Ucciso a calci e pugni per difendere il figlio. La vittima, un 53ennne, accerchiata da un gruppo di romeni

Ucciso a calci e pugni per difendere il figlio

La vittima, un 53ennne, accerchiata da un gruppo di romeni

a cura di Iannozzi Giuseppe

MILANO – Ucciso a calci e pugni per difendere il figlio da una aggressione. È morto così Walter Allavena, idraulico 53enne di Ventimiglia. Il delitto è avvenuto nella notte in località Torri a pochi chilometri da Ventimiglia. Secondo una prima sommaria ricostruzione, Allavena è stato accerchiato da un gruppo di romeni che prima avevano aggredito il figlio ventenne, ed è stato picchiato brutalmente. Gli uomini della squadra mobile e quelli del commissariato di Ventimiglia stanno interrogando un gruppo composto da almeno una decina di persone sospettate di essere gli autori del pestaggio mortale. Per accertare la dinamica di quanto avvenuto si stanno inoltre ascoltando cinque italiani, che sarebbero testimoni di quanto avvenuto. In commissariato c’è anche il figlio della vittima. Ha un occhio pesto, ed è visibilmente sotto choc.


Secondo quanto ricostruito, tutto sarebbe iniziato quando il figlio ventenne della vittima, che si trovava in compagnia di alcuni amici, ha avuto una discussione – sembra a causa di un cane – con alcuni giovani romeni. Tra i ragazzi ci sarebbe stata una piccola rissa, ma poi si sarebbero allontanati. I romeni tuttavia sarebbero tornati indietro, più numerosi di prima, fino a pochi metri dalla casa di Allavena, dove avrebbero rintracciato il ragazzo picchiandolo. Il padre del giovane sentendo le urla è uscito dall’abitazione ed è intervenuto per sedare il pestaggio. È a quel punto che gli immigrati si sarebbero accaniti contro Walter Allavena. Sarà l’autopsia disposta dalla magistratura a stabilire se l’uomo è morto per i calci, i pugni e le percosse subite o per aver sbattuto la testa, cadendo a terra.

Agghiaccianti i racconti dei testimoni. «Sono arrivati in gruppo ieri sera verso le 23,30 mentre eravamo ad una festa di paese. Volevano attaccar briga. Erano ubriachi. Volevano toccare il nostro cane che si è spaventato e per questo uno di noi lo ha preso in braccio. Poi hanno iniziato a picchiarci. Ce l’avevano soprattutto con Claudio, il figlio di Walter» riferisce all’uscita dal commissariato Luigi, uno degli amici di Claudio Allavena, il figlio del 53enne pestato a morte. «Il papà di Claudio è sceso e allora sono andati addosso a lui e lo hanno picchiato», conclude Luigi. «Ho sentito le urla e mi sono precipitato per vedere cosa fosse successo, ma quando sono arrivato il corpo di mio cognato era già steso a terra» ha raccontato invece un parente della vittima, Sergio Cortese. «Erano ubriachi e non sono del paese. Ho saputo che già la settimana scorsa dei romeni avrebbero avuto dei battibecchi con mio nipote Claudio e Walter stanotte era intervenuto per portarlo via». Tra le altre voci anche quella di Flavio Dario, intervenuto più volte per cercare di sedare la rissa: «Ho visto che picchiavano selvaggiamente Walter con calci e pugni. Non si fermavano. Walter è caduto a terra. Ho chiamato il 118 ed ho cercato di rianimarlo seguendo le loro indicazioni, ma non c’è stato niente da fare».

Intanto tra gli abitanti di Torri, un borgo medievale di duecento anime, a pochi chilometri da Ventimiglia, c’è sgomento per quanto accaduto. In molti stamani sono arrivati davanti all’«Osteria del nonno», il locale dove era in corso la festa e fuori dal quale è iniziata l’aggressione che si è conclusa ad un centinaio di metri, sotto l’abitazione degli Allavena.

Polizia e carabinieri stanno interrogando dieci stranieri e cinque italiani, che potrebbero essere coinvolti nel pestaggio.

I fermati sono Ciprian Marius Meuret, 32 anni; Bordano Andrei Mihut, 23; Aredelean Mihai, 19; e Sebastian Aureliano Mereut, 37, tutti residenti nella zona di Ventimiglia.
Sarà l’esito dell’autopsia, che verrà fissata domani dal pm Marco Zocco, a chiarire le cause del decesso.

