INSEGUENDO CHARLES BUKOWSKI – AFORISMI, POESIE, RACCONTI

INSEGUENDO CHARLES BUKOWSKI

Sono abituato alla vecchia maniera, con la macchina per scrivere

Iannozzi Giuseppe

Charles Bukowski

1. C’è più saggezza in un paio di bottiglie di buon vino rosso che in qualsiasi donna o esercito della salvezza. – apocrifo bukowskiano

2. Le donne sono come i motori di certe Chevrolet, hanno sempre bisogno di benzina e attenzioni, e non sai mai quando ti lasceranno a piedi. – apocrifo bukowskiano

Bukowski, racconta! - a cura di Giuseppe Iannozzi - Il Foglio letterario

3. Baciare una donna non è facile… quando la baci le consegni la tua intimità e non va affatto bene. – apocrifo bukowskiano

4. C’è più poesia in uno scarafaggio mezzo morto che in una cazzo di libreria di L.A. – apocrifo bukowskiano

5. Se pensi di essere uno scrittore sei soltanto un fesso. un fallito, uno che il culo lo darà via per poco o niente. – apocrifo bukowskiano

6. Non capisco perché si lamentano. Stanno in piedi, camminano avanti e indietro, e, in verità, non fanno molto altro. Si annoiano a morte in attesa della morte. Non capisco perché non amano il vino, i gatti, le donne e qualche puttana. Lo spettacolo che offrono di sé è al di sotto delle loro possibilità. – apocrifo bukowskiano

I.

Bella ragazza, tutti, tutti i miei ardori
gettati via nel tuo piccolo cesso di cuore
ma alto nei cieli azzurri, e d’immensità
pieni; sei poi così sicura che Verità,
un dì, la troverai là? fra angeli stupratori
e negre aguglie con il rostro pronto
a lacerar degli agnelli le tenere carni?

II.

Mi vuoi bene, così dici
A me ci tieni
e ti piace farmi dar di matto
Ti piace veder l’effetto
bell’e fatto sul mio volto disfatto
Mi vuoi bene: quanto?
Su questo mio dubbio
non sciolto, io sbianco
arrangiando una sega
a vuoto

III.

Tra urla e lamenti vedrai
i cerchi nel grano maturo,
capirai allora che è arrivato
il momento d’andar lontano

Gli alieni sono a un passo
Di nascosto osservano
le mosse sullo scacchiere
della nostra piccola vita
di pedoni in mezzo a torri,
re e regine; urleranno scacco
e sarà matto, andrai fuori
di testa, non crederai
Ma prima che tu possa capire,
libera dalla terrena prigione
subito in un’altra universale,
rimpiangerai così la libertà
che eppur avevi fra guerre
e altre amenità del genere!

IV.

Giusto un cucciolo,
forse il più brutto
della cucciolata;
ma io spero tanto
che seppur col cazzo barzotto
su due piedi tu mi sceglierai
per scopare almeno una volta;
e se così sarà,
poi morto sul tuo petto
per sempre giacerò

V.

Incontrata nel giro dei bari
aveva su quell’aria storta
di chi ha preso schiaffi e botte
per tutta la vita;
nell’aria navigava il puzzo solito
di piscio di cani, di ubriachi
caduti in culle di cartoni malandati.

Avevo appena perso
una puntata su un cavallo
dato per vincente,
in tasca non mi rimaneva
il becco d’un quattrino;
la testa dolente
e nel cestino della cartastraccia
cento poesie e scarafaggi
per un valore di niente.

Mi si fece dappresso
e mi prese sottobraccio.
Le infilai subito la mano
nelle mutande
perché, occhiaie a parte,
era una gran Signora;
le dita hanno lavorato
nella sua passera stanca.
Nei tempi buoni
doveva esser stata
un gran pezzo di femmina,
adesso era soltanto una.
Disse di chiamarsi Sandy
e d’avere qualche spicciolo
per una bottiglia;
così la portai sul materasso.

Quando se ne andò,
ero ancora morto nel letto
con la bottiglia vuota accanto.
A tarda sera feci per svuotare
il cestino: era più vuoto
della mia pancia.
Mi barricai in casa,
sperando di riuscire a dormire
fino all’alba.

VI.

Sotto questo cielo
di negri fantasmi raccolti in pianto,
dove da sempre morte segna morte
dall’alba all’orizzonte, ci sei anche tu!
Però tu più non vedi né odi,
più non chiedi se ieri il fiore della vita
insieme lo cogliemmo sul serio
per un ritorno di baci e speranze,
di lacrime e timori.
Rimango così a te esposto,
al danno degli occhi
vuoti di compassione, estranei a tutto
fuorché al lutto che hai in seno accolto.
Manca il rimorso per una carezza,
per un’ultima stupidità
che illuda l’amore d’amore;
perciò lungo le strade dell’Urbe ti porti,
e sol più l’ombra tua t’inciampa il passo
e nemmeno te ne curi…
già hai lo sguardo vuoto, altrove;
ma alte le grida si levano
e spogliano delle piume
piccioni grassi e sterili,
e non meno alte son quelle
di mercanti e di preti,
di coglioni senz’arte né parte.

