Una perfezione al di là della mortalità – Poesie bonus per “Donne e parole” di Iannozzi Giuseppe

Una perfezione al di là della mortalità

Iannozzi Giuseppe

fashion

TUTTO SI DISTRUGGE DA SÉ
(inedita)

Miro
a una perfezione
al di là
della mortalità,
per questo ho lasciato
mille poesie incompiute
sul tavolo dei saggi

Affondano gli sbagli,
come pietre toccano
del fiume il letto buio

L’amor mio di ieri
più non sa il mio nome,
e dovrei esserne felice:
tutto si distrugge da sé,
niente
dal nulla si crea mai

Miro
a una delicatezza
che sappia tagliare in due
il diamante,
la sua fredda luce presa
di mira
da milioni di soli,
da milioni di storie

Miro
a una perfezione
al di là
delle interpretazioni
lasciatemi in eredità
da Buddha,
Cristo e Abramo

Miro
alla liberazione degli schiavi

L’ONDA DEI TUOI CAPELLI
(inedita)

Donne e parole. Sulle orme di Leonard Cohen - Iannozzi Giuseppe - Il Foglio letterarioOggi come allora mi dai le spalle
Sogno l’onda dei tuoi capelli,
la commossa biondezza di seta
dalle mie dita mai sfiorata
Ma in un sogno ti ho baciata

Eran già morte le candele,
da un pezzo non spandevano luce
nella tua stanza di specchi;
e ti ho baciata, ti ho baciata
e mi sono svegliato poi sudato

Oggi come allora mi dai le spalle,
per questo ogni sera riparo in un bar
sperando d’incontrare qualcuno
che mi dia la dritta giusta sulla Legge
che regola la Poesia Perfetta

Oggi come allora mi dai le spalle
Ogni sera cerco quel diavolo
o quel santo che m’insegni
come far cadere una donna
nella Poesia dell’Amore

E sempre torno a casa da solo,
traballante, baciato in fronte
da un’alba di nebbie dure a morire

OMBRE E FUMO
(inedita)

Sognare
d’essere stati
come Prometeo
incatenati,
e sognare, sognare
poesia invalida
più del fumo
d’una sigaretta
rimasta accesa,
dimenticata
sul bordo consumato
del posacenere

Restino ombre
le ombre che sui muri
il flebile lume dipinge;
non siano altro
che questo poco
finché ce la fanno
a resistere

PIRATA

Il mondo d’attorno
l’ho guardato
con un occhio solo,
sempre cercando
fra travestiti e marinai
chi fosse il più nero,
chi il più maledetto

Sonnecchiando,
a ogni rumore attento,
spazzando via
dalla burrasca
mille e più maledizioni,
sa la notte
per quanti mari
ho navigato
affrontando fantasmi
e ciclopi dimenticati

Han le sirene spalancato
l’occhio mio buono
su livide albe,
su cieli divisi in due
e spiagge di cadaveri lastricate
Non è però mai tornata
Lei, l’amata mia guerriera,
né la conta degli sconosciuti
Sol le onde han bagnato
dei morti in battaglia i piedi
cancellando loro il nome,
portandogli via l’anima
o quel poco che ne restava

LO SPARO

Non ricordo dove e quando
Il sole che nasce, che nasce
Il sole che muore, che muore

Caduto è un uomo
senza un lamento;
gli ha fatto da cuscino
il sogno ch’era suo

Non ricordo come e perché
Ma questa rosa di sangue
Ma questa medaglia sul petto
non più sveglio al desiderio

E sugli spalti a teatro
s’applaudiva la vanità;
perdeva lacrime una donna
nella tragedia ingessata

Non ricordo niente
Più niente m’è il ricordo
Fa però qui tanto freddo
Questo quel che sento

SILENZIO

Allor taccio
uguale al silenzio
che quaggiù
di valle in valle
dell’Universo
sfida le stelle
e l’infinita eco

