Jettatore ✟
Giuseppe Iannozzi
Angeli caduti
Beppe Iannozzi
Cicorivolta edizioni
ISBN 978-88- 97424-56-7
pagine: 230
© 2012
prezzo: € 13,00
“ma che ce frega ma che ce ‘mporta se l’oste ar vino c’ha messo l’acqua”
Il mio amico ha tirato le cuoia, così, di punto in bianco. Manco un saluto. Aveva fama d’esser un gran jettatore e lo era sul serio, non era un falso: se lanciava un’occhiataccia da dietro i suoi occhiali neri la sfiga s’appiccicava addosso al malcapitato per il resto della vita. Quando lui passava in strada la gente si toccava i coglioni e chi non poteva, senza pensarci su due volte, toccava quelli di chi gli stava accanto in quel momento, non era dunque raro vedere ragazze e donne mature attaccarsi al primo uomo a disposizione nella speranza di stornare la jella.
A me non m’ha jellato, mi ha voluto invece al suo fianco Sepolcro Imbiancato. S’è materializzato davanti a me e subito ha poggiato le sue mani d’un bianco pallido di cera sulle mie spalle dicendo: “Tu sei jellato di tuo, è meglio se mi resti accanto”. Non sbagliava, sono sempre stato uno che nella vita ha preso palate di merda in faccia, per cui non ci ho neanche pensato su e mi sono accodato a Sepolcro. Negli anni della nostra amicizia non abbiamo scambiato molte parole, ma occhiate tante. Non aveva bisogno di lavarsi né di cambiarsi d’abito. Il mio amico Sepolcro profumava di formalina. Era il suo odore naturale, questo l’ho capito dopo il primo giorno che m’ha voluto accanto a sé. Siamo stati insieme finché l’ha deciso lui, fino al giorno della sua morte, diciamo pure così. Il giorno che se n’è andato, giù in paese la gente ha fatto festa. Poveri stupidi.
Non piango il mio amico Sepolcro Imbiancato. Non ce n’è motivo. Seppur addormentato non è cambiato d’un pelo. Mentre lo bacio sulle labbra fredde par che sorrida. Adesso tocca a me. Prima di lasciare l’amato Sepolcro, con la mano destra, gli strizzo i coglioni.
Quando passo lungo le strade la gente si tocca e in silenzio prega, proprio come con Sepolcro Imbiancato. Lo sanno che non servirà a niente toccarsi, ma lo fanno lo stesso… l’abitudine è dura a morire. Nessuno ha il coraggio di pronunciare il mio nome, ma lo sanno bene come mi chiamo: Giuda Profeta.
Poche parole concentrate in un racconto che trasuda verità…
Adoro i racconti brevi, per intenderci massimo di una cartella. Credo che il dono della sintesi appartenga a pochi. E tu lo possiedi. Descrivere una vita in poche frasi non sempre è facile.
Anche questo “atto unico” io lo immagino su un palcoscenico. Monologo perfetto e scenografia semplice e spartana.
Con “colpo di teatro” per finale…
Serena giornata.
Giò
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P.s: Non so come sei messo a livello di copyright riguardo a questo testo, ma se ti piace il mio suggerimento dai un’occhiata qui:
http://www.passioneteatro.com/premio
Cari saluti
Giò
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oddio già mi vedevo il tutto su un palcoscenico mentre leggevo il comm di RosaOscura…bellissimo brano sarebbe realmente bellissimo monologo
cinzia
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… bellissimo scritto; quel che mi rattrista è che in realtà ci siano ancora moltissime persone che credono alla “jella”…
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Bravissimo Beppe, mi è piaciuto davvero moltissimo. Ha ragione Rosa Oscura: un racconto breve che descrive stupendamente certe credenze così dure a morire.
Ma dove sei finito? Non mi lascia più un salutino?
Un abbraccio
Giovanna
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Raccontino ibernante.
Mister King
Quante vite conosce la tua vita.
Concordo con Mr. Loto. Molte persone credono a ciò che hai scritto e descritto.
Jella!!
La forma arcaica di iella deriva da un tempo lontano e veniva scritta anticamente con la j.
Come ad esempio majonese.
La superstizione, é comunque una brutta bestia però con tutti i rimedi che sono ad essa legati, può essere un argomento allegro e divertente tipo le toccatine che tu descrivi 😉
Lo iettatore? Non ci sono dubbi:è mostrato come lo descrivi tu: arcigno, cattivo, solitario, silenzioso, magro, di colorito verdegiallognolo, leggermente curvo e con gli occhi esoftalmici e con sopracciglia folte.
