Libri stampa e zolfo
di Iannozzi Giuseppe
E’ impossibile che un uomo appartenente anima e corpo alla Chiesa Cattolica non trovi un editore pronto a baciargli subitissimo mani e piedi, quindi non ti preoccupare, mio buon Don: le rare volte che mi reco in libreria vengo sommerso da libri librettini libercoli, scartafacci di ogni sorta scritti da un prete da un parroco di periferia da un cardinale, da questo o quell’altro papa. Poi ci sono i gialli e i thriller. In un angolo la Letteratura, dove è impossibile trovare una sola, dico una sola copia decente dell’Orlando furioso di Ariosto. Questo è il livello culturale che abbiamo in questo paese di acquasantiere, di turiboli, di madonnine che piangono sangue. Di che ti preoccupi dunque? Forse che Gianrico Carofiglio, Massimo Carlotto, Nicola Lagioia o Simona Vinci ti facciano lo sgambetto? Non oserebbero né poi né mai.
Tu li ami. Li hai benedetti, li hai consigliati a destra e a manca, li hai sponsorizzati nella tua curia e li hai citati come modello d’esempio nella tua giaculatoria domenicale. Li hai chiamati in causa e loro sapranno sdebitarsi: la Provvidenza mefistofelica – roba tutta terrigena al cento per cento tanto per intenderci – ti proietterà in cima alle classifiche di vendita. Gli editori stanno già pugnando adoprando croci belle pesanti di ulivo per assicurarsi l’esclusiva di averti nel loro prestigioso catalogo. Alcuni sono già bell’e spacciati, più di là che di qua, con una croce conficcata in mezzo alle orbite degli occhi e la lingua rossa fuori penzoloni uguale uguale alla coda d’un vecchio cane rognoso preso a calci in culo.
Ora che ti ho messo l’anima in pace, mio buon Don, spero non mi verrai a raccontare che pure tu parlerai di Pasolini; di come è stato ammazzato; e del grand’uomo che fu, vicino a Dio più di quanto lui stesso credesse!
Adesso, caro Don Fabrizio, ho da bruciare un po’ di cartaccia, vecchi giornali di venti anni or sono, copie de l’Unità, del Manifesto, de La Repubblica… de L’Osservatore Romano! E’ bello alzare roghi al cielo in estate, quando il sole s’è seppellito dentro all’orizzonte lasciando nell’aria puzzo di zolfo e stampa, di aria calda stagnante.
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A volte bisognerebbe essere limitati non avere occhi per vedere, cervello per capire, anima per sentire.
Ci vorrebbe la più totale indifferenza tanto quello che non compri tu lo comprano altri quei libri che non hanno nulla da dirti e ti risucchiano tempo.
Hai ragione, non trovo nessun altro verbo per dirti che hai ragione.
Buon pomeriggio! ♥ vany
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Sapessi quanti libri futili mi passano per le mani. Rubano la mia vita, un tempo che nessuno potrà darmi indietro.
Purtroppo viviamo nella civiltà del superfluo dove a farla da padrona è la televisione, Maria De Filippi con Amici o quell’altra, com’è che si chiama!, la Clerici che trasformano l’umanità in una sorta di baraccone itinerante, di freak. E il problema è che siamo noi stessi che ci prestiamo al ruolo di essere visti e indicati come dei freak.
Coi libri è la stessa cosa.
Pochissimi sono quelli buoni che ti lasciano qualcosa dentro. La maggior parte è schifezza che ti fa male, né più né meno che se ti calassi dell’ecstasy.
Leggere bene, libri di qualità.
Leggere tanto, tutto e tutti, ogni cavolata pubblicizzata è volersi male.
Smaaackkk
orsetto di VaNY
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Buonanannina panino di burro.
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Buonanannina panino burroso.
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non sono la de filippi,laclerici o i libri che non valgono a trasformare la gente in un baraccone è la gente che guarda de filippi ec ecc perchè un baraccone lo è già per libera scelta.
mi sei mancato??? mica tanto per la verità♥
cinzia
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Se il mercato offre solamente la De Filippi e la Clerici, che può fare il pubblico?
I più furbi scelgono di non essere parte dello spettacolo messo in piedi.
Purtroppo la maggior parte allo spettacolo non sa rinunciare e accetta di buon grado di farne parte e di lasciarsi lobotomizzare.
