Cesare Battisti è il protagonista di una vicenda tanto sconcertante quanto emblematica dell’incapacità dell’Italia di fare i conti con il proprio passato. Killer senza scrupoli, condannato per quattro omicidi, oggi di colpo si ritrova nei panni della vittima. Tra Italia, Francia e Brasile ha trovato un’incredibile rete di solidarietà ad altissimo livello. Scrittori (Valerio Evangelisti, Erri De Luca, Fred Vargas, Gabriel Garcia Màrquez), filosofi (Bernard-Henri Lévy), politici (Tarso Genro, il ministro di Lula che non vuole concedere l’estradizione). Il racconto di una vita ai limiti, senza l’ombra di un pentimento, ma soprattutto un j’accuse violento verso chi, oggi, difende uno spietato assassino.

Più di settanta giudici si sono occupati di Cesare Battisti, in nove processi. Il primo è iniziato nel 1981, l’ultimo è terminato nel 1993. Battisti è stato condannato all’ergastolo per un numero impressionante di rapine, ma soprattutto per quattro omicidi, senza aver mai scontato la sua pena. Evaso dal carcere nel 1981, si è rifugiato dapprima in Francia, poi in Brasile. Per quasi tutti è un assassino, che merita di essere estradato e pagare il conto con la giustizia italiana. Per i suoi pochi ma influenti “volenterosi sostenitori” è una vittima della spietata sete di vendetta dello Stato italiano. Così una lobby di intellettuali, scrittori, “reduci” e politici, che parte dall’Italia e poi trova terreno fertile a Parigi e a Rio, ha creato il caso Battisti: una colossale mistificazione della verità storica e giudiziaria, un’assoluzione fuori tempo massimo per un carnefice trasformatosi con gli anni in una vittima. Questo libro ricostruisce le imprese criminali del terrorista, smonta punto per punto le tesi dei suoi simpatizzanti (di cui si fanno nomi e cognomi) e spiega perché – a prescindere dall’esito finale della sua lunga fuga – la vicenda Battisti è diventata il simbolo di quanto sia difficile, nel nostro Paese, fare i conti con la storia passata.

Cesare Battisti, brigatista assassino latitante da più di 30 anni, deve tornare in Italia senza se e senza ma. In Italia dove ha ammazzato e condannato vittime innocenti sotto il suo fuoco assassino di brigatista incallito è giusto che si faccia la prigione.

Lula dovrà decidere che diavolo farne del brigatista che continua ad allattare al suo seno, senza vergogna alcuna. Il Supremo Tribunal Federal di Brasilia ha pubblicato il testo della sentenza che dichiara illegale l’asilo politico, precisando che la decisione del destino del terrorista rosso è nelle mani del capo dello Stato. Il vicepresidente, José Alencar, dice che Lula deve accettare la sentenza della Corte Suprema. La normativa all’interno della quale Lula ha la possibilità di muoversi è quella del Trattato di estradizione sottoscritto da Italia e Brasile. Il presidente non può confermare l’asilo politico concesso da un ministro del suo governo perché già dichiarato “illegale” dal Tribunale, ma potrebbe purtroppo ricorrere a delle eccezioni contenute nel Trattato. In pratica Lula ha l’ultima parola: se dovesse decidere di continuare a tenersi il brigatista rosso… sarebbe una sua personalissima decisione che però, com’è prevedibile e giusto, susciterebbe l’indignazione del governo italiano e di tutti gli italiani, compromettendo i rapporti commerciali e politici con l’Italia, forse in maniera drastica.

Cesare Battisti non è un perseguitato politico. E’ invece un brigatista e soprattutto un assassino che ha ammazzato a sangue freddo. In quanto riconosciuto assassino Battisti merita la prigione qui in Italia, nel paese dove ha compiuto i delitti a lui imputati e per i quali è stato riconosciuto colpevole. Lula potrebbe evitare l’estradizione di Cesare Battisti adottando la “soluzione umanitaria”. Tuttavia nelle motivazioni della sentenza con le quali il Supremo Tribunale Federale ha annullato l’asilo politico concesso dall’ex ministro della Giustizia Tarso Genro, si legge che i quattro omicidi dei quali Battisti è stato accusato in Italia sono stati fatti “senza alcuna motivazione politica”, né rappresentano “una legittima reazione ad un regime oppressivo. Ed è proprio sulla base di tale punto che nel caso in cui il presidente Lula voglia confermare l’asilo politico a Battisti, dovrà presentare una motivazione diversa dalla persecuzione politica”.Il terrorista assassino Cesare Battisti è già stato condannato dal tribunale di Rio de Janeiro a due anni di reclusione per uso di passaporto falso. Il giudice Rodolfo Kronenberg Harmann ha anche condannato Battisti (negli anni di piombo membro attivo dei Proletari Armati per il Comunismo) a due anni in regime di semilibertà. Battisti, arrestato sulla spiaggia di Copacabana a Rio de Janeiro il 18 marzo del 2007, in Italia è stato condannato a due ergastoli per aver commesso quattro omicidi durante gli “anni di piombo” e il governo chiede da tempo l’estradizione. Il 13 gennaio 2009, il Brasile di Lula gli aveva concesso lo status di rifugiato politico.

NO OTBattisti ha anche fatto uno sciopero della fame, assai breve, per opporsi alla richiesta italiana di estradizione. Ebbe modo di dire dopo i pochi giorni di sciopero, con la sua solita ignobile supponenza: “Quando ho sentito in due occasioni in tv Lula chiedermi di sospendere lo sciopero, ho capito che era un messaggio positivo. Credo che rimarrò in Brasile. Francamente credo che Berlusconi non abbia interesse in questa storia. Forse rimarranno tranquilli, ma non alcuni ministri fascisti. Per me sarà difficile attendere fino alla decisione finale da parte del presidente brasiliano. Ma avrò pazienza”.

Informazioni su Iannozzi Giuseppe

Iannozzi Giuseppe - giornalista, scrittore, critico letterario - racconti, poesie, recensioni, servizi editoriali. PUBBLICAZIONI; Il male peggiore. (Edizioni Il Foglio, 2017) Donne e parole (Edizioni il Foglio, 2017) Bukowski, racconta (Edizioni il Foglio, 2016) La lebbra (Edizioni Il Foglio, 2014) La cattiva strada (Cicorivolta, 2014) L'ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta, 2013) Angeli caduti (Cicorivolta, 2012)
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2 risposte a Cesare Battisti il brigatista rosso messo sotto torchio da Cruciani

  1. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Seu comentário não foi publicado porque exaltam a liberdade de um homem perigoso.

    Em nosso país não defender os monstros.

    Justiça para o italiano Cesare Battisti foi condenado por homicídio. Ele foi considerado culpado e condenado pelas nossas leis.

    cumprimentos

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  2. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Eu li.
    Nenhum comentário público. É publicidade.

    saudações

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