Come da copione niente di inedito
Donne e parole – Edizioni Il Foglio
Iannozzi Giuseppe
Donne e Parole – Iannozzi Giuseppe – Edizioni Il Foglio – ISBN 9788876066450 – pagine: 604 – © 2017 – prezzo: € 18,00
Cadere in amore
Giunta è l’estate
Le ragazze son fiori
in mezzo ai prati felici,
nei boschi cercano sbarbatelli
e nel folto dell’erba più alta
il primo sconosciuto baciano
Le ragazze presto dimenticano
i giovani che hanno sverginato;
non un pensiero le sfiora
che possano domani ricordare
e provar una punta di dolore
Il sole giallo l’alma arroventa
e ogni bacio è calda ricerca,
mani che giocano e scivolano
sovra i corpi acerbi e nudi
Così triste l’estate, così tanto
Non val neanche la pena
di spengere il sole, cadendo
sul letto per un lungo sonno,
ché, tanto, ci si risveglierà
e nulla sarà cambiato
Mia penna assassina
Anche se lecchi
con occhi attenti
il filo del coltello,
cercando d’intuire
quali parole verranno
dalla mia mano,
non pensare
che sarà facile
spaccar in quattro
il capello, trovare
il pelo nell’uovo,
dirmi vecchio
pria che sia io
a lasciar cadere
la penna
come assassino
senza più preda
da amare,
da uccidere
Non vedo giardini
Non vedo
giardini,
fiori
da cogliere,
farfalle
da destinare
all’oblio
col tocco
delicato
d’una mano.
Sol m’accorgo
del puzzo
che sale,
vomitato
da tombe e tombini;
vedo anche
bambini sporchi
che fra le dita
pinzano topi
e più grossi ratti
come fossero
giocattoli.
Dai cimiteri poi,
gli avelli gridano
le imposte parole,
i loro epitaffi;
e dalle spoglie creste
d’alberi e cespugli
prendono sembianza
scheletriche braccia
e artigliate dita.
Non vedo
giardini.
La fine dei giochi
È la fine dei giochi, amica mia,
di quelli belli e di quelli brutti
In fondo l’abbiamo sempre saputo
che la noia ci avrebbe preso per mano
È così bello avere una certezza
per quanto dolorosa
Così bello sapere che il sole
continuerà a risplendere lassù
nonostante noi e le altalene di ruggine
Quando dentro di te qualcosa va a puttane
il cuore bacia extrasistoli a ripetizione
Con l’autunno i colori bruni
e tu che non mi sai amare più – tutto questo
da sopportare senza mai sapere dove,
dove sbattere la testa
È la fine delle risate, delle scenate di gelosia,
dei baci dati in segno di pace e che eran morsi
Ha cambiato pelle tanto tempo fa il serpente
Sembra ieri, sembra ieri che andavo per boschi
in cerca d’un indizio sulla strada delle fate
È la fine dei giochi, amica mia,
d’ogni abbaglio e fantasia, per gli Déi!
In fondo l’abbiamo sempre sospettato
che l’ultima amante sarebbe stata la Morte
Figlio
Ha perso il bosco
il suo verde.
Sono uscito
per una lunga passeggiata,
calpestando more selvatiche,
cadute, mai raccolte,
marcite.
Mio figlio caduto
per uno scambio di persona,
l’hanno seppellito
tanto tempo fa
sotto un salice
spoglio da una vita.
Circondato dal paesaggio,
gli fan compagnia
mulinelli di foglie miste,
brune brune, morte.
Casa
Gridavano ieri a gran voce,
oggi non più.
Il fiume in secca
lo evidenzia la pianura ferita
là dove i ragazzacci rubavano
acini d’uva matura
e le donne mature o no cantavano
ubriache già di primo mattino
ben prima di cadere
stanche sui tavolacci
giù in osteria.
Affollano la mente i ricordi.
Sulla linea del tramonto buco;
trascinando la bicicletta,
faccio ritorno…
Impronte
Sol ieri le ciliegie
cadevano a pioggia
– tappeto rosso
immensa distesa
affezione di dolcezza
che il cuore riempiva.
E di ansia si tingono oggi
le impronte dell’esistenza.
Lacrime superflue
Una scemenza
strappò dall’occhio di Dio
superflue
lacrime di sangue
su madonnine
e santini da collezione.
Non una
fu però sprecata
per il giovane prete
morto
ammazzato in chiesa
perché contro la Mafia.
Solamente due parole
sul giornale locale.
