VENDETTA
3a parte
di Iannozzi Giuseppe

Elysian Fields by Chatterly
Elysian Fields è opera di Valeria Chatterly Rosenkreutz
Qui la 1ma parte: VENDETTA – di Iannozzi Giuseppe– 1a parte
Qui la 2nda parte: VENDETTA – di Iannozzi Giuseppe – 2a parte
VIII.
Superati gli uffici amministrativi è sol più questione di tempo. Di Vendetta.
La rabbia è in circolo nelle vene. Sono più animale che uomo.
Potrebbero esserci degli innocenti qui, in questo cazzo di buco?
Forse. Ma è più probabile di no.
Accolgo in me l’immagine di Melissa. E’ sbiadita. Un fantasma.
Ci metto niente a scivolare dentro al capannone.
L’odore dolciastro del sangue mi ferisce le narici.
Stanno operando. Asportano organi umani. Non hanno pietà. Io non ne avrò per loro, costi quel che costi.
Li vedo.
C’è una tenda, un lettino, un paio di flebo, una bombola. Sul lettino c’è un uomo. Gli hanno già aperto la pancia.
Sono in due. No, in tre. C’è anche una donna.
Non indossano camici né altro. Solo il bisturi è nelle loro mani.
Non sentiranno dolore, anche se mi piacerebbe torturarli a morte. Non posso però permetterlo. La loro morte dovrà essere veloce, chirurgica.
Mi muovo in punta di piedi.
Quelli continuano a macellare il poveraccio.
Uno ha giusto il tempo di esplodere un “Ah!”, che già ha la gola tagliata da orecchio a orecchio. L’altro cerca di difendersi puntandomi il bisturi contro. Glielo faccio volare insieme alla mano.
Non riesce a credere ai suoi occhi. Prima che possa urlare, gli taglio la gola. Un lavoro chirurgico, da perfetto macellaio. I due bastardi sono a terra, come se mai fossero stati vivi. Sembrano dei manichini affogati nel sangue.
La donna è paralizzata dal terrore. Il bisturi le scivola dalle mani.
Vorrebbe piangere, gridare, invocare pietà, ma dalla sua bocca esce solo un sibilo. Le manca l’aria. E’ caduta preda del panico più nero.
Mi avvicino a lei e senza pensarci su le caccio il coltello nello stomaco, bene a fondo. Dalla bocca schiuma generosi fiumi di sangue. La stronza fatica a morire. In ginocchio cerca d’abbracciarmi. Assurdo! Le pianto la lama in mezzo al cranio.
Guardo il poveraccio che stavano svuotando degli organi.
Non posso fare niente per lui. E’ andato.
Mi faccio il segno della croce, senza sapere neanche io perché.
IX.
Ho perso la mia umanità?
Sono tale e quale a loro o ancor peggio?
Non è importante. Non ho tempo per rispondere a queste domande oziose che si sono scavate una breccia nella mia mente.
Per colpa di una minima distrazione, un proiettile mi colpisce.
Il ginocchio della gamba destra è andato.
Non urlo.
Non posso permettermi di sentire dolore.
La colpa è mia che ho lasciato che delle domande… Non sono stato abbastanza freddo così come mi ero ripromesso. Adesso ne pago le conseguenze. E’ giusto.
Io sono qui per far fuori chi mi ha portato via la gioia: Melissa.
Non cado a terra, alzo invece lo sguardo per individuare chi mi ha colpito.
Eccolo.
Spara ancora e ancora, ma mi sono già portato lontano dalla traiettoria di fuoco.
Trascino la gamba.
Quello mi intima l’altolà.
Mi spara contro una pletora di epiteti. Gli rispondo lanciandogli il coltello in mezzo alla fronte.
andiamo bene….
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Che ti aspettavi? E’ un thriller, vale a dire uno scritto che fa rabbrividire. E’ un genere letterario anch’esso, e va per la maggiore. Solitamente non scrivo così, ma avevo voglia di scrivere un breve thriller, giusto per divertirmi coi cliché che si usano.
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A della rabbia va compreso il perchè, ecco perchè non dobbiamo rabbrividere
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La rabbia chiama e chiede rabbia. E’ una fiamma che non si estingue e chi ce l’ha dentro, come il protagonista di questa storia, non può che odiare quelli che hanno ucciso sua moglie, la sua unica gioia. Non giustifico la rabbia, racconto la rabbia di chi ha perso tutto. Ed è un po’ diverso.
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Pingback: VENDETTA. Di Giuseppe Iannozzi – 4a parte – illustrazione di Valeria Chatterly Rosenkreutz | Iannozzi Giuseppe – scrittore e giornalista