UNA FOGLIA

Di tanto in tanto
cade una foglia
di triste gioia
nell’autunno dell’età,
quasi a ricordarci
quanta, quanta
la stupidità
che ci ha detti
qui per sempre

MEDIOCRITÀ

Mediocre d’intelletto,
in ogni angolo
abbondante d’oppio e alcol
filosofeggiava d’amor di letto,
contando sulla punta delle dita
le conquiste, le violenze…
e le sconfitte
perché fossero materiale
per un libro di refusi

NELLA MIA VITA SEGRETA
(testo: Leonard Cohen – traduzione: Iannozzi Giuseppe)

Ti ho visto questa mattina
Ti muovevi con una tale fretta
Non riesco ad allentare la presa
sul passato
E mi manchi così tanto
Non c’è nessuno in vista
E stiamo ancora facendo l’amore
nella mia vita segreta

Sorrido quando sono arrabbiato,
inganno e mento,
faccio quello che devo fare
per tirare avanti
Ma so cosa è sbagliato
e so cosa è giusto
E morirei per la verità
nella mia vita segreta

Aspetta, aspetta, fratello mio,
sorella mia, non è il momento di mollare
Finalmente ho ricevuto gli ordini
Sarò in marcia per tutta la mattina,
e continuerò a marciare per tutta la notte
spostandomi attraverso i confini
della mia vita segreta

Ho sfogliato i giornali,
fanno venire voglia di piangere
Nessuno si preoccupa se la gente
vive o muore
E il mazziere vuole che pensi
che tutto è bianco o nero
Ringraziare D-o non è così semplice
nella mia vita segreta

Mi mordo le labbra,
compro quello che mi hanno detto:
dall’ultimo successo
alla saggezza dei tempi andati,
ma sono sempre da solo
E il mio cuore è come ghiaccio
Ed è affollato e freddo
nella mia vita segreta

DONNE E PAROLE. SULLE ORME DI LEONARD COHENIannozzi GiuseppeIl Foglio letterario – Collana: Autori Poesia Contemporanea – Edizione a tiratura limitata: novembre 2016 – Pagine: 604 – ISBN 9788876066450 – prezzo: 18 Euro

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Donne e parole - Iannozzi Giuseppe - Il Foglio letterario

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Informazioni su Iannozzi Giuseppe

Iannozzi Giuseppe - giornalista, scrittore, critico letterario - racconti, poesie, recensioni, servizi editoriali. PUBBLICAZIONI; Il male peggiore. (Edizioni Il Foglio, 2017) Donne e parole (Edizioni il Foglio, 2017) Bukowski, racconta (Edizioni il Foglio, 2016) La lebbra (Edizioni Il Foglio, 2014) La cattiva strada (Cicorivolta, 2014) L'ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta, 2013) Angeli caduti (Cicorivolta, 2012)
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6 risposte a Una perfezione al di là della mortalità – Poesie bonus per “Donne e parole” di Iannozzi Giuseppe

  1. Lady Nadia ha detto:

    Mai inutile è qualsiasi cosa che sia stata scritta con mente o cuore. Tantomeno la poesia. Può essere inutile, sebbene liberatoria, per chi la scrive ma non lo è per chi la legge.
    Forse non è ancora sufficiente per farne da sola un mestiere, forse non tutti quelli che leggono fanno sapere che è piaciuta, che a qualcosa è servita, ( e dovrebbero invece ) ma certo, nessun lettore, davanti a questi versi può restare del tutto indifferente.
    Sempre bravo. Spero per te e per la nostra amicizia che i tuoi versi possano arrivare dove li vuole il tuo cuore. Tanti auguri Beppe. Scrivi!😊

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  2. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Se scritta con la mente e con il cuore non è inutile la poesia, anche se non è a mio avviso un qualcosa che possa essere destinato al pubblico.
    Poesia se ne scrive troppa, a volte solo per dare la stura alla propria stupidità o arroganza di credersi dei poeti di tutto punto.

