Essere e non essere

Essere e non essere

Quattro storie prive di identità

Iannozzi Giuseppe

old-writer

Libertà obbligatoria

– Oggi non ho voglia di fare niente.
– Come mai?
– Per nessun motivo in particolare.
– Bene, non fare niente, nessuno ti obbliga.
– Torno a dormire in branda.
– Come vuoi. Ti devo svegliare per “l’ora di libertà obbligatoria”?
– Girare in tondo in quel diavolo di cortile non fa più per me, le mie chiappe non reggono più come ai bei tempi!
– Un vero peccato.
– Già, un peccato grande grande. Anche un condannato a morte invecchia mentre aspetta la sedia elettrica che gli brucerà culo e cervello.

Storia umana

– Perché non la scrivi quella storia?
– Quella storia, quella storia…
– La più incredibile, come tu stesso l’hai definita.
– Ah, quella intendi!
– Sì, proprio quella, la più grande storia, quella di cui mi hai accennato più volte, senza mai dirmi una parola circa il finale.
– Non la leggerebbe nessuno.
– Non dire sciocchezze! Tu sei uno che conta, sei letto in almeno cinquanta lingue.
– Domani sganceranno le atomiche, non ti sto prendendo per i fondelli. La notizia me l’ha data un personaggio che sta molto in alto. Sopravvivranno forse le formiche. Perché mai dovrei consumare tutto d’un botto il poco tempo che mi resta da vivere qui, sulla Terra?
– Sopravvivranno le formiche. E noi?
– Noi finiremo come tutti gli altri.
– Ma noi siamo degli Artisti, dei Creatori…!
– Troppo spesso ci illudiamo di essere degli Dèi, questo è il nostro peccato. Noi solo diamo una vita fatta di parole a delle fantasie che fanno ressa nella nostra mente, fantasie che, a volte, un vero Dio decide di concretizzare per farci dispetto. Forse, per punirci.
– Tu stai delirando, adesso ho capito…. Sono proprio un imbecille a prestarti attenzione. Un imbecille.
– Nostro destino è di finire domani. Dio mi ha parlato, ha detto che la storia da me pensata e mai scritta, solo a te accennata, lui la realizzerà. Ti piace il finale?

L’uomo che sapeva tutto

L’uomo che sapeva tutto aveva passato l’intera sua vita a consumare occhi e cervello su libri e polverosi incunaboli da tutti dimenticati.
Alla fine dei suoi giorni poteva dire di vantare una cultura a dir poco mostruosa, quasi sicuramente come nessun altro al mondo!
Dolente nelle ossa e nelle membra tutte si alzò dalla sedia, scoprendo però che le gambe a stento lo reggevano in piedi. Se avesse potuto guardarsi allo specchio avrebbe visto la ridicolaggine dell’immagine che di sé offriva, un’immagine quasi uguale a quella d’una vecchia scimmia più di là che di qua.
Con grande impegno e forza di volontà, stringendo forte i denti, mosse un passo e poi un altro e un’altro ancora, sempre lentamente, ma il corpo gli obbediva e non gli obbediva quasi per niente. Ronzii negli orecchi, vertigini miste a una nausea indicibile, chissà perché e percome, non riuscirono comunque a farlo rovinare a terra. Per caso o per destino, riuscì infine a raggiungere la finestra che dava sulla strada. E con fare maldestro riuscì anche ad aprirla. Ma Ma portata la testa fuori dalla finestra per gridare al mondo dabbasso che lui sapeva ogni cosa, vita morte e miracoli di questo e quello, la vista subito gli si appannò per spegnersi ancor più velocemente in un buio più nero della pece. Un terrore oscuro, che mai avrebbe immaginato, lo ghermì stringendogli i polmoni e il cuore in una morsa d’acciaio.
L’uomo che sapeva tutto non sapeva che pensare.
Con enorme fatica, cieco e dolorante, affannato oltre ogni limite, si scostò dalla finestra per lasciarsi cadere a terra, sul pavimento stipato di libri e carte; si raccolse dunque in posizione fetale e cominciò a pensare, a pensare a quale potesse esser mai la causa del terrore che non gli aveva permesso né di gridare né di portare una minima sbirciatina a quella umanità che per più di ottanta anni aveva bellamente disertato.

