Intervista a una dittatrice fasciocomunista – di Iannozzi Giuseppe

Intervista a una dittatrice fasciocomunista

di Iannozzi Giuseppe

– Lei ha una salda reputazione di donna votata alla censura…

– Non è del tutto esatto, io applico la censura come ieri era normale castrare alla radice i più promettenti fanciullini.

– Credo di non capire.

– Ha presente Carlo Maria Michelangelo Nicola Broschi, detto Farinelli?

– Il famoso mezzosoprano, il castrato? Certo che sì.

– Ieri si castravano i giovani per introdurli nel mondo della lirica, io oggi invece uso castrare quelle voci che mi sono sgradevoli affinché non mi penetrino con le loro idee nella mia sacrissima Corte.

– Chiaro. Questo è un mero atto di censura, tipico delle dittature.

– Sta forse insinuando che io sarei una dittatrice?

– Lei non si fa scrupolo alcuno ad adoprare i tipici mezzi della censura, questo è vero, sì o no?

– Le ho già spiegato che io, in fede, castro solamente le voci indesiderate.

– Risponda alla mia domanda per cortesia: Lei adopera i mezzi della censura, sì o no?

– Non le permetto di entrare nella mia privacy.

– Cosa!!!

– Sì, nella mia cazzo di privacy.

– Lei odia gli uomini?

– Farei un bel maschilicidio.

– In che senso?

– A voi porci depravati io vi castrerei tutti quanti con le mie mani.

– Che le hanno fatto di male gli uomini?

– Sono di sesso maschile. Il maschio è il nemico.

– … da censurare …

– Le ho detto di non entrare nella mia privacy. Se ci riprova, per quant’è vero che mi chiamo Benedetta Luperini Una & Trina, la querelo in quattro e quattr’otto.

– Dunque non vuole rispondere alla domanda con un o un no.

– Mi avvalgo della facoltà di difendere la mia intimità. Lei è uno sporco maschilista, se lo lasci dire.

– E Lei è una da manicomio.

– Come si permette d’insultarmi!!!

– All’insulto ricevuto si risponde con egual conio.

– Lei è un maschilista. Lei se ne approfitta solo perché io sono una cazzo di donna. A un uomo non glielo avrebbe mai detto che è da manicomio. Al Compagno Fidel lei non ce lo avrebbe mai avuto il coraggio d’inchiappettarselo.

– Con i fasciocomunisti sono stronzo all’ennesima potenza perché loro lo sono di più, sempre e in ogni caso. E in quanto a quel coglione di Fidel, be’, non c’è bisogno che me lo inculi: non ha più un metro d’intestino che sia il suo. Sarebbe impossibile anche volendo sbatterglielo in quel posto. Dio volendo, presto sarà Cerbero a mordergli le chiappe.

– Io la maledico.

– E’ pure una fattucchiera! Lo sospettavo, devo ammettere che lo sospettavo da tempo, e oggi me lo conferma.

– Io non sono quel genere di persona.

– Dittatura, fasciocomunismo e stregoneria vanno a braccetto, dai tempi di Caligola e ancor prima. Bene, cioè male, ma così è: non intende rispondere e io non ho tempo da perdere.

– Lei mi censura perché sono una donna.

– Una cazzo di donna, come Lei ha poc’anzi ben specificato. Comunque no. E’ solo che sono stufo di sentire le sue chiacchiere piene di un ‘nulla assoluto’, ragion per cui la lascio libera di farsi leccare i piedi dai suoi cortigiani, dai suoi adorati castrati.

FINE INTERVISTA

Informazioni su Iannozzi Giuseppe

Iannozzi Giuseppe - giornalista, scrittore, critico letterario - racconti, poesie, recensioni, servizi editoriali. PUBBLICAZIONI; Il male peggiore. (Edizioni Il Foglio, 2017) Donne e parole (Edizioni il Foglio, 2017) Bukowski, racconta (Edizioni il Foglio, 2016) La lebbra (Edizioni Il Foglio, 2014) La cattiva strada (Cicorivolta, 2014) L'ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta, 2013) Angeli caduti (Cicorivolta, 2012)
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9 risposte a Intervista a una dittatrice fasciocomunista – di Iannozzi Giuseppe

  1. paolo f ha detto:

    Iannox, sei micidiale!

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  2. Felice Muolo ha detto:

    Dai troppa importanza.