Non ci sono alternative, perché di fatto non esistono programmi culturali come alternativa alla De Filippi.
La tv pubblica è diventata uguale e peggiore a quella privata, per cui non c’è niente da fare, dovunque posi lo squardo c’è uno squadrone di freak fasciocomunisti.
Coi libri è la stessa cosa. Vengono pubblicati un milione di schifezze ogni anno e i libri buoni, che ci sono seppur pochi, non arrivano in libreria, e quando sì nel numero di una o due copie che vengono nascoste o tenute negli scatoli, non sugli scaffali. Prova ad entrare in una libreria e dimmi che titoli vedi. I librai sono colpevoli anch’essi di proporre libracci. Devono sì pur campare, ma darsi anima e corpo agli editori, cioè a due editori che poi sono sempre la stessa solfa, Mondadori/Einaudi, è una cosa che fa gelare il sangue, almeno al sottoscritto.
♥ Ci sono, con il modem. Ma a breve non ci sarò più per un po’. Navigare con un modem a 56 è un’impresa. Per cui durante il cambio di linea, ne approfitterò per prendermi qualche giorno di vacanza, tanto più che fa un caldo che ammazza le zanzare e che in ogni caso in questo periodo fare giornalismo in rete è una cosa un po’ sprecata.
bacioni, Stregaccia ♥
beppaccio
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te ne vai in ferie beato te goditela io quest’anno nada..il caldo non ha mai ammazzato le zanzare ahahah anche qui non si resiste poi io qest’anno odio il caldo più del solito
bacio e buona giornata
cinzia
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Vado per pochi giorni. Non ti credere. Una settimana.
In ogni caso per un po’ sarò offline, causa cambio gestore.
Io ti dico che un caldo porco come questo è capace di ammazzare anche le zanzare. AH AH AH
Io odio il caldo sempre.
Sono un orsetto polare, uffa.
bacio
beppaccio
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questo è il testo che accompagna il video è una poesia di marco fraleoni
certo con il video fa un effetto diverso..
beh non mi sparire….ciao beppaccio
cinzia
Bobby er cane
Me chiamo Bobby
sò un cane bono e bello
sò ubbidiente e snello
esse fedele è er mio prezzioso hobby
mò m’è rimasto solo sto collare
e la storia mia ve vojo raccontà
pe’ du’ padroni senza dignità
e m’hanno abbandonato p’annà ar mare.
Pe’ ‘na sdrada buia camminavo
e ner mentre che penzavo
cosa fare quella sera
‘na macchina me prese
e me lassò lungo per tera.
Quell’auto se fermò e tutto un tratto
penzai: “Mò me da ‘na mano”.che modestia!
Poi vide quer fanale mezzo rotto
e incominciò a strillà come ‘na bestia:
lo vedi sicc’hai fatto
vecchio cagnaccio brutto, chi t’ha sciorto?”
enza curasse manco s’ero morto.
È lì che lo guardai in cagnesco
e penzai:“Sì mò me arzo,mò ce provo
ma me sà che n’ce riesco”
e ce provavo… gnente,
ce riprovavo,ma sempre inutilmente
A un certo punto chiusi l’occhi
e nun intesi più nessun dolore
me strinsi forte ar petto quer collare
che un giorno m’era stato regalato
prima che fussi solo abbandonato
e me insognai quann’ero cuccioletto:
“Che nome je mettemo Buk o Bobby?”
che accortezze m’usava er mio Carletto:
“La ciotola sta qui er latte è fresco”
me se strigneva sempre forte ar petto,
ero trattato proprio come un fijo.
E ‘na cuccetta bianca
o’ sopra scritto Bobby, er nome mio.
Mò sto a morì pe’ ‘na vacanza
e a ritrovalli ho perso la speranza
ma l’unico pensiero mio
è de rivedè Carletto
e, se esistesse delli cani un dio,
de daje ‘na leccata
da me co’ tanto affetto.
Ste parole me stanno a uscì dar core,
saranno state vane,
ma io nun porto rancore.
Io sò Bobby er cane.
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Okay, adesso mi è molto più chiaro. Grazie infinite, Stregaccia.
Povero Bobby. Fedele in fondo.
E’ una bella poesia, tragica nella realtà che racconta. Proprio bella.
beppe
P.S.: Vediamo che si pò fa’! Ma me tocca de sparì pe nu pochetto.
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