Il Grande Vuoto
Giuseppe Iannozzi
Valeria Chatterly Rosenkreuz su DeviantArt
Dammi indietro il mio sitar,
i libri degli antichi saggi
e quel giorno di pioggia
che ti mancava una bugia
Quando sono venuto
te l’ho detto chiaro e tondo,
“Sono di passaggio”;
hai taciuto,
mi hai messo in mano un rasoio
e con sguardo tagliente
hai accarezzato i miei capelli
Ho obbedito,
ci siamo poi seduti
senza scucire una parola:
fuori c’era aria di rivoluzione
Dammi indietro quel giorno,
il suono estatico del sitar
che insegnava all’anima
la ribellione e la comunione
Dammi indietro le ciocche dei miei capelli
e il Grande Vuoto dell’Universo
Quando sono venuto non ho mentito,
credevo davvero d’essere una zucca vuota,
uno che solo studiava per non capire un’acca
Ora ho bisogno di suonare,
di tornare sulla strada sotto il sole
Ho conosciuto tante malattie,
alcune potenzialmente mortali,
e sono ancora qui
Ho visto piccoli uomini spaccare teste
e ho visto i loro stupidi becchini
Ho visto monaci scivolare lungo il fiume
con la pancia gonfia d’acqua e il volto ammaccato
L’Universo ha impiegato proprio niente
per cadere nel suo Centro
Così ti chiedo di darmi indietro il sitar
Sono una zucca a metà e non vuota,
me l’hai insegnato tu immersi
nelle luci delle candele
Ma ora devo trovare il Suono Perfetto
che ci sollevi dalla Miseria
Fuori c’è più morte che rivoluzione,
non è tempo buono per la meditazione
I Beatles sono quasi tutti morti
I Rolling Stones sono neri dentro
Oh sì, sono così neri dentro
Tutti noi lo siamo
Dammi indietro il mio sitar,
le stagionate parole degli antichi saggi
e quel giorno di pioggia
che ti mancava una bugia
per dirmi “ti amo”
meravigliosa….
cinzia
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L’ho scritta parecchio tempo fa. Era sul vecchio blog, ma essendo in effetti una delle poche belle poesie che ho scritto, mi è parso doveroso metterla di nuovo online.
Grazie infinite, Cinzietta
beppe
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Pingback: Il Grande Vuoto (poesia dark – illustrazione di Valeria Chatterly Rosenkreuz) – Giuseppe Iannozzi | AMORE E MORSI
a chi ti rivolgevi Beppe?
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Non capisco.
Faccio riferimento, purtroppo, ai tanti fatti di sangue che hanno visto massacrati tanti monaci buddisti.
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cos’è che non capisci?
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lasciamo perdere.
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poi non lamentarti….
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Non mi lamenterò.
Il fatto è che spesso mi poni delle domande che non si capisce proprio dove tu voglia andare a parare.
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basta chiedermelo
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Provo a chiedertelo: che cosa è che non hai capito di questa poesia? Qual è il punto o quali sono i punti che ti risultano oscuri?
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ho capito solo questo: ” e quel giorno di pioggia
che ti mancava una bugia
per dirmi “t’amo”
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