HO MESSO LA TESTA A POSTO (Inedite e rare, e riviste e corrette)

HO MESSO LA TESTA A POSTO

Inedite e rare, e riviste e corrette

Iannozzi Giuseppe

Hermann Hessse – disegno a matita, punta morbida – di Iannozzi Giuseppe

Donne e parole - Iannozzi Giuseppe - Il Foglio letterario - 2a edizione

Donne e ParoleIannozzi GiuseppeEdizioni Il Foglio – ISBN 9788876066450 – pagine: 604 – © 2017 – prezzo: € 18,00

HO MESSO LA TESTA A POSTO

Ho messo la testa a posto,
l’ho fatto per non lasciar di me
Polaroid ridicola
Scrivevo e scrivevo mica male,
scrivevo a cottimo poesie
che non leggevi
e che però non ti piacevano

Ho messo al loro posto costi e conti,
i tanti orologi sempre fermi su di te,
e pure gli avanzi della mia filosofia,
così adesso a tutti ripeto quel che so:
la donna è forte, non torna mai
sui suoi passi

Imito la posizione di un Buddha,
di uno qualunque
Imito la perfezione,
la perfezione che mai c’è;
e non è lavoro da poco,
credimi pure sulla parola

Sempre, sempre si sta
e si sta qui,
con l’acqua alla gola o no
Sempre, sempre si sta qui
ispirando e inspirando,
seguendo, bene o male,
degli antichi saggi l’esempio
C’è che già da un po’ di tempo
ho fatto il mio dovere

E sempre si disegna un cerchio
e mai l’infinito
C’è che già da un po’ di tempo
ho messo la testa a posto:
non sono uno scherzo, certo che no,
quarantacinque stronze primavere
C’è che mi manca il talento,
un po’ di sano talento;
e c’è che di Cohen uno e uno solo,
e io semplicemente della razza mia

SETTE GIORNI

Non è più il tempo dei giochi,
degli amori impossibili
Tutto è finito, tutto, amica mia

Le strade vuote di vita
E tu dici che dopo la mattanza
ci corrono ombre di angeli e demoni
Io so soltanto
che la canna della 45 fuma
Te ne sarai resa conto,
ho la bocca impastata di morte
Non è bastata la tua saliva a sciogliermi
quel nodo in gola che preme

Non è più il tempo di ridere
Non è più il tempo di piangere
Abbiamo visto molti corpi al tramonto
E siamo rimasti indifferenti,
legandoci le mani
quasi sperassimo ancora di salvarci

Le strade spazzate dal vento e basta
Abbiamo sparato a ogni bersaglio,
a ogni uomo o donna, e a ogni bambino anche
Nessuno è rimasto in piedi, nessuno
I corpi ammucchiati l’uno sull’altro,
oscenamente nudi fanno quasi tenerezza
Abbiamo visto il tramonto,
lo abbiamo visto tingersi di insanguinate oscenità
E dopo tante pallottole non è nato un amore

Le strade vuote di vita
Dici di vedere ombre di angeli e demoni

Amica mia, non è più il tempo di…
Hai delle gran belle gambe, sì
Non lo nego,
abbiamo fatto del nostro meglio,
ma non potevamo cambiare
il delirio scritto da Dio, da Io

Amica mia, è il tempo di darmi la tempia
Amica mia, è il tempo di scrivere la Fine
Sarò di nuovo completamente solo
come all’inizio di tutto, come all’inizio di tutto

Sarò di nuovo completamente solo
come all’inizio di tutto, come all’inizio di tutto
Sei giorni per creare ogni cosa e uno per morire

E uno per morire di cecità

DI CIELO E DI MARE

Se la senti la voce mia,
che si spande al di là di tutto il blu
del cielo e del mare
ma non sai come sia possibile…
Se la senti l’anima mia
che per te sola arrossisce
con le ultime luci a plorare
sulla linea del tramonto
là dove già infinito orizzonte
insegue l’alba del novo dì,
allora forse un poco mi pensi

Di me ricorderai il carattere allegro,
la passione che non si spengeva mai
e quella rosa che appuntai sul tuo petto
con tutta la timidezza e la paura
che soltanto un uomo sa
Perché sì, amor che amor sei,
t’ho amata più d’ogni altra fragilità,
tu mia sola forza d’andar avanti
nonostante la fine prossima disegnata
nello specchio degli occhi tuoi piangenti

LE TUE GAMBE PER LA NOTTE

In fila indiana
come tessere d’un domino
hai buttato giù le mie certezze
per farne stupido inconveniente

Ho dato una rapida pulita
quando sei andata via
Ho fatto cadere un paio di bicchieri
Non ho fatto troppi danni

