E se fossi morto? – Muhammad Dibo – La Siria come non l’avete mai conosciuta

E se fossi morto? – Muhammad Dibo

La Siria come non l’avete mai conosciuta

Iannozzi Giuseppe

Il Sirente

Muhammad Dibo - E se fossi morto?

Muhammad Dibo – E se fossi morto?

Traduzione dall’arabo di Federica Pistono

www.narrativaaraba.com

federicapistono.com

E se fossi morto? Questo il titolo italiano del romanzo di Muhammad Dibo, tradotto da Federica Pistono e pubblicato da Il Sirente.
E se fossi morto? (Titolo originale: Kaman Yushaid mawtihi – 2012) sfugge a quasi tutte le regole stilistiche proprie di un romanzo, ed è questo un valore aggiunto, in quanto, fuori d’alcun dubbio, rivela la grandezza espositiva e narrativa dell’autore, Muhammad Dibo. Il corpus narrativo è di lettere perlopiù indirizzate all’amatissima madre, di riflessioni sullo stato dittatoriale in Siria, sulla situazione di terrore ininterrotto in cui vivono i siriani che si oppongono al regime e al controllo degli stranieri, del mondo (della civiltà?) occidentale.

In maniera riduttiva si potrebbe forse dire che E se fossi morto? è un resoconto sull’odierna Siria che include squarci aperti e suppuranti sulle rivoluzioni (tunisina, egiziana e yemenita), per arrivare sino allo sgretolamento del regime grazie al dissenso dei siriani e di alcuni interventi stranieri. Stando agli osservatori internazionali (provenienti da paesi fin troppo vicini al governo in carica, come Russia e Iran), la riconferma di al-Asad nel 2014, attraverso le prime elezioni presidenziali, sarebbe regolare; ma non sono d’accordo alcuni capi di Stato occidentali e diverse organizzazioni internazionali che parlano invece di una farsa volta ad assicurare alla presidenza di Bashar Hafiz al-Asad una mera parvenza di legalità.

E se fossi morto? - Muhammad Dibo

E se fossi morto? – Muhammad Dibo

Muhammad Dibo è stato ucciso a Duma. Tutti pensano che Dibo sia morto, per sempre: ma in realtà si tratta di un suo omonimo. Dibo non può fare a meno di pensare che pur non essendo lui ad essere oggi cadavere, è un po’ come se lo fosse, perché per ogni siriano che muore muore in realtà un pezzo di quella identità siriana, che ancor oggi la Siria cerca di darsi. E Dibo è ben consapevole che vivere in Siria significa rischiare la vita ogni giorno: “Se vivi in Siria, la morte può colpirti in ogni momento: puoi essere arrestato, essere colpito da una bomba, sparire in uno dei tenebrosi sotterranei dei servizi segreti, considerati tra le prigioni più infami del mondo.”
La morte è dappertutto, in cielo come in terra: un siriano lo sa, può finire i suoi giorni in carcere o colpito alle spalle mentre cerca una boccata d’aria in strada. L’uccisione di Dibo dà all’autore la possibilità di ripercorrere la sua infanzia ma soprattutto quel periodo che l’ha visto in prigione perché scrittore e poeta inviso al regime. Con consapevolezza o no – non è questo l’importante –, Muhammad Dibo mette nero su bianco un dramma (quasi) dostoevskijano, dove la memoria emerge dal sottosuolo interiore per abbracciare la Storia, l’amore per la madre, l’amicizia e l’importanza di non tradirla mai, e non da ultimo la filosofia.  L’autore s’interroga: “E’ questo un tempo adatto alla filosofia?
Un momento…
La filosofia non è forse nata dal mare delle domande più difficili, delle ferite più dolorose, delle guerre più terribili?
Sarò soddisfatto del prezzo che la Siria sta pagando oggi, se questa guerra ci darà almeno quel solo filosofo che la nostra cultura non ha generato da secoli!
La nostra crisi è dovuta all’assenza di un filosofo che segua il corso della Storia, e ci presenti orizzonti nuovi!”

Oggi Muhammad Dibo, colpevole di essersi opposto al regime di Bashar al-Asad, vive in esilio a Beirut. Ha conosciuto la tortura, la paura per sé, la solitudine, la paura per chi ama; e ha anche conosciuto l’umanità, o perlomeno un suo residuo tra le fila dei suoi carcerieri e aguzzini.