Buongiorno e buonasera

“Buongiorno” e “Buonasera”: in questi due saluti di circostanza si poteva forse riassumere, perlomeno fino ad allora, la maggior parte della storia d’una esistenza piatta, quella del Signor Nerone.
Per anni e anni amari, sulla sua strada sempre aveva incontrato persone scipite, o motivate a concedergli la cortesia interessata d’un saluto e null’altro.
Un giorno, uno uguale a mille altri, uscì di casa, ma con occhi accesi d’incendiaria follia. Quel giorno più o meno tutti compresero, e chi no, in un modo o nell’altro, a caro prezzo ne pagò le spese nei giorni che seguirono.

Informazioni su Iannozzi Giuseppe

Iannozzi Giuseppe - giornalista, scrittore, critico letterario - racconti, poesie, recensioni, servizi editoriali. PUBBLICAZIONI; Il male peggiore. (Edizioni Il Foglio, 2017) Donne e parole (Edizioni il Foglio, 2017) Bukowski, racconta (Edizioni il Foglio, 2016) La lebbra (Edizioni Il Foglio, 2014) La cattiva strada (Cicorivolta, 2014) L'ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta, 2013) Angeli caduti (Cicorivolta, 2012)
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8 risposte a Essere e non essere

  1. Rosy ha detto:

    Beppe, ti rispondo come già ho fatto… e come direbbe il grande Buk… finché c’è vita.. in culo a tutti 🙂
    bacione grande.
    La tua Musa.

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  2. Rosy ha detto:

    Ho dimenticato il cuoricino che a dimostrazione del suo vero valore, significa che ti voglio tanto ma tanto bene. ❤ ❤ ❤ E del parere altrui, mi faccio una bella pippa 🙂
    ciao

    Rosy

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  3. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    E così sia, vita davanti ne abbiamo tanta ancora, per cui in culo a quanti pensano che la vita sia morire tra i libri o schiacciare un bottone rosso per terminare l’umanità.

    Bacio grande a te, Mia Musa ❤ ❤ ❤

    beppe

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  4. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Grazie, cara Rosy. E’ il tuo un rimarcare che mi vuoi bene e fa sempre bene al cuore e all’anima.

    Chi vuole mi legga, chi invece non tiene interesse o voglia di leggere, non importa: io vado avanti per la mia strada.

    Un grosso bacio ❤ ❤ ❤

    beppe

    P.S.: E giacché sono stonato come una campana, My Way (Alla mia maniera) nella versione dei Sex Pistols, con alla voce Sid Vicious.

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  5. Lady Nadia ha detto:

    Nerone. Cosa ha combinato? Grrrr le cose lasciate a metà… 😢😢😢
    Belli tutti questi pezzi. Mi piacciono proprio. Belli.

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  6. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    E chi lo sa che cosa ha combinato o combinerà questo fantomatico Signor Nerone. Sappiamo che non regge più l’ipocrisia di chi lo incontra. Questo è il dato di fatto. Sicuramente è un uomo che ha preso in mano le redini della propria esistenza e forse di quella altrui. Quello che farà o non farà da adesso in poi, è affare che riguarda solo lui. 😉

    Grazie, cara Nadia.

    Beppe

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  7. Lady Nadia ha detto:

    ufff pensavo di avere un indizio!😊😊😊

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  8. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Be’, credo che non ci siano indizi da aggiungere o sottolineare. La forza del racconto è di non svelare il seguito, quel che si dice un racconto volutamente troncato.

    beppe

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