Una pioggia che solo ha il suo dolore
4 poesie da “Donne e parole. Sulle orme di Leonard Cohen”
Donne e Parole – Iannozzi Giuseppe – Il Foglio letterario – ISBN 9788876066450 – pagine: 640 – © 2016 – prezzo: € 18,00
UGUALE ALL’AMORE
Per te ho spento mille falò
Per te ho affrontato l’Urbe
Ho rimosso il male, il bene
Ho dato via ogni dì
a una risata strozzata
Per te, per te, solo per te
completamente senza parole
come un bambino in ginocchio
cullato dal vento
Per te, per te, solo per te
completamente senza vita
come un’altalena dimenticata
fra fiordalisi, giaggioli
e inestricabili trame d’ellera
Per te, solo per te la mia vita
che m’appariva tanto sacra
e inutile… uguale all’amore
senza tempo, senza scampo
BOURBON STREET BLUES
Sì, ho scialacquato la mia tenerezza,
sfidando l’argentea millenaria luce
e la bellezza della Luna in cielo alta.
Come uno che solo ha l’impeto delle ore,
ho dimenticato la mia piccola Bambina,
fra l’indice e il pollice, per un plettro d’avorio,
qui a New Orleans, Bourbon Street Blues.
Se gli annegati hanno mute le labbra,
non io che stono questo Mississipi
nota dopo nota, all’infinito…
Oh, la mia piccola Bambina, il suo incanto,
il suo riflesso sullo specchio dell’acqua:
come ho potuto esser così tanto crudele?
Come una pioggia che solo ha il suo dolore,
sono scivolato nei tombini della dimenticanza,
qui a New Orleans, Bourbon Street Blues.
Hanno gli amanti mutevoli anime blu, lo so;
ma come ho potuto esser tanto infantile?
Oh, la mia piccola Bambina, il suo infinito,
il suo amore, fiore di luce fra le labbra!
Menando una pallida vita d’illusioni,
suonando una chitarra che fosse solo mia,
ho scialacquato tutta la mia dolcezza
per raccogliere manciata di foglie d’autunno
e il mistero d’un’eclissi di Luna sotto la pioggia,
qui a New Orleans, Bourbon Street Blues.
LA CADUTA DELL’INNOCENZA
Non seguire la cattiva strada, segui queste note invece:
perderai tutti i denti, perderai il rispetto della tua donna,
e ti terrà il tempo l’abbaiare d’un cane rognoso,
ti ricorderà che sei nato bastardo con la luna di traverso.
Non c’è altro da sapere. Non c’è altro jazz.
Non seguire la cattiva strada, segui queste note invece,
quelle d’un trombettista dannato, d’un grande condannato:
in una notte di primavera, in volo planando
sul selciato, da una finestra d’albergo di Amsterdam,
la caduta della vita nella tromba d’un’altra vita.
In una notte di primavera, non leggere come me
le note sul pentagramma, la caduta dell’innocenza.
Non c’è altro da sapere. Non c’è altro jazz da ballare.
RIMBALZA L’OM
La palla che contro l’Om rimbalza
Il cavallo a dondolo che di sonno muore
Il giorno che di baci di fuoco s’infiamma
E noi qui sospesi e sospetti
mentre il cielo si prepara a cadere
La poesia morta, nel Getsemani sepolta
Vogliono sapere chi il corpo ha trafugato
Dicono che ciechi non siamo nati,
ma che a tirar per le lunghe ancora il discorso
potremmo presto noi baciar di Tiresia la sorte
Insistono che solo gli mancava la parola,
che troppi colpi alla testa, alla bocca dello stomaco
l’hanno inginocchiato
e che anche questa colpa la pagheremo
Ripetiamo, ripetiamo che non sappiamo,
che Lazzaro non l’abbiamo noi di nuovo ucciso
Non ce la caveremo, questo lo sappiamo
La palla non continuerà a rimbalzare;
domani l’Om sarà infranto e piangeremo,
vana domani sarà per l’anima la preghiera
e nel cavo della morte finalmente capiremo
TRAVELING LIGHT – LEONARD COHEN
(Viaggio leggero – traduzione di Iannozzi Giuseppe)
Viaggio leggero
E’ un “arrivederci” (*),
ieri così tanto brillante tu,
mia stella caduta
Sono in ritardo,
chiuderanno il bar
Una volta suonavo
la chitarra mica male
Mi sa che sono
solo uno che
ha gettato la spugna
fra me e te
Non sono da solo,
ho incontrato gente
che viaggiava leggera
come facevamo noi
Buonanotte, buonanotte,
mia stella caduta
Mi sa che hai ragione,
ce l’hai sempre avuta
So che hai ragione
sulla depressione,
vivi una vita
che non sceglieresti mai
Sono solo un folle,
un sognatore che
ha dimenticato di sognare,
di me e di te
Non sono solo,
ho incontrato gente
che viaggiava leggera
come facevamo noi
Viaggio leggero
E’ un arrivederci,
ieri così tanto brillante tu,
mia stella caduta
Sono in ritardo,
chiuderanno il bar
Una volta suonavo
la chitarra mica male
Mi sa che sono
solo uno che
ha gettato la spugna
fra me e te
Non sono da solo,
ho incontrato gente
che viaggiava leggera
come facevamo noi
Ma se la strada
riporta da te
devo forse dimenticare
quelle cose che sapevo
quand’ero amico
di uno o due
che viaggiavano leggeri
come facevamo noi allora
Viaggio leggero
(*) “arrivederci”, nel testo originale è in francese: “au revoir”
Iannozzi Giuseppe intervistato da Isabella Difronzo
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Chapeau!
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Grazie infinite, cara Alessandra.
Un forte abbraccio.
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