Cani sciolti di Muhammad Aladdin
Perfetta Polaroid dell’attuale società egiziana
Iannozzi Giuseppe
Cani sciolti (Il Sirente edizioni) dell’autore egiziano Muhammed Aladdin (trad. dall’arabo di Barbara Benini) racconta la società egiziana, e più in particolare il Cario. Come Naguib Mahfouz, l’autore di Cani sciolti scrive di ciò che conosce, senza ricorrere a perifrasi o ad eufemismi. Lo stile del giovane Muhammed Aladdin è diretto, privo di fronzoli. L’autore privilegia la crudezza, talvolta appena delineata seppur esplicita. Non di rado, anche situazioni e personaggi vengono appena abbozzati; e però l’autore ben sa cosa e che cosa non dire, ne consegue che il magma narrativo è perfettamente bilanciato. Siamo di fronte a un romanzo breve che potrebbe essere una gran bella sceneggiatura per un film.
Cani sciolti, tipica espressione gergale, indica una generazione cresciuta allo sbando, dominata dal consumismo e dalla dittatura per trovarsi presto proiettata nel mondo moderno, quello del Duemila, dove solo ci si può riconoscere come una “generazione perduta”. Muhammed Aladdin descrive giovani senza grandi ideali, che arrancano, che vivono cercando di sbarcare il lunario e che il più delle volte solo sopravvivono a sé stessi. Tutti o quasi si trascinano, cercano di non fare grossi danni anche se poi la malasorte sempre li prende alle spalle. Cani sciolti sì, ma sempre costretti a fuggire da qualcosa o qualcuno.
Non c’è una vera e propria trama in Cani sciolti: c’è il romanzo, diverse microstorie che si legano fra di loro, senza una apparente coerenza che eppur c’è. Al pari dei molteplici protagonisti di Cani sciolti, anche la scrittura di Muhammed Aladdin è, per così dire, sciolta.
Ahmed è forse il protagonista principale del romanzo. Ahmed scrive racconti pornografici per 3 dollari. I soldi che riesce a tirar su sono davvero pochi, servono giusto a pagare la bolletta della luce, ma Ahmed spera – e forse sogna – che un giorno sarà finalmente un grande scrittore, riconosciuto in patria ma soprattutto all’estero. Per l’intanto si accontenta di scrivere, perché scrivere è quello che sa fare e lui lo sa fare bene. Avrebbe preferito scrivere sul serio, ma “il porno” è il solo mercato letterario che paga, che gli dà qualcosa. Gli amici di Ahmed sono un po’ tanto degli sbandati, ragazzi diventati presto adulti e disillusi: Abdallah è un inguaribile menefreghista e un consumato cocainomane; El-Loul è invece un regista televisivo che fa quel che può. E Nadine è una che non si fa scrupoli, non troppi quando si tratta di fare del sesso occasionale o no. E’ lei una sorta di femme fatale, che alla fine trascinerà Ahmed, Abdallah ed El-Loul in una vicenda torbida, a tratti noir.
Cani sciolti di Muhammed Aladdin è perfetta Polaroid della nuova società egiziana, quella di una generazione perduta che, tra gli anni Ottanta e Novanta, ha creduto che qualcosa potesse cambiare in positivo.
Muhammad Aladdin (Il Cairo, 7 ottobre 1979) è un autore egiziano di romanzi, racconti e sceneggiature. Considerato tra i più brillanti esponenti della nuova generazione di scrittori egiziani emergenti, ha pubblicato la sua prima raccolta di racconti nel 2003 e ad oggi è autore di quattro romanzi – Il Vangelo di Adamo, Il trentaduesimo giorno, L’idolo, Il piede – e tre raccolte di racconti – L’altra riva, La vita segreta del Cittadino M. e Giovane amante, Nuovo amante – sofisticati affreschi, spesso dai toni noir, di una società invischiata in segreti e reticenze. “Cani sciolti” è il suo ultimo romanzo.
Cover designed by Magdy El Shafee autore di Metro ed. il Sirente/collana Altriarabi
Cani sciolti – Muhammad Aladdin – Traduttore Barbara Benini – Il Sirente edizioni – Collana Altriarabi – Prima edizione: 07/10/2015 – Pagine: 105 Lingua – Isbn: 9788887847499 – prezzo: 15 Euro
L’autore ha scelto un titolo molto adatto a quello che è il contenuto di questo libro. La dittatura del Il Cairo, purtroppo non si discosta di troppo dalla nostra società attuale… purtroppo un poco alla volta, anche noi italiani, ci troveremo in queste situazioni a dir poco alquanto tristi. 😦
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