La fica all’Opera (racconto splatter) – Giuseppe Iannozzi+ promo ”Angeli caduti” (Cicorivolta edizioni) di Beppe Iannozzi

La fica all’Opera

Giuseppe Iannozzi

L'origine du monde (1866) - Gustave Courbet

L’origine du monde – Gustave Courbet

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Angeli caduti - Beppe Iannozzi su Leggere:Tutti

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«Qual cosa è più triste che la vecchiaia del vizio, soprattutto nella donna?
Non porta in sé dignità e non ispira curiosità alcuna.»
La signora delle camelie, Alexandre Dumas figlio

Passeggio tra gli avelli godendomi la freddezza degli epitaffi.
E’ l’ora del vespro.
D’attorno solo pochi scheletrici alberi piangono foglie morte. E la nebbia spolvera la terra e radi ciuffetti d’erba.
Tranquillo fischietto un’aria della Traviata di Verdi.
Tiro su il collo del mio pastrano nero.
Un freddo refolo mi pizzica gli orecchi.
In lontananza odo il bombo del bronzo: campane suonate a morto.
Mi fermo davanti a una lapide. Qualcuno ha da poco deposto dei fiori. Emanano un odore dolciastro, nauseabondo.
All’improvviso mi giunge la voce d’un soprano sottotono: “Parigi, o caro noi lasceremo,/ la vita uniti trascorreremo:/ de’ corsi affanni compenso avrai,/ la mia salute rifiorirà./ Sospiro e luce tu mi sarai,/ tutto il futuro ne arriderà”.

Subito metto la mano alla mia Beretta.
Chiunque sia non mi piace.
Non mi piace che qualcuno rovini, di punto in bianco, l’opera.
E’ una voce gracchiante, di una vecchia laida, poco ma sicuro.
Resta da capire chi diavolo è e perché è qui.
Ed eccola, una mano partorita dalla terra. Poi l’altra. E spunta la testa.
Uno zombie, il poco che rimane di Valery. La riconosco subito, tale e quale a come sempre l’ho immaginata.
Puzza di morte, di fiori appassiti.
A poco a poco sorge dalla terra, levando in aria grosse zolle di terriccio nero.
Canta. Continua a cantare nonostante sia uno zombie. Dovrebbe grugnire. Ma forse sbaglio: è solo nei film hollywoodiani che gli zombi grugniscono. Sia come sia, Valery canta ed è una maledetta tortura.
Non ho bisogno di farmi convincere, alzo la mira, punto la canna della pistola. Un colpo alla testa e l’atroce spettacolo che ho davanti andrà a farsi benedire. Prima però voglio sentire che ha da dire in sua difesa.
“Perché sei tornata, donna di malaffare?”
Lo zombie Valery mi guarda strano. Sembra non abbia capito.
Grugnisce.
E’ chiaro, vuole succhiarmi il cervello.
Non è diversa dagli zombie a cui Hollywood ci ha abituati.
Grugnisce e canta. Deve esser vivo un corto circuito nel suo cervello morto, ed è solo per questo che canta.
“Sei un disco rotto, Valery”, dico sbuffando.
Grugnisce di nuovo mostrando una chiostra di denti malsani.
Un alito mefitico mi punge le narici.
Non c’è dialogo con una donnaccia.
Sono pronto a farle saltare in aria il poco cervello che staziona nella sua scatola cranica.
Il dito ce l’ho sul grilletto.
Avanza grugnendo. Deve aver una fame del diavolo.
Si gratta la passera con una mano.
Valery si tocca.
Sento un conato di vomito venirmi su.
Si tocca la fica e sorride, o perlomeno ci tenta. Vorrebbe essere seducente.
Mi brucia la bocca dello stomaco.
‘Se questa è l’origine del mondo ce l’abbiamo in culo’, penso.
Dalla sua fica zombificata escono enormi vermi.
Faccio forza sul grilletto.
Il colpo parte.
Si pianta dritto in fronte a Valery.
Ne sparo un altro. E un altro.
Ma non va giù.
La parte superiore della scatola cranica non c’è più, ma la Traviata continua a muoversi. E sorride.
Sparo ancora. Le faccio saltare la mascella.
Sparo ancora spezzandole il collo. Quel che resta della sua testa rotola a terra.
La mia 98FS fuma. E’ calda, ben stretta nella mia mano.
Non ha più né testa né collo Valery, continua però ad avanzare grattandosi la fica.
Anche se non ha più una cazzo di faccia, non m’è difficile immaginare il suo ghigno, quello d’una donnaccia.
Grossi vermi escono dalla sua fica. Hanno musi quasi umani, simili a quelli di feti non ancora del tutto formati.
Scivolano e s’attorcigliano alle gambe della Valery zombie.
Non so che fare.
Comincio a perdere un po’ del mio sangue freddo.
Incespico, e mio malgrado faccio un paio di passi indietro.
Con gli occhi cerco ispirazione tra le tombe, tra i volti di chi fu, tra gli epitaffi. Niente di niente. Nessuno sa suggerirmi come comportarmi.
Nonostante sia io ateo bestemmio. Bestemmio ed ecco che dio o il diavolo mi viene in soccorso: su una lapide scorgo il vecchio detto “tira più un pelo di fica che…”.
Valery continua a venirmi incontro partorendo vermi dalla sua fica marcia.
Non ho dubbi.
Devo puntare la canna della pistola al centro dell’origine del mondo.
Scarico gli ultimi colpi della mia 98FS.
Lo zombie tira fuori un urlo diabolico.
Le labbra vizze della sua fica urlano dolore e disperazione prima di morire per sempre.
Valery cade sollevando in aria una nuvola di terra.

