La fine dei giochi

La fine dei giochi

di Iannozzi Giuseppe

fanciulla dietro la scala

fanciulla dietro la scala di Iannozzi Giuseppe

La fine dei giochi

È la fine dei giochi, amica mia,
di quelli belli e di quelli brutti
In fondo l’abbiamo sempre saputo
che la noia ci avrebbe preso per mano

È così bello avere una certezza
per quanto dolorosa
Così bello sapere che il sole
continuerà a risplendere lassù
nonostante noi e le altalene di ruggine

Quando dentro di te qualcosa va a puttane
il cuore bacia extrasistoli a ripetizione
Con l’autunno i colori bruni
e tu che non mi sai amare più – tutto questo
da sopportare senza mai sapere dove,
dove sbattere la testa

È la fine delle risate, delle scenate di gelosia,
dei baci dati in segno di pace e che eran morsi
Ha cambiato pelle tanto tempo fa il serpente
Sembra ieri, sembra ieri che andavo per boschi
in cerca d’un indizio sulla strada delle fate

È la fine dei giochi, amica mia,
d’ogni abbaglio e fantasia, per gli Déi!
In fondo l’abbiamo sempre sospettato
che l’ultima amante sarebbe stata la Morte

Tu non mi vuoi bene

Tu non mi vuoi bene
Non più
Non so bene perché
Sarà per via del Partito dell’Amore
che è partito per la tangente e anche tu
E’ così strano
il mondo quando credi d’averlo in pugno

E’ così strano
questo sole che picchia la testa
I matti escono fuori,
sputano contro il cielo la saliva
che non hanno
gridando che la fine è vicina
Le streghe solcano gli spazi
in cerca di UFO e marziani,
fanno però sempre ritorno a casa
con un pugno di nebbia e la scopa
che meriterebbe un’aggiustata

Tu non mi vuoi bene
Non lo so perché
Ma ricordo che un giorno
fui il tuo figlio adottivo,
diavolo simpatico quanto basta
Oggi è tutto cambiato
Le cavallette hanno invaso i campi,
i gelatai hanno chiuso bottega
e anche i pagliacci si sciolgono
sotto il peso della crisi delle borse
Per New York, Milano, Tokyo
non piove sul bagnato,
e anche noi qui sotto al Colosseo
ce la passiamo proprio di merda
con quaranta gradi all’ombra e in tasca
sì e no l’ombra di cinquanta centesimi d’Euro

E’ così strano
quando vieni abbandonato
Fa male perdere chi ami,
scoprirti solo come un cane sull’autostrada
E’ facile fare il passo, andare sotto i vacanzieri
e rendere l’anima a Dio con il collare e tutto il resto
E’ così strano, strano
esser stati amati e subito abbandonati al primo caldo

Un giorno mi volesti bene
e una cuccia c’era anche per me nel tuo giardino
Adesso è tutto diverso, non c’è più l’erba verde
ma solo saggina in quantità, bruciata perlopiù
Non importa, domani non sarò più
e finalmente pioggia dai tuoi occhi cadrà

Con l’estate

Con l’estate il mio piccolo amore
sta sempre e solo sotto al sole
o tra le onde del mare, tra conchiglie
e veneri da casermone; io qui da solo
invece pesco dal mazzo di carte disfatto
un bel due di picche e un gran pugno
dritto in faccia da mio fratello venuto
a ricordarmi che ogni debito va saldato

iannozzigiuseppe.wordpress.com/copyright/

Informazioni su Iannozzi Giuseppe

Iannozzi Giuseppe - giornalista, scrittore, critico letterario - racconti, poesie, recensioni, servizi editoriali. PUBBLICAZIONI; Il male peggiore. (Edizioni Il Foglio, 2017) Donne e parole (Edizioni il Foglio, 2017) Bukowski, racconta (Edizioni il Foglio, 2016) La lebbra (Edizioni Il Foglio, 2014) La cattiva strada (Cicorivolta, 2014) L'ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta, 2013) Angeli caduti (Cicorivolta, 2012)
Questa voce è stata pubblicata in amicizia, amore, arte, arte e cultura, Iannozzi Giuseppe, poesia e contrassegnata con , , , , . Contrassegna il permalink.

5 risposte a La fine dei giochi

  1. cinzia stregaccia ha detto:

    Beppe…la prima è meravigliosa mi piace tantissimo… quADERNETTO!!!!! I “bastardi” come te hanno il mio più grande rispetto…
    cinzia
    p.s hai ragione io se trovo un uccellino gli tiro il collo ahahahahahahahahaha ;))))))

    "Mi piace"

  2. vany ha detto:

    1)
    L’amore vero non teme il tempo, l’amore vero non è noia !
    L’amore non teme sguardi, non teme confini
    non si paragona ai limiti della vita non ha esigenze… se non quelle del sentire
    quello di essere palpito avvertito come vento strappato al giorno adottato dalla notte ricucito nel verbo osare amare

    che dirti, è bellissima! entra dentro, e ci resta .

    2)Dalle vibrazioni del tono deciso, sicuro, quasi categorico che King adotta in questa sua pregevole lirica sin dal distico dello incipit “ tu non mi vuoi più bene“
    Un tono che ho percepito sicuramente diverso da quello orsino, al quale siamo abituate. Un tono perentorio, inatteso, maturo, dignitoso, che ben si adatta al tormento della tua mancanza nei suoi confronti di attenzioni. “Un giorno mi volesti bene,e una cuccia c’era anche per me nel tuo giardino” , ben si adatta al tormento che fa stringere il cuore, al sapore dell’aceto su labbra arse di sete di affettuosità e, ancora, che ben si adatta anche al tormento che rode l’anima per un divieto di parola che viene disatteso da: “un domani non sarò più
    e finalmente pioggia dai tuoi occhi cadrà”, chiude con strafottenza.
    Turbolenza interiore,é la sua e rabbia, dolore ma anche tanta energia , per scuoterti dai tuoi silenzi.

    Complimenti a Cinzia come musa e a King come autore!

    3) E’ semplice, splendida e romantica, il mio genere preferito..

    Dolce serata! ♥ vany

    "Mi piace"

  3. vany ha detto:

    ♥ vany

    "Mi piace"

  4. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    La prima l’ho scritta in un momento di tristezza. Una tristezza di quelle che vengono e vanno via. Forse è l’afflato divino del poeta, di chi scrive nel mio caso, fatto sta che è venuta e l’ho scritta senza interrogarmi. L’avessi fatto avrei perso il momento magico.

    La seconda è ironica. Non per questo però non disegna lo stato attuale di confusione della nostra società e che per riflesso viviamo dentro di noi, chi un modo chi in un altro.

    La terza è romantica, sì, è come te. In fondo l’ho scritta per te, Agnellina. Non sarebbe potuto essere altrimenti.

    Merito o no tante leKKatine vanygliate? ^___^

    SMAAACKKK AMORUCCIO

    orsetto di VaNY

    "Mi piace"

  5. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Come dicevo a Vany, l’ho scritta in un momento di tristezza passeggera. Non ho potuto fare a meno di scriverla di getto. Afflato divino di chi scrive? Va’ a capire. Io so solo che ho scritto e che mi è piaciuta.

    Beppaccio

    P.S.: Mai avuto dubbio alcuno che tu non ti porti i passerotti al petto. E quand’anche lo facessi, sta’ pur certa che rimarrebbero stecchiti piume e tutto. Nel petto d’una strega, non far mai un simile affronto agli uccellini. Che poi tu lo so che te li fai in brodo. Stregaccia. 😀

    "Mi piace"

I commenti sono chiusi.