La Bellezza assassinata
di Iannozzi Giuseppe
LA BELLEZZA ASSASSINATA
(Libero libro!)
Quando la bellezza assassinata,
quante e quante coltellate alle spalle?
Non le so contare, libro mai libero
Ma questa sera tu sfogliami,
aprimi le pagine, dille belle
anche se non è vero
Quando la bellezza assassinata,
cadde al suolo senza un lamento
distribuendo al mondo immondo
tutti i suoi fogli inchiostrati
Deflorata bellezza, mia sola bellezza,
così non ti posso più vedere,
non ti posso più sopportare:
in un angolo costretta a darti via
al primo di passaggio…
Deflorata bellezza, mia sola bellezza,
così non vale, così fa troppo male
Eppure nel tuo alfabeto avevo fede
e coglievo vocali e consonanti
Questa sera ti sfoglierò un’ultima volta,
aprirò le tue pagine, le dirò tutte belle
anche se non è vero, anche se non è tenero
quando la bellezza assassinata alle spalle
PETALI
Prendi, prendili
una volta
o due
questi petali
stesi al sole:
hanno il colore
del pallore,
hanno l’odore
dell’amore.
Lo sanno tutti
che non potrai
resistere
per sempre.
Prendi, prendili
una volta
o due
questi petali
e strappali…
RICORDO ZOPPO
Qualche fiore secco in tasca
e qualche spartito musicale sgualcito,
e il mio violino zoppo su una corda:
te l’avevo detto che avevo ben poco
Non mi hai creduto quando i petali
che in estate avevo raccolto,
li ho persi nel vento della Piazza Rossa
Non mi guarderò indietro,
crollano i palazzi e i muri
e io voglio di più
E io voglio qualcosa di più,
non queste tristi
poche copeche fra le mani
mentre mi penetra le ossa il freddo
Angela, chiudi la porta!
Fa freddo,
più di quanto osi immaginare,
e sempre qualcuno busserà
dicendoti sono io il migliore;
tu non gli credere
quando fra lingue di fuoco
e fumo vedrai il ricordo
che alimenti a mia immagine
e somiglianza
Non mi guarderò indietro
Tutto crolla,
la vita giusto un soffio
Lo sapevi che avevo poco da offrirti
Ti dico, chiudi la porta
Ti dico, apri il cuore alla vita
con un ricordo che sia sincero
Non fare come me
che lontano vado di città in città
Non fare il mio ricordo zoppo
più di quanto non lo sia già
STRADE
Addosso a noi
nevica un altro giorno di bianco
Cani alle catene abbaiano
– contro di noi –
morsi e terrore
Ci avevano promesso
che saremmo stati liberi
Mentivano
E’ ancora questa città di grigi palazzi
E’ ancora questa paura di uscire in strada
Con un viola fra i capelli
lei attende che qualcuno arrivi
Lei vuole solo lasciarsi tutto questo
alle spalle
Scortico il vento
Mi lascio mezzo seppellire
dal bianco
E affronto poi la strada
solo per incontrarne un’altra
DA MANE A SERA
qui le stelle – monitor
qui due palle – monitor
qui Grande Fratello
non sono balle, dico che non sono
balle, grido che non sono balle
da mane a sera le mani sulla tastiera
mai un respiro che sia uno
mai una mano che stringa la mia
o un volto di donna per cui morire-vivere
qui è sempre uguale
e il cielo non lo so più com’è
mi hanno detto che è ancora blu
mi hanno detto che è sempre lassù
ma io sono in una scatola
e il mondo non me lo ricordo più
… non troppo bene
davanti alla macchinetta del caffè
resto a discutere del più del meno
dico “resistere, resistere, resistere”
dico “domani le stelle”
e sono sempre qui da mane a sera
davanti a un monitor, mani sulla tastiera
da mane a sera
da mane a sera la notte
e il giorno si confondono in me
mentre io mi addormento
sognando di fuggire da qui
sognando di vedere il cielo blu
la bellezza assassinata mi ha procurato un’emozione profonda.
cinzia
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Lo sapevo, cara Cinzietta. E’ quella di stampo più coheniano. Ma anche le altre credo non siano male. 😉
bacione
beppe
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