Dicono che appena lo si vede si deve puntargli con l’indice e il mignolo e le altre dita della mano piegate: cioè fare le corna.
Esiste di tutto in questo mondo, vicino a casa mia c’è una signora che fa le carte, vedo sempre tantissime auto arrivare da lei; a trenta Euro alla lettura esentasse, io penso che sia straricca la signora cartomantesuperveggente.
Morale, forse bisognerebbe credere un pò di più in noi stessi, nel potere infinito che si nasconde dentro di noi e che di certo non si lascia bloccare dai pensieri negativi o cattivi di certe strane persone, a menochè non glielo si permetta ovviamente.
Buonanotte a chi passa di quì!!
♥ leKKatina a te.
Dolci sogni ♥ vany
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SVEGLIAAAAAAAAAAAAA!!!
ORSETTO BASSTARDOOOOOOOOOOOOOOOO!!! 😉
♥ vany
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Ce l’ho fatta, ce l’ho fatta a buttarmi giù dal letto, MYa GattYna IndYfesa. ♥ ♥ ♥ Sono ancora in déshabillé, ma credo che approverai. 😉
LeKKatYnEEE…
orsetto bastardissimo di VaNY
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Ti sei congelata leggendomi? 😀
La jella esiste solo per chi ci crede, per quegli individui che incontrando un loro simile lo dicono “iettatore”, vale a dire che ogni volta che incontreranno il presunto iettatore terranno comportamenti esaperati, non razionali, agitati, e così finiranno con il fare un qualche passo falso. Lo iettatore viene identificato proprio in un personaggio come tu lo hai descritto, che magari è puro uno stinco di santo, però la società sente la necessità di scaricare le proprie colpe addosso a qualcuno e così dice che è tutta colpa della jella che gli ha gettato contro lo jettatore di turno.
Ieri c’erano le streghe, o meglio c’erano delle poverine che avevano allucinazioni per via della fame e per il grano che erano costrette a mangiare che era mischiato con altri semi, tra cui anche quello dell’LSD. Loro non potevano saperlo chiaramente, avevano delle allucinazioni e per questo erano dette amanti del diavolo. Brutta storia quella dei roghi.
Quando invece si incontra una persona bella e semplice come te si dice, e non a torto, che si è di fronte a una angioletta. ♥ ♥ ♥
Siii… le leKKatine vanYtose, finalmente, ero in crisi d’astinenza. 😉 ♥ ♥ ♥
Bacetti e leKKatine orsine, MYa GattYna IndYfesa ♥
orsetto bastardissimo di VaNY
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Tu dici? Sarebbe un bel monologo?
Non l’ho pensato come un lavoro teatrale, ma potrebbe funzionare. 😉
E tu credi alla Jella, Stregaccia? 😀
Bacione,
beppe
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Se pensi che una persona sia uno jettatore, allora ti porterà jella ma perché tu di fronte a lui assumerai comportamenti esagitati. E’ un po’ come quando uno crede che un gatto nero che gli attraversa la strada porti sfortuna, o che incontrare un prete significa dolori o peggio. Non c’è una base scientifica, ma solo socio sociocomportamentale che porta l’individuo a farsi del male da sé.
beppe
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io credere alla jella ma manco morta ahahah no no non ci credo credo solo ci siano persone positive e persone negative ma che nulla possano verso di noi…provo a spiegarmi..una persona positiva mi attaccherà la sua positività e quindi un modo migliore per affrontare la vita se io glielo permetterò e così per quanto riguarda la negatività..ma la jella non c’entra nulla..sarebbe un fantastico monologo pensaci Beppaccio
Bacione
cinzia
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Non è facile scrivere racconti, soprattutto quelli brevi che abbisognano d’una cura particolare: ogni particolare deve essere dosato nella giusta misura e portare così al lettore una storia compiuta.
Non l’ho pensato per il teatro, però come lettura potrebbe anche funzionare.
Grazie infinite, Giò
Buona serata
beppe
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Ho visto. 😉 Vuoi che lo faccia partecipare al concorso? Tanto perdo di sicuro.
Non ci sono problemi di copyright. Non è un racconto che ho ancora venduto, per cui posso farlo partecipare al concorso secondo le modalità che ho giò letto.
Bacio
beppe
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