Mauro Fodaroni
Bar Mattatoio o la speranza ritrovata
di Giuseppe Iannozzi
© 2012 in copertina, “Taglio netto”, illustrazione originale di Stefano Giombini
Bar Mattatoio – Mauro Fodaroni – Cicorivolta edizioni
collana temalibero – ISBN 978-88- 97424-16-1
pagine 137 – € 12,00 – pp.137
leggi un estratto del romanzo qui
A dispetto del titolo, che potrebbe forse trarre in inganno qualche ingenuo lettore, Bar Mattatoio di Mauro Fodaroni è una storia d’iniziazione alla realtà ed è anche, forse e soprattutto, una storia di amore e speranza, con non pochi incidenti di percorso. Ma quale storia d’amore non è costellata di incidenti e di fraintendimenti, di montagne da scalare a mani nude?
Bar Mattatoio conduce il lettore nel microcosmo di Michele Fanti, un microcosmo infelice senza alcuna riconoscibile prospettiva all’orizzonte. Ciononostante Michele scrive poesie e canzoni, cercando così di anestetizzare il mal de vivre e fornendogli così una via di fuga: l’espressione dei propri sentimenti è difatti tutto quel che ha.
Michele Fanti è un personaggio un po’ à la John Fante, un umile ben consapevole d’esser prigioniero d’una società da tempo votatasi a una lenta autodistruzione. Michele però non vuole finire i suoi giorni bazzicando il bar, dove da tempo sono accolti non pochi uomini che la vita gli ha spezzati. Tuttavia non sa davvero come fare per uscire una volta per tutte da quel bar, che tanto simile è a un mattatoio d’anime sconfitte nel profondo.
La vita di Michele procede senza particolari infelicità ma anche senza prospettive: un giorno accade l’irreparabile, sua madre par sia stata sgozzata dal padre in un accesso di follia. Michele precipita nel dolore più bastardo, quello che ti acceca, e così si spara in vena una dose di roba che un amico gli aveva lasciato in consegna. Michele non è un drogato. Si spara la pera in un momento di debolezza, questa è la verità. Quasi ci rimette la pelle. Finisce in ospedale.
Una volta fuori deve dimostrare a quelli del Mattatoio, e non solo, di non essere un drogato perso.
La svolta nella sua vita par arrivare con Anita, la ragazza della porta accanto. Michele non sa perché Anita, lei così tanto bella e gentile (angelicata), si sia presa bene per lui, però lei è l’unica cosa bella che la vita gli ha concesso sino ad ora. Anita si preoccupa di Michele. Prima di lei nessuno si era mai preso il disturbo d’interessarsi delle sue ambizioni. Anita sa che Michele è povero, così un giorno gli regala qualcosa per farsi strada nel mondo: un notebook. Anita è innamorata delle poesie-canzoni di Michele e lo spinge a proporsi ad editori e gruppi di discussione in Rete.
Poi, un giorno, per puro caso Michele Fanti scopre che Anita è una donnina allegra. Non può sopportarlo e subito la allontana da sé. La verità è però che lui la ama: senza di lei l’orizzonte della sua vita è vuoto. Michele non sa perché una ragazza tanto bella come Anita abbia scelto di ‘fare la vita’: non riesce a capire, non riesce proprio a immaginare quante umiliazioni ha dovuto suo malgrado subire Anita per restare e resistere in Italia.

Mauro Fodaroni
Mauro Fodaroni, con Bar Mattatoio, ci consegna una storia debolmente nichilista e bukowskiana, ma senza mai scadere nella volgarità e nella tragicità fine a sé stessa. L’autore nutre una sincera Fede cristiana, e difatti anche in Bar Mattatoio ritroviamo una pietas tutta umana e una pietas cristiana (evangelica): Anita è una sorta di Maria di Màgdala, è dunque colei che aiuterà Michele Fanti a risorgere dalle sue proprie ceneri. E’ Anita una sorta di “apostolo agli apostoli”, colei che crede in Michele, nella sua poesia, nell’immortalità del suo spirito poetico. Mauro Fodaroni spiega: “Michele non pensa alla Fede […] il protagonista ha già subito una drastica conversione – nel senso di cambio di vita – e il prete pensa più a curarlo nella mente. Quindi, in un certo senso, per Michele la Fede è una cura. Per me la Fede è un dono fondamentale per riuscire ad amare la vita.” (leggi l’intervista a Mauro Fodaroni qui)
E’ Bar Mattatoio una storia d’amore e di Fede, di iniziazione alla vita, ma è anche e soprattutto una storia di speranza nel nome dell’amore, perché per ogni uomo c’è una speranza di guarire dal mal de vivre.
Ho letto l’anteprima e il tuo commento. Mi piace. Metto nella lista dei libri da comprare. Finirò per dover comprare una casa ( magari) che sia almeno il doppio della mia. Ho libri in ogni buco. In tutto quasi 2000 volumi ma guai a chi me li tocca…Mordo !
Ciao Beppe, buona domenica
Un bacione
Giovanna
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