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  3. romanticavany ha detto:

    Strano tipo di donna.Meglio non incontrarne di così! 😉
    Direi che questa dittatrice assomiglia alla Lipperini Loredana sbaglio?

    Dolcissimi sogni a te,a Cinzia, a Felice ed a tutti i tuoi lettori.
    Bacino ♥ vany

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  4. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Be’, sono anche Ienax. 😉 Ma questo non significa che mi prenda troppo sul serio, difatti non manco mai di prendermi per i fondelli da solo, anche in questo caso perche’ per fortuna o purtroppo sono stato anch’io, da giovane, uno che credeva in certe cose. Poi, per mia fortuna, con l’esperienza ho imparato sulla mia pelle che le bandiere sono tutte politiche e quindi sporche. Sono diventato molto più idealista e sognatore forse, in una declinazione cheguevarista.

    Aprendimos a quererte
    desde la histórica altura
    donde el sol de tu bravura
    le puso un cerco a la muerte.

    Aquí se queda la clara,
    la entrañable transparencia,
    de tu querida presencia
    Comandante Che Guevara.

    Tu mano gloriosa y fuerte
    sobre la historia dispara
    cuando todo Santa Clara
    se despierta para verte.

    Aquí se queda la clara,
    la entrañable transparencia,
    de tu querida presencia
    Comandante Che Guevara.

    Vienes quemando la brisa
    con soles de primavera
    para plantar la bandera
    con la luz de tu sonrisa.

    Aquí se queda la clara,
    la entrañable transparencia,
    de tu querida presencia
    Comandante Che Guevara.

    Tu amor revolucionario
    te conduce a nueva empresa
    donde esperan la firmeza
    de tu brazo libertario.

    Aquí se queda la clara,
    la entrañable transparencia,
    de tu querida presencia
    Comandante Che Guevara.

    Seguiremos adelante
    como junto a ti seguimos
    y con Fidel te decimos:
    hasta siempre Comandante.

    Aquí se queda la clara,
    la entrañable transparencia,
    de tu querida presencia
    Comandante Che Guevara.

    (Carlos Puebla, 1965)

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  5. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    No, non così tanta come si potrebbe erroneamente immaginare. Prendo in giro e mi prendo per i fondelli da solo: se c’è una cosa che ho imparato nella vita è di non dar troppo peso alle cose, anche alla censura, per cui l’umorismo contro per denunciare è arma a doppio taglio che non disdegno di adoperare anche nei miei confronti. Credo ancora che Albert Camus ha ragione quando rimproverava a Sartre di non denunciare gli errori del partito. Io li denuncio, perché credo nell’uomo in rivolta e quindi in una profonda autocritica.

    beppe

    beppe

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  6. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Il personaggio qui è fittizio, sicuramente accoglie pregi e difetti di tante persone che fanno cultura censurando però chi loro credono scomodo. Il personaggio di Benedetta Luperini Una & Trina, non a caso Una & Trina, accoglie i tanti difetti di tanti personaggi, o promotori culturali che dir si voglia, per cui, mi spiace per la L., ma non è lei la protagonista assoluta. Di piccole corti, di cortigiani castrati, di caffè pseudo-culturali, ce ne sono tantissimi in rete e nel mondo reale. Di cortigiani castrati che si lasciano castrare è pieno l’universo culturale, ma se non ti piace definirli castrati, un altro termine adatto – che però a mio avviso rende meno l’idea – potrebbe essere radical chic. Chiamali castrati o radical chic, la loro essenza non cambia, non ai miei occhi di uomo libero di pensare con la mia propria testa. E’ facile essere, spacciarsi per anticonformisti. Parafrasando, alla boia d’un Giuda, Pier Paolo Pasolini, se i giovani di oggi si tagliassero le barbe allora vedremmo cadere le loro maschere…

    ♥ ♥ ♥ Dolce notte a Te, Mia Adorata Agnellina.

    Bacino e lekkatina dolce dolce

    orsetto king

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  7. Felice Muolo ha detto:

    Scusa il ritardo.
    Grazie e ben alzata, Vany.

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  8. romanticavany ha detto:


    Dolci sogni a te a Felice e a tutti
    ♥ vany

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  9. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Fa’ dolci sogni, Agnellina Vany. E dà una grattatina da parte mia al piccolo Alcool. ♥ ♥ ♥

    orsetto king

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