Giulio Mozzi e il suo calunnioso museo
di Iannozzi Giuseppe

è inutile cliccare sulla foto, è piccola
Giulio Mozzi purtroppo non legge. Se leggesse avrebbe letto che i miei pezzulli sono sempre inseriti in categorie ben definite, tra cui spiccano anche “satira”, “umorismo”, “gossip”.
Mozzi fa finta di non vedere.
Avrà bisogno degli occhiali?
E se già ne ha un paio sul naso a patata ma comunque da pinocchietto, allora forse è il caso che se li faccia aggiustare da una fatina turchina, vergine però, per la Madonna!
Il nostro pinocchietto si è dedicato il museo delle calunnie, ovvero questa cosetta qui.
Spieghiamo al pinocchietto – che s’è venduto l’abbecedario – il significato di tre paroline:
– gossip: “parlare ozioso, diceria insignificante o senza fondamento […], indifferentemente parlata o scritta, soprattutto a proposito di persone o di fatti concernenti la comunità”;
– satira: c’è una bella voce su Wikipedia, quindi il diretto interessato clicchi pure qui senza indugio;
– umorismo: il mio, il più delle volte, è umorismo surreale; il diretto interessato clicchi pure qui senza tema di venir azzannato alla giugulare.
Okay, basta con questo pinocchietto abituato a macellare Iannozzi Giuseppe (si prega il gentile pubblico di voler cliccare sul mio nome per rendersi conto della mia effettiva immensa grandezza).
La pubblicità il nostro pinocchietto l’ha avuta, speriamo dunque che ci resti chiuso dentro a chiave ad aeternum in quel suo squallido museo glossato e impiastricciato affogato in tante e molteplici calunnie tutte vergate dalla sua cinquantenaria mano.
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