    Con l’arte, con qualsiasi forma d’arte non ci fai niente: non è un mestiere. Se scrivi un buon libro, se ci guadagni qualcosa sarà perché magari qualcuno deciderà di farne un film. Non siamo più negli anni che scrivevi un buon libro e questo poteva farti anche vivere in maniera agevole.

    Scrivere solo per scrivere non serve a niente, serve solo a gonfiare il proprio ego fino a farlo scoppiare. Scrivere significa rivedere e riscrivere soprattutto. “Ombre e fumo” sono dei versi un po’ di protesta, che hanno il solo scopo di far riflettere.

    La prima poesia “Tutto si distrugge da sé” è invece stata pensata e scritta nel corso di tre settimane. Sembrano dei versi semplici, non è però così.
    E “L’onda dei tuoi capelli” è nata sul momento, anche se dopo, come avrai di certo notato, ho cambiato alcune cose, per renderla almeno almeno presentabile. ^_^

    Tutte le altre appartengono al passato, ma anch’esse sono state riviste nel corso degli anni, così come dovrebbe fare un bravo scrittore.

    E poi c’è la traduzione dal sommo Poeta Leonard Cohen, e anche tradurre è un’arte non poco difficile, soprattutto quando si traduce un poeta.

    I miei versi lo dirà il tempo se resteranno o se invece no. Non me ne curo: il tempo è l’unico Giudice, solo il tempo e nessun altro. Non ci si illuda delle lodi ricevute oggi. Il tempo, solo il tempo è il Giudice e la sua sentenza sarà incontrovertibile.

    Scrivo e vivo, che è meglio. Non si può scrivere se non si vive.

    Grazie cara, Nadia. Un caro abbraccio. 🙂

    Beppe

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  3. Lady Nadia ha detto:

    E allora vivi!

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  4. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Cara Nadia, ma io vivo. ^_^ Te lo devo dimostrare che sono vivo?

    😀

    Ma credo di capire: nella prima poesia “Tutto si distrugge da sé” ci sono dei versi che forse ti hanno fatto pensare, diciamo pure così. Dunque, non mi riferisco a nessuno, proprio a nessuno. I versi che forse ti hanno lasciata dubbiosa sono questi: “L’amor mio di ieri/ più non sa il mio nome,/ e dovrei esserne felice:/ tutto si distrugge da sé,/ niente/ dal nulla si crea mai”. Semplicemente qui l’amor mio è in senso generico e generale, per poi dar la stura a una considerazione poetica esistenzialista, ovvero che “niente si crea dal nulla, mai”. Questa poesia parla della libertà, dell’uomo in rivolta seguendo l’insegnamento di Albert Camus che proprio con “L’uomo in rivolta” sancì il suo distacco dal pensiero di Sartre: “Che cos’è un uomo in rivolta? Un uomo che dice no. Ma se rifiuta, non rinuncia tuttavia: è anche un uomo che dice di sì, fin dal suo primo muoversi. Uno schiavo che in tutta la sua vita ha ricevuto ordini, giudica ad un tratto inaccettabile un nuovo comando.”

    E’ una poesia difficile, sembra facile, lo sembra solo: ma ogni pausa e parola è pesata. Niente è lasciato al caso o affidato alla casualità. E’ quel tipo di poesia bella, quasi perfetta, ma che però non è a tutti accessibile, perché sì, andrebbe spiegata. E quando ce n’è l’opportunità lo si fa. Nessuno mi ha chiesto niente in merito a questa mia ed allora ho pensato: “O non è piaciuta o chissà che altro”. Certo è che se non mi si pongono delle domande, non posso farci niente. ^_^

    Bene, direi che un minimo ho spiegato. E come vedi sono vivo. E vivo.

    Ciao

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  5. Lady Nadia ha detto:

    Vivissimo e barbuto.😉 Ciao!

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  6. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Infatti. Solita faccia. ^_^ Ciao.

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