Tu con me
Ingiusto è.
Il piè
forte lo pesto
e a gran voce
Odino invoco.
Forte pesto il piè
perché
la terra frani
al di là
dello stretto
di Magellano.
Nessuna
lacrima
per me
ch’eppur di Te
amai
la bellezza,
la Deità,
ignorando
le malelingue,
le chiacchiere
portate all’attenzione
dei 4 punti cardinali.
Forte di rabbia,
il terremoto
sotto
il calcagno mio
per ogni sogno
offeso…
Frani
il mondo intero,
e Tu, mia Musa,
giù
nel profondo con Me
DONNE E PAROLE (poesie d’amore) nasce dall’esigenza dell’autore, Giuseppe Iannozzi, di portare, per la prima volta, a quanti amano la poesia, una antologia della sua migliore produzione poetica.
L’autore ha quasi sempre rifiutato il titolo di “poeta”, nonostante sia stato detto tale in più di una occasione. DONNE E PAROLE (poesie d’amore) si prefigge lo scopo di accontentare lettori e lettrici che, nel corso degli anni, gli hanno chiesto di pubblicare un libro di poesie.
In questa antologia, che raccoglie testi scritti nel corso di quindici anni, senza mai dirsi poeta a tutto tondo, l’autore parla della grandezza, della bellezza e della stupidità che sono nell’amore.
Perché mai parlare e scrivere d’amore?
Forse perché, oggi più di ieri, l’amore non esiste se non nel cuore di pochi ingenui ribelli, che non si sono rassegnati all’idea che i sentimenti siano stati sostituiti, in via definitiva, da stravaganti surrogati ad ore, o da velenose inflazioni che dir si voglia.
Giuseppe Iannozzi, classe 1972, è giornalista, critico letterario, editor e scrittore.
Nel 2012 ha pubblicato Angeli caduti (Cicorivolta Edizioni), nel 2013 L’ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta edizioni) e La lebbra (Il Foglio letterario), mentre nel 2014 La cattiva strada (Cicorivolta edizioni). Nel 2015 ha pubblicato Fiore di passione, una raccolta poetica autoprodotta e disponibile su Lulu.com (https://goo.gl/iPL4KU). Nel 2016 ha tradotto e curato Bukowski, racconta! (Il Foglio letterario). Ha inoltre curato l’editing di parecchi libri di narrativa e di saggistica per svariate case editrici. Attualmente si occupa dell’Ufficio Stampa de Il Foglio letterario (facebook.com/ilfoglioletterario/) e scrive per diverse testate online e la free press.
Sito web:
iannozzigiuseppe.wordpress.com
Facebook:
facebook.com/iannozzi.giuseppe
Twitter:
Donne e Parole – Iannozzi Giuseppe – Edizioni Il Foglio – ISBN 9788876066450 – pagine: 604 – © 2017 – prezzo: € 18,00
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Sempre intrigante, ma questa volta più complesso del solito e con quelle due parole deliziose che sono pura ebbrezza a qualsiasi lettore avido: lettura estiva. Il mio cuore ha un sussulto.

Suppongo che saprai che considero ogni stagione dell’anno il momento ideale per la lettura. Una notte d’inverno trascorsa davanti al fuoco, con una tazza di tè calda mentre i venti soffiano intorno come una tempesta.
In Autunno, quando spesso il posto migliore da leggere è all’aperto sotto un albero cremisi, in un caldo maglione accogliente appena rilasciato dall’armadio, con la luce del sole soffusa in aria fresca, dispersa di gemme e foglie – ombre colorate in tutto l’erba.
E cosa potrebbe essere migliore di profumati e tulipani mentre leggi in un giardino in una splendida giornata di primavera?
Buongiorno orsetto King. BRAVISSIMO
♥ Vany
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A te, Violetta, piacciono tutte le stagioni dell’anno, mentre a me l’estate non piace. Il perché? Fa caldo e poi la associo a un po’ tanti ricordi tristi. Sia come sia, preferisco leggere e scrivere con il fresco e nelle ore del crepuscolo.
❤
Non sono nuove queste poesie, le ho scritte in tempi diversi e appartengono al passato, anche se è vero che ho operato delle correzioni stilistiche. Poesia nuova no, per ora sto fermo. Dopo tanta poesia scritta sento la stanchezza.
Grazie di cuore, Violetta. A te le mie poesie sono sempre piaciute. ❤❤❤
Un fresco bacio a te.
Orsetto King
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