Amarti è stato così facile
Odiarti è stato così semplice

E t’infilavi tu nel taxi giallo,
allungando le gambe fasciate di seta nera;
e la buia lunga notte ancora tutta davanti

SILENZI URLANTI

Mi lasci un po’ del tuo mare
in una risata che sa di risacca,
ma non il tuo amore
o un battito infinito
del tuo piccolo grande cuore,
e nemmeno la tua piccola bocca
Ed è questa la pena grave
che mi tocca di sopportare
già dalle prime luci,
con l’alba accosta alla finestra
che disegna ombre di malinconie,
di malinconie
mal riposte nelle tombe urlanti,
urlanti infiniti silenzi
d’amor perduto

CON LA SETE IN GOLA

Con la sete
nella gola sprofondata,
ti ho cercata

Ti ho cercata
lungo tutta la spiaggia,
per lasciarti a bocca aperta
con una poesia,
con un po’ di gioia
presa di mira dal mio sorriso,
alla faccia di Dio!
E ho incontrato
questo verbo infinito,
orlo di sabbia e di mare
rasato dal sole al tramonto;
e ho incontrato
mille corpose voci di marinai,
così tanto uguali alle mie età
di sballi, di sbagli e nicotina

Ti ho trovata
tutta sola
seduta in faccia
a un sole naufragato,
ignara del baccano
dentro al mio cuore
e di quello nell’intorno

Ti ho amata
più di me stesso,
l’ho capito adesso
che bevo il sale
dei miei occhi,
come un bambino
che si è perso
in un bordello più grande
d’un milione d’inganni

BAMBINA MIA

Ti svegli con il canto del gallo!
Dietro a un bagno di nuvole
fuori è già sorto il sole
Non si vede niente,
nemmeno il coltello d’un assassino in giro
E tu, Bambina, stai con gli occhi aperti
a tagliare il buio per fare a pezzi il mio cuore

Se solo sapessi,
se solo potessi toccare con mano,
assicurarmi che hai un bel sederino sodo
come conviene, e un seno di delizie pieno
e ancora… un sottile vitino, non esiterei
un sol momento a chiederti in ginocchio la mano
E se poi tu me la rifiutassi
allora con una poesia ti stordirei
e più cattivo del Lupo ti strapperei
al focolare domestico
perché solo nella mia tana tu possa abitare
e il freddo mio letto riscaldare

Così presto ti svegli,
il gallo non ha fatto in tempo a cantare tre volte;
e gli amanti, clandestini, nelle stalle arruffati
un mondo di sole stelle se lo sognano ancora
Ma i tuoi occhi di berillo, maliziosi, sorridono,
puntano dritti là dove son più debole
e così mi tocca d’arrendermi a te,
come diavolo senza più l’ombra d’una difesa

UN BACIO COSÌ

Voglio un bacio, un bel bacio lungo,
con la lingua, un bacio che scavi
dentro me
Voglio da te un bacio mentre nuda
fai l’autostop sull’autostrada della vita
Voglio un bacio così, un bacio
che non si sa dove poi ci porterà

CHITARRA BLU

Prendi la mia chitarra
Prende fuoco
E’ una donna di curve,
di violenze e dolcezze

Prendi questo blues
Hai tanto da imparare
E la barchetta di carta va,
scivola lungo il fiume giù
Tu aspetti il tuo uomo
Ha fatto una promessa,
non può aver tradito
I ranocchi si fanno avanti
alla sera, ma tu sogni

Prendi questa chitarra,
spezza l’incantesimo
che ti fa bella addormentata
Prendi questo blues
Prendi questa donna con te,
questa chitarra di fiamme blu

E non ci pensare più
(Tutti scrivono poesie e promesse)
E non ci pensare più
(Tutti sognano bugie e ritorni)
E non ci pensare più
(Tutti hanno un cassetto di lettere)

Prendi questa chitarra blu,
violentala anche tu
Non chiedo altro
Non ti chiedo altro
Ascolta questo blues for you

LA GATTA

Perché sei tornata?
Avevi detto
che non mi avresti
perdonato
né per la pipa
andata in fumo
né per l’archetto di violino
spezzato

Avevi promesso
di tornare da tua madre
– una gatta nera e bianca
con la coda fra le gambe

E ti trovo di nuovo
in mezzo ai piedi
a scopare via la cenere
Non sei cambiata:
cestini ancora i biglietti
e i profumi delle mie amanti

Mi chiedo
perché ti sopporto:
forse perché mi gratti bene
la schiena, e dopo lo fai
senza pudore,
bagnata di sudore

TU CERCHI ALTROVE

Tu cerchi altrove
l’amore,
e non sai
che ti è accanto
Esso riposa
nell’impronta calda
che hai lasciato
sul bianco del letto
– fra lenzuola e cuscini
profumati
dei tuoi mai confessati
desideri

