Il Bello e il Brutto
Antologico con inediti
Iannozzi Giuseppe
Vaselina
Ero il tuo crimine più bello. Ero il tuo unico amore. Ero univoco. Ero equivoco. Ed ero il solo capace di farti stare veramente male. Ero colui che ti portava alla follia estrema, il solo che ti dava il torcibudella. Ero la canna della pistola dentro la tua bocca in fiore. Ero come il grilletto d’una verità. Ero vaselina alle tue spalle, nella tua bocca più profonda e oscura. Oggi sono odor di cordite all’aria aperta, in superficie, sotto la luce del sole.
Tra Andersen e Grimm
Nemesi è di vita viva,
viva come acqua
che piano scende
dentro ai tombini
per correre fin dentro
alle radici degli orti
e dei cimiteri, tra i morti
Mortifica la Nemesi
ognuno di noi,
lo schiavo
il libertario
e il libertino pure,
più d’ogni poeta
o bambino
armato di filo spada
e fantasia
E sei lontano, lontano lontano
E mai Andersen troverà la strada
per la Casa di Marzapane
e far fuori i fratelli Grimm
E mai se li potrà fare,
prima il più grande, poi l’altro
e poi insieme, come in quella favola
che mi raccontasti tempo fa
e che iniziava in maniera sì felice
con un “C’era una volta!”,
ma solo per finire
allo stesso identico modo
Che Collare di Fuoco
Che sbrodolare d’anime
Nemesi non sa la pietà
Sottomesso al Collare di Fuoco,
sottomesso a quel dolore
che da almeno cinquanta
e passa età t’insegue
in una ressa di passi sotto il sole,
e poi in una confusione di ombre
prese nella profonda notte, profonda
più di te e del tuo fischiettare
nel vano tentativo
di sconfiggere il Seme della Paura
Questo dolore non ti lascia
in pace un momento mai;
non si scorda di dormire per te,
per te sulla forca
uguale a fantasma di cartapesta
Che Collare di Fuoco,
inutile smorzare la sete
Che Collare di Dolore
Che pazza risata in piazza
Che pazza ultima volta
La butti giù d’un fiato
l’anima,
nelle budella a morire
insieme a te
E la gola t’è stretta stretta;
e le mani tremanti, giusto un istante
sul pomo d’Adamo, lente scivolano
per riposare lungo i fianchi
E una vecchia puttana messicana
sorride alla Morte
sorride a lei, che dalla tua faccia
oramai vuota di colore
si scolla felice, lasciandoti
alle inquiete molestie del vento
Potrei dirmi silenzio
potrei dirti che,
che come finale
non c’è male
davvero – un mondo
a portata di mano
depilato
potrei sorriderti
e poi far finta
di niente
ma così capiresti
che sono un maiale
potrei dirmi silenzio
e invitarti a una festa
per scaricare i nervi
– e infrangere cuori
potrei continuare
su questa linea
e farti ridere di me
all’infinito
così ora smetto il disco
e chiudo il diario della vita
lasciandoti per il momento
soltanto una carezza
Questa notte dormirai
E questa notte dormirai,
non sognerai pazze rivoluzioni
strani ricordi o carta ingiallita
Nella casetta lontana lontana
che ti tiene prigioniera
avrai il sonno d’una bambina…
d’una bambina tanto dispettosa
uguale al fuoco
delle passioni
al di là
Stupido amore
Provo un sentimento tanto stupido
Incantato guardo fuori dalla finestra
E capisco che m’innamoro facilmente,
che le ore trascorrono lentamente
Provo un sentimento di solitudine,
ma è così stupido pensarmi bisognoso
di qualcuno, d’un’anima e d’una donna
Così chiudo tutto, il mio cuore e il cielo
che resistono dietro il vetro della finestra
Era ieri
Perché mai dovrei darti il mio povero cuore?
Era appena ieri che ti davo la mia sola anima
E la perdesti tra le sudate ombre della notte
Il tempo del suo amore
è solo il tempo che si è perso ora dopo ora
e noi insieme a lui per esistere ancora
nello schianto inesorabile del suo amore
Fiumi
cerca in tutto il mondo un che di migliore
e capirai, sì, troverai che si giocano le carte
quelle solite consumate in fiumi di sangue
fatale!
affogherai tentando l’abbozzo d’un sorriso
come santo, colpevole d’essersi finto tale
Alta verginità
Voglio una donna
che in punta di piedi
si sollevi per arrivare
a baciarmi la bocca
Cerco alta verginità
Il mio Dio
Cercasti la verità nel fuoco degli occhi
di quel nome che loro dissero esser dio
Io la cercai nella fissità d’un bambino
E non ebbi bisogno d’altro per capire
che il tuo dio l’aveva abbandonato
dall’inizio alla fine della sua breve vita,
per sempre spenta dalla tua severa mano
Rondini
ideale peggiore non c’è davvero,
morire per amore, o in esso finire
con l’impazzire, come rondini
a primavera lanciate contro finestre
di limpido vetro solo attraversate
da strappi di tiepido sole
Il bello e il brutto
Uguale a una fede a occhi chiusi
o a un suicidio a occhi aperti:
così è la libertà
Tutto il bello e il brutto
che è successo ai tuoi occhi
anche ai miei, e di più da mane
a sera
Di me tu più bella
Di me
sei stata tu più bella
Io dalla sconfitta sorretto
ho vagato con voce in eco
ripetuta fino alla stanchezza
per finire alfine seppellito
nel ricordo d’aver giaciuto
un dì intero con la Bellezza
Sì pazzo son stato
E di più quando travolto
da vane speranze, rivolto
a te ho spremuto pazzia
perché ti rassomigliasse
almeno un poco, almeno
Gatto nero
Qui non piove, non nevica,
qui ci si fa del male
nel fondo degli occhi d’un gatto nero
che scivola sopra aride pozzanghere
miagolando forte
mentre un brivido si mischia al sudore
Qui si muore
pria che s’abbia tempo di capire
che il sangue nelle vene congelato