L’orizzonte di Patrick Modiano
Nota critica di Iannozzi Giuseppe
Nell’ottobre 2014 il Premio Nobel per la Letteratura è stato assegnato a Patrick Modiano, scrittore francese che in patria è, non a torto, una vera e propria istituzione, un pilastro della grande Letteratura, sì tanto che i suoi libri vengono portati dai docenti sui banchi di scuola. In Italia, dove la cultura è stata oramai quasi del tutto debellata da scrittori e libri dappoco, Patrick Modiano è ancora un autore poco sconosciuto. Ciò non è però una scusante per non leggere e non approfondire la scrittura perfetta di un gigante qual è Patrick Modiano: si è sempre in tempo per recuperare.
Per qualche italiano, Patrick Modiano sarebbe addirittura uno scrittore letto soltanto da (pochi) altri scrittori: una sì miserabile considerazione lascia il tempo che trova, e nemmeno val la pena di spenderci su del tempo prezioso, cercando di capire perché gli italiani siano diventati sì tanto ciechi. I pochi lettori italiani – perché oramai i lettori forti sono diventati una “specie rara in via di estinzione” -, purtroppo, credono che la cultura sia ancora ben radicata in Italia, ne consegue che guardano soltanto al proprio misero orticello. I più scapestrati invece, con smodato interesse, leggono soltanto autori anglofoni e statunitensi, ergendo stupide lodi per dei romanzetti di nessun valore, perlopiù firmati da Stephen King (“Doctor Sleep”, “Mr. Mercedes” sono quanto di più trito e ritrito si possa trovare, sempre in primo piano, negli autogrill e nelle librerie), Thomas Pynchon (“Vizio di forma” e “Sulla cresta dell’onda”, le ultime due catastrofi scrittorie di Pynchon, pubblicate anche in Italia, non valgono un soldo bucato), etc. etc.
La scrittura di Patrick Modiano è essenziale, è cruda, è terribile perché maledettamente vera, perché sempre tesa alla ricerca dell’uomo, di una umanità sbranata, ridotta a pezzi. Modiano non cede al ricatto della banalità, ridà invece vita all’esistenzialismo francese adattandolo, con poetica precisione, ai tanti sbandamenti della società odierna. A Patrick Modiano si può solo rimproverare di essere un vero scrittore di ferro in mezzo a tanti vasi di creta.
Si ritrovano in questo libro l’universo concentrato di Modiano, i suoi silenzi e ricerche, la scrittura tersa e come tesa su un filo, la musica delle parole. E si incontrano (e si ritrovano in un appuntamento non detto che come la tela di un ragno ti cattura di libro in libro) personaggi affascinanti e misteriosi: silhouette inquiete e fragili sempre cosí incerte di avere veramente diritto di stare al mondo. Sempre alla ricerca di qualcosa, fosse anche un semplice cenno fra la folla.
La Parigi segreta e misteriosa del IX e X arrondissement. Una ragazza che fugge e un uomo che cerca di amarla. Una crudele donna dai capelli rossi, un gangster vestito da torero e un uomo dalla pelle butterata e dalle mani enormi. Una minaccia costante, ossessiva perseguita Margaret Le Coz e Jean Bosmans; uniti da uno stesso destino in un singolare noir del tempo che passa.
Jean Bosmans ha l’abitudine di annotare su un taccuino tutti i frammenti di memoria che si affacciano alla sua mente. Cosí, a partire da un nome di donna, ricorda l’incontro avvenuto a fine anni Sessanta con Margaret Le Coz, una ragazza ventenne frequentata a Parigi e amata intensamente per alcuni mesi. Con Margaret, Jean ha condiviso il sentimento di essere seguito, spiato, aspettato ogni giorno, o meglio braccato. Lei da un uomo dal viso magro, gli zigomi butterati e un abito sempre troppo stretto: un certo Boyaval; lui da una donna crudele dai capelli rossi, forse sua madre. Margaret è una giovane donna bella e misteriosa, vulnerabile, segreta, silenziosa. Di lei si sa soltanto che è nata a Berlino, che è arrivata in Francia con la madre, che non ha mai conosciuto il padre e che è cresciuta in vari collegi. È una donna che fugge. E durante una delle sue fughe incontra Boyaval che inizia a perseguitarla. Fugge ancora, ma l’uomo non le dà tregua, cosí come la incalzano alcuni misteri che provengono dal suo profondo passato, zone d’ombra che di punto in bianco la convincono a nascondersi, ad abbandonare tutto senza avvertire nessuno. Una sera Margaret non si sente piú sicura, abbandona precipitosamente Parigi e parte per Berlino dove sparisce senza lasciare traccia. Quarant’anni dopo la partenza di Margaret, Jean Bosmans, diventato nel frattempo uno scrittore, decide di ritrovarla: parte per Berlino dove un ragazzo incontrato per caso gli conferma che una donna con quel nome possiede una libreria lí vicino. Jean si siede in un caffè all’aperto prima di andare a incontrarla. Le ultime pagine sono splendide e sembrano sollevate da un vento venuto da chi sa dove.
Patrick Modiano, nato nel 1945 a Boulogne-Billancourt, è uno dei più importanti narratori francesi contemporanei. Nel 2014 ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura. Con Rue des boutiques obscures, nel 1978 si è aggiudicato il Goncourt. È autore di numerosi romanzi e racconti, tra cui, tradotti in italiano, Dora Bruder (Guanda) e Bijou, Un pedigree, Nel caffè della gioventù perduta, L’orizzonte (pubblicati da Einaudi).
L’orizzonte – Patrick Modiano – Einaudi – L’arcipelago Einaudi – Traduzione di Emanuelle Caillat – 1ma edizione 2014 – ISBN 9788806225988 – pagine: 160 – € 14,00
molto sentita questa tua e di conseguenza “incuriosisce”
cinzia
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Patrick Modiano è uno che sa scrivere, non uno scribacchino. Ovviamente siamo in Italia…
beppe
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