Nell’introduzione a Se fossi morto?, Donatella Della Ratta scrive: “[…] La speranza è quel filo di umanità di cui ci racconta Dibo, che unisce prigionieri e secondini anche nel buio delle prigioni. Le colombe sono scappate dal cielo di Damasco, dove prima volavano indisturbate. Hanno fatto nidi nei tubi del gas, è lì vivono, cercando riparo dalle bombe e dagli aerei militari che hanno preso possesso di quello che una volta era il loro cielo. Si sono adattate, ma non rassegnate, alla morte. Il popolo siriano è là, insieme a quelle colombe, in attesa di riprendere il suo cielo, e finalmente volare.” E Federica Pistono, nella sua nota, spiega: “Uno stile variegato, dunque, sempre diverso, che rende, a tratti, la lettura ‘impegnativa’ ma mai banale, al contrario, sempre appassionante e avvincente. Un testo che ci permette di guardare la Siria ‘da dentro’, di capire quale sia stato il percorso di un intellettuale siriano preso ‘tra le due sponde della rivoluzione’, tra il regime di al-Asad da un lato, e il lacerato fronte dei ribelli, dall’altro.”

Tutto questo e molto di più è Se fossi morto? di Muhammad Dibo, un romanzo “di verità” che non ammettono sconti, una lettura lacerante che ci permette di comprendere quale grande dramma sta vivendo sulla propria nuda pelle il popolo siriano.

Muhammad Dibo è un giornalista, scrittore e poeta siriano, nato nel 1977. Ha partecipato fin dall’inizio, nel marzo 2011, alla rivoluzione siriana contro il regime di Bashar al-Asad. Arrestato e torturato in carcere, è stato successivamente rilasciato. Si trova attualmente in esilio a Beirut. Collabora con numerose testate giornalistiche di rilievo internazionale, ed è l’editor in chief di Syria-untold, testata che si occupa di attivismo civile.

Federica Pistono

Federica Pistono

Federica Pistono è laureata in Giurisprudenza e in Lingua e Letteratura araba. Ha approfondito lo studio della lingua araba a San’a, al Cairo e soprattutto a Damasco, dove ha soggiornato a lungo. I suoi interessi ruotano intorno alla letteratura araba contemporanea, in particolare alla narrativa siriana, e al romanzo arabo francofono. Traduttrice letteraria, ha tradotto diversi romanzi dall’arabo. Traduttrice editoriale, da alcuni anni traduce articoli dall’arabo per giornali e testate online. È attualmente impegnata in un Dottorato di ricerca in Civiltà islamica presso l’ Università La Sapienza di Roma.

E se fossi morto?Muhammad Dibo – Titolo originale: Kaman Yushaid mawtihi (2012) – Il Sirente – collana: Altri Arabi – Traduzione: Federica Pistono – Introduzione: Donatella Della Ratta – ISBN 9788887847505 – pagine: 136 – prezzo: 15 Euro

Informazioni su Iannozzi Giuseppe

Iannozzi Giuseppe - giornalista, scrittore, critico letterario - racconti, poesie, recensioni, servizi editoriali. PUBBLICAZIONI; Il male peggiore. (Edizioni Il Foglio, 2017) Donne e parole (Edizioni il Foglio, 2017) Bukowski, racconta (Edizioni il Foglio, 2016) La lebbra (Edizioni Il Foglio, 2014) La cattiva strada (Cicorivolta, 2014) L'ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta, 2013) Angeli caduti (Cicorivolta, 2012)
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2 risposte a E se fossi morto? – Muhammad Dibo – La Siria come non l’avete mai conosciuta

  1. furbylla ha detto:

    leggere per capire di più….
    Cinzia

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  2. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Leggere è anche, e in molti casi, la maniera più completa per comprendere culture che ci sembrano lontane. Purtroppo molti sono abituati – dai alcuni mass media – a vedere sempre e solo il nemico nel prossimo, in quell’uomo che viene detto “straniero”. Dibo, in “E se fossi morto?”, perché ha pagato sulla sua pelle il suo NO contro il regime, contro la disumanità, racconta il suo calvario: bisogna leggerlo per capire che cosa è la tortura e la paura orribile di poter morire senza un perché, solo perché ci si è schierati a favore della fratellanza, della libertà, della pace.

    Beppe

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