VII.

Andate tutti quanti a prendervelo dritto in culo
Non ho mai detto ad alcuno che mi piacete
per quel che fate; non ho mai fatto niente
per il vostro cazzo di piacere; spiegatemi allora
perché mai dovrei prestare ascolto alle scoregge
che tirate, àno dopo àno!

Non sto dietro alle vostre scorrerie per farmi una troia,
e ciò che è per voi peggio è che non sono spiacente
Sono abituato alla vecchia maniera, con la macchina
per scrivere

IL MIO CARO ANGELO

Le guardo il culetto.
E lei mi appioppa uno schiaffo.
Perché?
Non lo so, non di preciso.
So solo che adesso mi guarda male. Si è messa di fronte a me con occhi di brace. Un bel ceffone, non c’è che dire. Non me lo sarei mai aspettato, non da una bella ragazza. Così giovane poi.
Sono allibito. Forse è disgustata da me, da un uomo di quaranta anni che ha osato ammirare il suo lato B.
Provo un po’ di vergogna.
Non dico una parola.
Le cinque dita mi bruciano la guancia.

Dentro di me so d’essermela meritata la figura di merda.
Abbasso lo sguardo, di brutto, contrito.
Lei resta di fronte a me a testa alta. Il suo sguardo inquisitorio posso sentirlo penetrarmi l’anima.
“Sai solo guardare? Parla!”, ordina lei.
Non so che dire.
Ho paura che mi molli un altro ceffone. O peggio, un calcio dritto sui gioielli di famiglia.
Rimango muto.
Faccio per sgommare via, ma lei mi stoppa subito ficcandomi la lingua in bocca.
Mi bacia per un minuto buono.
Non sono mai stato baciato con così tanto ardore. Fossi morto in quel momento sarei stato felice. Io baciato da un vero angelo.
Raccoglie la mia mano nella sua gentile: “Andiamo.”
Non ribatto.

Come una coppia di innamorati camminiamo lungo via Roma. Poche parole.
Si ferma davanti a un portone, quello di casa sua: “Sali!”
Fa tutto lei. Mi spoglia. E poi si spoglia anche lei, in velocità. Niente inutili spogliarelli. E mi monta a dovere, lasciandosi accarezzare il bellissimo sedere, perfetto. Una pesca di carne. Di amore. Di lussuria.
Ansimando lo facciamo fra le lenzuola bianche. Una unione carnale più che spirituale. Ma anche d’amore.
Ci sbattiamo nell’amore perché lei ne ha voglia. Perché in strada io ho ammirato il suo culetto con desiderio non nascosto. Perché sia io che lei siamo soli, bisognosi d’incontrarci, di medicare la nostra solitudine.
Con dolcezza baci, carezze e sesso.

Solo dopo averlo fatto a lungo e ripetutamente, prendiamo a parlare un po’ di noi. Lei ha lasciato il suo ragazzo, che l’ha tradita con un’altra. Io invece un cane randagio in cerca d’un po’ d’affetto.
Ci raccontiamo le nostre storie centellinando un caffè caldo che lei, Sarah, ha preparato con la Moka. Mangiamo fette biscottate spalmate di marmellata di fragole.
Alla fine gli e lo chiedo: “Perché quello schiaffo?”
Sarah arrossisce. Si è fatta bellissima, più di qualsiasi angelo della mie fantasie.
Un po’ imbarazzata risponde: “Ero incazzata, non con te. Non schiaffeggio gli uomini perché mi piace. Non sono quel tipo di donna lì… Ma ero incavolata e tu mi avevi guardato il fondoschiena.”
“Mi spiace”.
“Non c’è bisogno di dirlo. E’ naturale che un uomo guardi certe cose in una ragazza, purché non si spinga oltre se lei non ci sta”.
Bella e intelligente. Diavolaccio, mi sto innamorando, proprio io che non ho mai creduto all’amore a prima vista.
Devo osare: “Perché siamo qui?”
Sarah si fa seria seria: “Perché sei un sognatore. Te l’ho letto dentro. E uno come te è sempre un uomo solo”.
Rimango senza parole, accennando un sì con il capo. Nutro una paura terribile. La paura di perderla, perché adesso sì… Gli e lo confesso al brucio: “Ti amo”.
Non mi aspetto niente. Ma non posso tacere. Le cose belle capitano una sola volta nella vita, se sei molto molto fortunato.
Sono pronto a beccarmi uno schiaffone o una sfuriata tutta al femminile, con lacrime e strali di genuina repulsione.
Sarah si avvicina a me, lasciando scivolare a terra la leggera vestaglia: “Ti piaccio?”
“Sì.”
“Perché?”
Non ho bisogno di pensarci su, la risposta è nella mia anima che aspetta solo di essere liberata: “Perché nessun’altra mai ha capito così tanto di me.” Mi sfugge un colpo di tosse: “E perché ho capito tutto di te, con tutti gli errori che un uomo fa quando crede d’aver compreso l’anima d’una donna”.
Gli occhi di Sarah si fanno dolci. Dolcissimi.
… ho trovato Dio grazie a uno schiaffo.

