Cristo la Tigre
di Iannozzi Giuseppe
L’ultimo segreto di Nietzsche
(Il ritorno del filosofo a Torino)
nelle librerie Feltrinelli a soli € 11,05
L’ultimo segreto di Nietzsche (Il ritorno del filosofo a Torino)
Beppe Iannozzi – Cicorivolta edizioni
ISBN 978-88- 97424-77-2 – pagine: 230 – prezzo: € 13,00
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0.
Alla gratuità della cattiveria umana
il sorriso di Cristo La Tigre si oppone
I.
E nel cielo – quando l’Inverno – si fa
un gioco di neve: ancora vergine
piano tocca la terra sol per sciogliersi
e diventare acqua e raccogliersi poi
nei tombini del mondo. Impallidiscono
le labbra d’una signorina e un poco tremano,
mentre sul volto di lei s’ingravida
una tiepida lacrima di dolore;
se qualcuno la vedesse capirebbe
che di Biancaneve è lei più bella.
II.
Ho sognato che un Angelo cadeva fra le mie stanche braccia. Eppure lo reggevo fra pianti e risa che il cielo sapeva dilaniare nei nostri cuori. E fra le nostre labbra un coltello di ghiaccio, una sfida – come una ferita – contro il mondo intero.
III.
Si formano gli animi,
giorno dopo giorno,
in un germoglio d’un falso
d’autore.
Insaziabili restiamo
come l’ignoranza
che più ce n’è
e più ne vogliamo,
resistendo sotto ai raggi del sole,
camuffati in mezzo all’erba,
ma con allargati sorrisi
che tosto s’infuocano in pioggia
di baci.
IV.
Collabora,
ora,
coi miei pensieri
o coi nostri sentimenti.
Ora, ora che,
che la pioggia non è su di noi
a bagnarci
ma solo il pallore della luna
a illuminarci.
V.
dio,
se c’è,
Signore e Signori,
eccolo,
è fuori,
a cena,
lontano:
ha preso una strada
che non è
sulla nostra via,
quella umana.
Come un corpo
che la schiena mostra
in ginocchio;
come una donna
che il fianco porge
e distesa resta,
ecco l’altare di dio,
mortale carne
che risposta cerca
e non trova
se non nell’incarnazione
che di sé nutre.
Nella sua inflazione.
Come un’ombra
disposta su uno spazio
che è algido marmo,
che è nascondiglio
per una croce di fiori;
come una muta preghiera,
pensata ma mai detta,
ecco la religione perduta.
Ecco la prigione di dio.
VI.
Sognami o svegliami fra le pagine del tuo diario
E poi nulla più, e poi nulla più, e poi nulla più di te
VII.
Se questi miei giorni li senti tristi
Se davvero li senti piovere e piangere
Se è vero che sei tutta la tenerezza
che ho mai osato chiederti,
Amore, ricordarti
che la vita è un pezzo di ferro
E io solo cerco di resisterti
VIII.
Piano m’inginocchierò ai tuoi piedi,
nuda anima sarò
Con le mie mani,
la testa dal busto spiccata ti donerò
come se mai fossi morto
per una lagrima
nascosta nel riflesso della tua lama
Come un fantasma
continuerò a vivere in te,
ma sempre tenendo
gli occhi chiusi sul tuo grembo
Per sempre
in questo tempo presente
uniti e divisi
IX.
Non lo so perché amo te
e non un’altra
Ma tu, sempre,
hai pronunciato il mio nome
come un vieto lutto
Io, invece,
sempre in bocca il tuo
come un carnoso frutto