Sono madido di sudore freddo.
Mi appoggio alla lapide che mi è stata d’ispirazione e che mi ha salvato la vita.
Getto un’occhiata alla foto del defunto. Non ci si può proprio sbagliare, ha la faccia del tipico sciupafemmine. Leggo il nome sul marmo: Armando Duval. E scoppio a ridere. Armando, Armando Duval. Ai piedi della tomba riposa un mazzo esagerato di camelie.
Un fiato algido mi punge la nuca, tiro dunque su il collo del mio pastrano nero. E continuo la mia passeggiata lungo i meandri oscuri del cimitero.

Informazioni su Iannozzi Giuseppe

Iannozzi Giuseppe - giornalista, scrittore, critico letterario - racconti, poesie, recensioni, servizi editoriali. PUBBLICAZIONI; Il male peggiore. (Edizioni Il Foglio, 2017) Donne e parole (Edizioni il Foglio, 2017) Bukowski, racconta (Edizioni il Foglio, 2016) La lebbra (Edizioni Il Foglio, 2014) La cattiva strada (Cicorivolta, 2014) L'ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta, 2013) Angeli caduti (Cicorivolta, 2012)
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6 risposte a La fica all’Opera (racconto splatter) – Giuseppe Iannozzi+ promo ”Angeli caduti” (Cicorivolta edizioni) di Beppe Iannozzi

  1. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Questo post è stato censurato su Facebook. Il perché? L’origine du monde di Gustave Courbet (1866).

    Siamo alla frutta. Trionfa una ignoranza babelica.

    g.i.

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  2. furbylla ha detto:

    ah quindi ci avevo preso l’ho scritto poco fa sotto il post che mi hai lasciato che pensavo fosse questo il motivo comunque ringrazia qualche tuo contatto benpensante e moralista che ti ha segnalato……oltretutto ignorante….
    a dopo e buongiorno
    cinzia

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  3. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Ovvio che qualcuno mi ha segnalato.
    Il problema non è tanto legato a un becero moralismo, semmai a una devastante ignoranza. I cirmini peggiori sono sempre commessi nel nome dell’ignoranza, e dall’ignoranza nascono i mali della civiltà, dalla notte dei tempi.

    Bacione

    beppe

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  4. furbylla ha detto:

    la vita è una gran puttana ma forse non è peggio l’inetto uomo?
    Buongiorno
    cinzia
    p.s. mah..stamattina giracchiavo su fb e neanche afarlo apposta ho trovato in giro l’immagine incriminata..pensa uno l’ha messa addirittura come foto quella in alto grande della sua pagina di fb…e sta lì tranquillamente forse non sarà che moralismo e ignoranza non c’entrano nulla con la segnalazione che è stata fatta a te? pensaci.

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  5. tuA ha detto:

    non so Beppe se questo sia un sogno o è quello che pensi…
    c’è un contrasto tra il quadro che dà il benvenuto ai visitatori di un famoso museo parigino, un quadro che ricorda momenti felici trascorsi insieme, e il racconto che è solo distruzione di quei momenti. Il nostro Amore non è finito ma si è trasformato. Che io sia una donnaccia sei libero di pensarlo ma quello che volevi tu da me sessualmente non era più sostenibile per me. Questo non significa che ho smesso di amarti e di stimarti e di imparare sempre da te che hai una creatività unica, che nessuno degli uomini che ho conosciuto può eguagliare

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  6. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    L’intenzione di questo racconto è di usare una metafora per dire che la vita è sporca, che è una sorta di “mantenuta”, quindi non propriamente una prostituta. Una “mantenuta” che chiede e chiede e chiede: e purtroppo lo vediamo ogni giorno, tangenti su tangenti. E’ tutto metaforico in questo racconto.

    Beppe

    P.S.: La notifica che ho ricevuto da FB è che il contenuto era stato rimosso perché l’immagine offendeva la sensibiltà altrui.
    Potrebbe esser stato un dispetto da parte di qualcuno, è una possibilità. Di persone invidiose ce ne sono tante, e nel bene e nel male i miei racconti sono letti davvero da parecchie persone, alcuni hanno superato in pochissimo tempo le 5000 letture. Puo’ ben darsi che qualcuno nutra invidia.

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