La tregua – Primo Levi – Postfazione a cura di Ernesto Ferrero
Einaudi
«La Tregua
Sognavamo nelle notti feroci
Sogni densi e violenti
Sognati con anima e corpo:
tornare; mangiare; raccontare.
Finché suonava breve sommesso
Il comando dell’alba;
«Wstawać»;
E si spezzava in petto il cuore.
Ora abbiamo ritrovato la casa,
il nostro ventre è sazio.
Abbiamo finito di raccontare.
È tempo. Presto udremo ancora
Il comando straniero:
«Wstawać».»
– Non salutavano, non sorridevano; apparivano oppressi, oltre che da pietà, da un confuso ritegno, che sigillava le loro bocche, e avvinceva i loro occhi allo scenario funereo. Era la stessa vergogna a noi ben nota, quella che ci sommergeva dopo le selezioni, ed ogni volta che ci toccava assistere o sottostare a un oltraggio: la vergogna che i tedeschi non conobbero, quella che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista, che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono, e che la sua volontà buona sia stata nulla o scarsa, e non abbia valso a difesa.
– Così per noi anche l’ora della libertà suonò grave e chiusa, e ci riempì gli animi, ad un tempo, di gioia e di un doloroso senso di pudore, per cui avremmo voluto lavare le nostre coscienze e le nostre memorie della bruttura che vi giaceva: e di pena, perché sentivamo che questo non poteva avvenire, che nulla mai più sarebbe potuto avvenire di così buono e puro da cancellare il nostro passato, e che i segni dell’offesa sarebbero rimasti in noi per sempre, e nei ricordi di chi vi ha assistito, e nei luoghi ove avvenne, e nei racconti che ne avremmo fatti. Poiché, ed è questo il tremendo privilegio della nostra generazione e del mio popolo, nessuno mai ha potuto meglio di noi cogliere la natura insanabile dell’offesa, che dilaga come un contagio. È stolto pensare che la giustizia umana la estingua. Essa è una inesauribile fonte di male: spezza il corpo e l’anima dei sommersi, li spegne e li rende abietti; risale come infamia sugli oppressori, si perpetua come odio nei superstiti, e pullula in mille modi, contro la stessa volontà di tutti, come sete di vendetta, come cedimento morale, come negazione, come stanchezza, come rinuncia.
– La nostalgia è una sofferenza fragile e gentile, essenzialmente diversa, più intima, più umana delle altre pene che avevamo sostenuto fino a quel tempo: percosse, freddo, fame, terrore, destituzione, malattia. È un dolore limpido e pulito, ma urgente: pervade tutti i minuti della giornata, non concede altri pensieri, e spinge alle evasioni.
– È antica osservazione che in ogni gruppo umano esiste una vittima predestinata: uno che porta pena, che tutti deridono, su cui nascono dicerie insulse e malevole, su cui, con misteriosa concordia, tutti scaricano i loro mali umori e il loro desiderio di nuocere.
da “La tregua” di Primo Levi
Diario del viaggio verso la libertà dopo l’internamento nel Lager nazista, La tregua, seguito di Se questo è un uomo, piú che una semplice rievocazione biografica è uno straordinario romanzo picaresco. L’avventura struggente tra le rovine dell’Europa liberata – da Auschwitz, attraverso la Russia, la Romania, l’Ungheria, l’Austria, fino a Torino – si snoda in un itinerario tortuoso, punteggiato di incontri con persone appartenenti a civiltà sconosciute, e vittime della stessa guerra: da Cesare, “amico di tutto il mondo”, ciarlatano, truffatore, temerario e innocente, al Moro di Venezia, il gran vecchio blasfemo che sembra uscito dall’Apocalisse, a Hurbineck, il bimbo nato ad Auschwitz, “che non aveva mai visto un albero”, alle bibliche tradotte dell’Armata Rossa in disarmo. L’epopea di un’umanità ritrovata dopo il limite estremo dell’orrore e della miseria.
«La tregua, libro del ritorno, odissea dell’Europa tra guerra e pace… storia movimentata e variopinta d’una non piú sperata primavera di libertà». – Italo Calvino
Primo Levi (Torino 1919-1987) ha pubblicato presso Einaudi Se questo è un uomo; La tregua; Storie naturali; Vizio di forma; Il sistema periodico; La chiave a stella; La ricerca delle radici. Antologia personale; Lilìt e altri racconti; Se non ora, quando?; L’altrui mestiere; I sommersi e i salvati. Sempre da Einaudi sono usciti postumi i due volumi delle Opere; Conversazioni e interviste (1963-1987); L’ultimo Natale di guerra; L’asimmetria e la vita. Articoli e saggi 1955-1987; Tutti i racconti, sempre a cura di Marco Belpoliti, Ranocchi sulla luna, una raccolta di racconti a cura di Ernesto Ferrero, Così fu Auschwitz (scritto con Leonardo De Benedetti e curato da Fabio Levi e Domenico Scarpa), Io che vi parlo (conversazione con Giovanni Tesio), Opere complete (in 2 volumi, a cura di Marco Belpoliti) e Auschwitz, città tranquilla (a cura di Fabio Levi e Domenico Scarpa) .
La tregua – Primo Levi – Postfazione a cura di Ernesto Ferrero – Einaudi – Collana: Super ET – Pagine: 240 – ISBN 9788806219338 – Prezzo di copertina: € 12,00
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