Informazioni su Iannozzi Giuseppe

Iannozzi Giuseppe - giornalista, scrittore, critico letterario - racconti, poesie, recensioni, servizi editoriali. PUBBLICAZIONI; Il male peggiore. (Edizioni Il Foglio, 2017) Donne e parole (Edizioni il Foglio, 2017) Bukowski, racconta (Edizioni il Foglio, 2016) La lebbra (Edizioni Il Foglio, 2014) La cattiva strada (Cicorivolta, 2014) L'ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta, 2013) Angeli caduti (Cicorivolta, 2012)
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6 risposte a Ucciso a calci e pugni per difendere il figlio. La vittima, un 53ennne, accerchiata da un gruppo di romeni

  1. vanessa ha detto:

    Che terribili cose accadono e purtroppo troppo sovente…purtroppo non c’è più sensibilità in certi esseri umani, ecco vedi questo episodio mi manda su tutte le furie e se io fossi qualcuno tra chi ha poteri decisionali sbatterei subito questa gentaglia a casa loro o nelle loro prigioni, no’ che noi dobbiamo sempre dar da mangiare a tutti, assassini, ladri, maleducati.
    Ciao ♥ vany

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  2. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Il fattaccio è di una gravità assoluta e non perdonabile.
    Dalle ricostruzioni fatte sino ad ora è evidente che i romeni hanno agito in gruppo con la precisa intezione di uccidere.

    Ti dò ragione in pieno: questi sporchi assassini meritano solamente di essere sbattuti nel loro paese di appartenenza e di marcire per la vita nelle loro galere. Troppo facile farsi 2 mesi di galera in Italia. No, meritano le loro di galere, dalle quali si sa che entrano e non si sa se mai ne usciranno.

    Per questi assassini nessuna attenuante. Stessa cosa avrei detto se si fosse trattato di italiani.
    Gli assassini non li scuso né mo’ e né mai.

    ♥ orsetto di VaNY

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  3. cinzia stregaccia ha detto:

    vero hai ragione nelle loro…ma tanto là li rispediamo e qui ritornano mica scema la romania..
    cinzia

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  4. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Penso che alcune cose della giustizia vadano riformate. Non è questione di essere romeno o no. I delinquenti vanno tutti rispediti ai loro paesi di origine perché scontino la pena loro comminata.

    Sin tanto che in Italia si continuerà ad ospitare delinquenti di altri paesi non si risolverà mai il problema del sovrappopolamento nelle carceri né si potrà applicare giustizia, perché di fatto i criminali stranieri diventano una sorta di casta, di intoccabili qualunque porcheria combinino.

    L’italiano che rubi una mela per fame finisce in galera per direttissima e si fa tre anni almeno; e non è detto che esca vivo, con le sue gambe. Abbiamo purtroppo esempi eccellenti di giovani ragazzi finiti in carcere per una cazzata e usciti in orizzontale in una cazzo di bara.

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  5. cinzia stregaccia ha detto:

    dico rumeni perchè in questo caso sono rumeni quindi…si..concordo con te
    cinzia

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  6. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    A me era chiaro. Comunque hai fatto bene a specificare. C’è sempre qualcuno pronto a equivocare.
    Qui non è una questione di nazionalità o etnia. E’ invece un problema di giustizia affinché sia uguale per tutti sul serio. Non è che siano romeni o no, il problema è invece che gli assassini, qualsiasi sia la loro etnia, vanno rispedi…ti in cella ma a casa loro. Il sovrappopolamento delle carceri italiane è tale che non permette di applicare giustizia, anche perché non si vuole applicarla: nel caso un italiano rubi una mela per fame finisce in carcere e si becca tre anni per direttissima, la giustizia in questi casi funziona come un orologio svizzero. Quando poi è uno straniero a fare una strage e non a rubare una mela ad esempio, la giustizia italiana si blocca. Ma da Stefano Cucchi sino a Carlo Saturno, il carcere è stato capace di ammazzare senza fare una sola, dico una sola piega. Quanti giovani sono morti nelle carceri italiane? Quanti? E nessuno di questi era un assassino.

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