Vrykolakas. Un racconto di Ninni Raimondi

Vrykolakas. Un racconto di Ninni Raimondi

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E’ questa la critica all’ottimo racconto di Ninni Raimondi che ho lasciato nel box commenti del suo blog. I commenti sono qui chiusi, indi per cui leggete e commentate il racconto dal titolo Vrykolakas e molto altro ancora a questo indirizzo: lordninni.wordpress.com

iannozzi giuseppe

sepulcro

sepulcro

Quel che mi affascina e che, in un certo modo, mi terrorizza, è dato dal fatto incontrovertibile che il Male, qualunque sia la sua forma, sempre sopravvive all’uomo e alla mortalità. Sopravvive all’uomo che non è di certo un dio, e che però, nel corso dei millenni, si è macchiato di così tanti oscuri delitti che a ragione lo si può definire “un diavolo in Terra”. Già ben prima di Gesù Cristo, di quell’uomo che dicono fosse figlio di Dio, l’uomo ha schiavizzato e fatto dei suoi fratelli merce da consumare. Va da sé che l’umanità ha ben poco di umano, o meglio ancora di divino. In qualche caso sopravvive l’illusione che l’uomo sia fondamentalmente buono; io, invece, credo di no. Non sono affatto convinto che l’uomo sia buono di per sé. Il mio pensiero non è poi troppo dissimile da quello di William Golding che ne “Il signore delle mosche” bene evidenziò come l’uomo non può sottrarsi a quella che è la sua vera natura. Vero è dunque che “L’uomo produce il male come le api producono il miele”. In questo credo. E in questo racconto gotico, caro Lord Ninni, abilmente ripescando dai vampiri di Joseph Sheridan Le Fanu e Bram Stoker, par proprio tu voglia sottolineare che l’uomo, per quanto si sforzi di produrre il Bene, alla fine suo destino non può che essere quello che di accettare/covare, volontariamente o no, in sé il Male.

Accettiamo pure la fola che Sodoma e Gomorra furono distrutte dal fuoco, caro Lord Ninni. Facciamo finta che sia accaduto proprio così, come vogliono le Sacre Scritture. Nel tuo scritto il fuoco, per quanto possa esso essere purificatore, serve solo da palliativo: il Vrykolakas viene difatti consumato dal fuoco; tuttavia, per una sorta di metempsicosi, trova sua dimora nel Lord Ninni del racconto. E’ sì il tuo uno scritto che riprende e riattualizza il tema del vampirismo, ma è anche e soprattutto una abile metafora sulla tragicità in cui versa l’attuale società, una tragicità che spesse volte ho riscontrato nelle opere di Carlos Ruiz Zafón. Si può dare alle fiamme il dèmone e chi lo incarna in quel dato momento; si può lasciare che le fiamme divorino il suo sapere, sia esso vergato o no, ma non si può sconfiggere la forza dell’“amuleto”: è difatti in esso presente una forza che va ben al di là delle nostre credenze su Dio e Belzebù, sulla schiera dei dèmoni tutti. Alla fine, gli uomini tutti finiscono – chi prima chi dopo – con l’assumere le sembianze di ciò che disprezzano e di cui nutrono profondo orrore. Il Male riplasma quell’uomo che si dice fu creato a immagine e somiglianza di Dio e gli conferisce una nuova identità, e non solo. L’esteriorità, le sembianze sono lo spirito tangibile del nuovo uomo dominato da una forza oscura (belluina), che sfida il concetto stesso di Dio/Diavolo.

Viviamo tempi incerti e la sola nostra certezza è che rischiamo di diventare presto proprio ciò che non vorremmo. Questo, a mio avviso, il profondo leitmotiv del bellissimo racconto Vrykolakas di Ninni Raimondi.

Informazioni su Iannozzi Giuseppe

Iannozzi Giuseppe - giornalista, scrittore, critico letterario - racconti, poesie, recensioni, servizi editoriali. PUBBLICAZIONI; Il male peggiore. (Edizioni Il Foglio, 2017) Donne e parole (Edizioni il Foglio, 2017) Bukowski, racconta (Edizioni il Foglio, 2016) La lebbra (Edizioni Il Foglio, 2014) La cattiva strada (Cicorivolta, 2014) L'ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta, 2013) Angeli caduti (Cicorivolta, 2012)
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