POLVERE DI STELLE

Nell’orgoglio viviamo
e in esso moriamo
Nude foglie
al vento strappate
da carezze di violenze
Louis incontra Duke
per il Grande Summit
Chissà se hai
coscienza
– conoscenza
Si vive anche senza
una vita
e una lingua di piercing
Ma il primo uomo sulla Luna
allunò e fu lui, Armstrong,
a lasciare l’impronta
che oggi ti fa paura

…credo
che questo paese
debba impegnarsi
a realizzare l’obiettivo,
prima
che finisca questo decennio,
di far atterrare
un uomo sulla Luna
e farlo tornare sano e salvo
sulla Terra…

Kennedy
era bello
– di larghe vedute
E tu,
quanta polvere di stelle
hai nelle scarpe?

LUCIO, LUCIGNOLO

Lucio, Lucignolo,
devi cadere
nel burrone profondo
Devi cadere
e toccare
con mano l’Inferno,
le sue fiamme
e i culi di quelle donne
un po’ così e così
che qui sulla Terra
fecero la vita
sempre a spasso
in cerca di clienti
e d’un anestetico alcolico
prima del sesso

Lucio, Lucignolo,
devi cadere
dentro a un profilattico
bucato – fallato
Sarà un po’
come tornare
nel grembo materno
Devi lasciarti cadere
nell’abbraccio
che il Vuoto ti offre
Una distrazione
e giù cadrai
fino a toccare il fondo
Credimi, è il solo modo
per arrivare
nel profondo
della Verità
se una che valga due lire
qua o là c’è

Forza, lasciati
andare
Tira giù la zip
Sgancia
i moschettoni,
imita le aquile
che osano,
e non ci pensare più
Lasciati cadere
Vieni a toccare
l’Inferno
con la tua nuda mano
che grande gioia
ti diede tanti or sono
nelle ore di noia,
di seghe infinite

Forza, Lucignolo
Basta poco,
lasciarsi cadere
nel burrone
E’ poi solo
vile questione
di buona volontà
Vieni, vieni giù

Vieni, vieni giù
anche tu, anche tu
Sì, sì, anche tu…

FIORI PER LA MIA DONNA

Rimbomba l’eco nelle tombe
& gli alberi s’inchinano
fin quasi a spezzarsi
Un negro testa rasata suona
Sa fare il suo lavoro
La gente lo ascolta ammirata
Un altro grida la Fine del Mondo
che verrà, che verrà…
ma il semaforo è da una vita
fermo sull’occhio arancione
C’è una gran confusione
lassù in cielo & ma’ chiama
i suoi cuccioli intorno a sé

Dei bei fiori per la mia donna,
giovane nuova rossa fiamma
L’eco stordisce i petali uno
a uno, il vento li porta via

Avevo dei fiori così belli
rubati alla più caritatevole
delle foto – sorridente,
sconosciuta al mondo dei vivi
ma non a me,
il camposanto l’accoglie
vestendola ogni dì
di convolvoli e campanule,
e mai una lacrima
e mai una lacrima una…
Oh, il becchino fa un bel lavoro
& il negro sa suonare da dio
Il cappello raccoglie tanta aria
e davvero pochi centesimi

L’eco stordisce i petali uno
a uno, il vento li porta via
Alle porte del Paradiso li deposita

Anche se lassù c’è confusione
da un’eternità, non ama Dio
i ladri che stanno quaggiù
E dalla testa ai piedi tremo io

Informazioni su Iannozzi Giuseppe

Iannozzi Giuseppe - giornalista, scrittore, critico letterario - racconti, poesie, recensioni, servizi editoriali. PUBBLICAZIONI; Il male peggiore. (Edizioni Il Foglio, 2017) Donne e parole (Edizioni il Foglio, 2017) Bukowski, racconta (Edizioni il Foglio, 2016) La lebbra (Edizioni Il Foglio, 2014) La cattiva strada (Cicorivolta, 2014) L'ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta, 2013) Angeli caduti (Cicorivolta, 2012)
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2 risposte a HO MESSO LA TESTA A POSTO (Inedite e rare, e riviste e corrette)

  1. Lady Nadia ha detto:

    Disegni anche? E così bene?
    Poesie e disegno meravigliosi. Complimenti. Complimentissimi.

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  2. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Non è che sono Modigliani o Van Gogh, e nemmeno sono Giotto. Sì, disegno. E non c’è trucco e non c’è inganno. E’ un ritratto realizzato con una semplice matita. Non è questo un disegno realizzato con tecniche digitali, con Photoshop. No, è proprio fatto a mano dal sottoscritto: bisogna accontentarsi del risultato. 😉

    Visto, scrivo ancora poesia, seppur in maniera diversa, direi migliore, sicuramente migliore.

    Grazie, cara Nadia.

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