IO CASTRATO, IO VOCE REGINA

Alla fine sono entrato
nel rinomato Coro delle Voci Bianche
Come il volo delle colombe,
la mia voce regina nel core vola
di fascisti e no, e tutti piega

Alla fine son diventato
quel che son diventato
Quand’ero bambino
mia madre aveva per me
grandi progetti; non si può dire
che l’abbia proprio delusa…
Senza ritegno però la povera donna
oggi chiagne da mane a sera
per quel suo figliolo finito castrato

Quand’ero piccino
mio padre per me aveva sognato
d’insegnarmi a usare il Magico Flauto
proprio come lui; adesso, rassegnato,
si limita a battermi la mano sulla spalla…
cade poi in ginocchio,
e piano m’accarezza le nude caviglie,
e peggio d’un ossesso grida maledizioni
Che posso mai fare? Gli reggo il capo
Gli assicuro che non è poi così grave,
par allora si calmi un poco,
e invece tira fuori la pistola e minaccia
di voler farla finita co’ sta vita del cazzo
Non l’ha mai digerito il taglio del suo ragazzo
Son io Farinelli l’attrazione principale,
la Regina del Coro delle Voci Bianche
Ma lui che mi sognava spaccone
come Johnson con il suo grosso blues,
di sana e robusta costituzione
come Lennon con il suo karma,
bello e strafottente per niente coglione
in pratica un Adone,
s’è invece in mezzo alle gambe ritrovato
uno che al massimo tira
come l’ultimo alla Cappella Sistina

Da quando sono un castrato
al baretto con gli amici non ci va più
Non gli è andata mai giù
che son diventato
quel che son diventato,
io ch’ero da bambino il suo orgoglio
In famiglia ne han fatto tutti un dramma
Consuma mia madre gli occhi per la Madonna,
il babbo se li caverebbe con le proprie mani,
mio fratello invece pensa sempre al domani
ma non ci crede davvero che sarà migliore

Alla fine sono entrato
nel rinomato Coro delle Voci Bianche
Come il volo delle colombe,
la mia voce regina nel core vola
di fascisti e no, e tutti piega
Mi chiamano tutti Farinelli Voce Regina

Son io Farinelli, per tutte le femmine la Regina
Dalle donne d’ogni età vengo presto tanto amato
Son io Farinelli il Castrato, la voce più bella

Per chi non l’avesse ancor intuito o capito,
sono la Voce Regina, Farinelli il Castrato,
la dimostrazione vivente che per amare
la virtù non sta nel saper suonare il Magico Flauto
ma in come l’uomo sa invece usar la lingua longa

Bukowski, racconta! – a cura di  Giuseppe IannozziEdizioni Il Foglio – ISBN 9788876066177 – pagine: 190 – © 2016 – prezzo: € 14,00

Informazioni su Iannozzi Giuseppe

Iannozzi Giuseppe - giornalista, scrittore, critico letterario - racconti, poesie, recensioni, servizi editoriali. PUBBLICAZIONI; Il male peggiore. (Edizioni Il Foglio, 2017) Donne e parole (Edizioni il Foglio, 2017) Bukowski, racconta (Edizioni il Foglio, 2016) La lebbra (Edizioni Il Foglio, 2014) La cattiva strada (Cicorivolta, 2014) L'ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta, 2013) Angeli caduti (Cicorivolta, 2012)
Questa voce è stata pubblicata in arte e cultura, attualità, Bukowski racconta, consigli letterari, cultura, editoria, eros, Iannozzi Giuseppe, letteratura, libri, libri di Iannozzi Giuseppe, libri di racconti, narrativa, novità in libreria, poesia, quarta di copertina, racconti, racconti hard, racconti semi-autobiografici, segnalazioni, segnalazioni editoriali, sesso, società e costume e contrassegnata con , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

2 risposte a INSEGUENDO CHARLES BUKOWSKI – AFORISMI, POESIE, RACCONTI

  1. Lady Nadia ha detto:

    Libro fantastico.

    Piace a 1 persona

  2. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Sicuramente quello mio più commerciale. Ho scritto altri libri, molto migliori, come

    LA LEBBRA

    https://www.ibs.it/lebbra-libro-giuseppe-iannozzi/e/9788876064548?inventoryId=47439811

    IL MALE PEGGIORE. STORIE DI SCRITTORI E DI DONNE

    https://www.ibs.it/male-peggiore-storie-di-scrittori-libro-giuseppe-iannozzi/e/9788876067167?inventoryId=93818303

    E poi c’è la mia antologia poetica, DONNE E PAROLE. Sulle orme di Leonard Cohen.

    Altri libri a cui tengo pubblicati da Cicorivolta Edizione.

    LA CATTIVA STRADA

    https://www.ibs.it/cattiva-strada-libro-giuseppe-iannozzi/e/9788899021283?inventoryId=53701046

    L’ULTIMO SEGRETO DI NIETZSCHE:

    https://www.ibs.it/ultimo-segreto-di-nietzsche-ritorno-libro-beppe-iannozzi/e/9788897424772?inventoryId=52732124

    Etc. etc. 😉

    Piace a 1 persona

I commenti sono chiusi.