José Saramago attraverso le sue parole e la sua immagine di intellettuale contro

José Saramago

(Azinhaga, 16 novembre 1922 – Lanzarote, 18 giugno 2010)

* E i marinai, domandò lei, Non è venuto nessuno, come potete vedere, Ma li avete ingaggiati, almeno, insistette lei, Mi hanno detto che di isole sconosciute non ce ne sono più e che, anche se ci fossero, non hanno nessuna intenzione di lasciare la tranquillità delle loro case e la bella vita delle navi da crociera per imbarcarsi in avventure oceaniche, alla ricerca dell’impossibile, come se fossimo ancora al tempo del mare tenebroso, E voi, che cosa gli avete risposto, Che il mare è sempre tenebroso, E non gli avete parlato dell’isola sconosciuta, Come avrei potuto parlare di un’isola sconosciuta, se non la conosco, Ma siete sicuro che esiste, Tanto quanto è tenebroso il mare. (da Il racconto dell’isola sconosciuta)

* Ho imparato in questo mestiere che chi comanda non solo non si ferma davanti a ciò che noi definiamo assurdità, ma se ne serve per intorpidire le coscienze e annullare la ragione. (da Saggio sulla lucidità)

* Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: “Non c’è altro da vedere”, sapeva che non era vero. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito. (da Viaggio in Portogallo)

* [Su Silvio Berlusconi] Non vedo quale altro nome potrei dargli. Una cosa pericolosamente simile a un essere umano, una cosa che che dà feste, organizza orge e comanda un paese chiamato Italia. Questa cosa, questa malattia, questo virus minaccia di essere la causa della morte del paese di Verdi se un vomito profondo non riesce a strapparlo dalla coscienza degli italiani prima che il veleno finisca per corrodergli le vene e distruggere il cuore di una delle più ricche culture europee. (da La cosa Berlusconi, El País, 7 giugno 2009; citato ne il manifesto, 8 giugno 2009, p. 2)

* Penso a Roberto Saviano, minacciato di morte per aver scritto un libro di denuncia di un’organizzazione criminale capace di sequestrare un’intera città e chi ci vive, penso a Roberto Saviano che ha la testa non messa a taglia ma a termine, e mi chiedo se un giorno ci risveglieremo dall’incubo che la vita è per tanti, perseguitati perché dicono la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità. Mi sento umile, quasi insignificante, davanti alla dignità e al coraggio dello scrittore e giornalista Roberto Saviano, maestro di vita. (da Il Quaderno, traduzione di Giulia Lanciani, Bollati Boringhieri, Torino, 2009)

* Trovarsi d’accordo non sempre significa condividere una ragione, la cosa più abituale è che un gruppo di persone si riuniscano all’ombra di un’opinione come se fosse un parapioggia. (da L’uomo duplicato)

* Se non siamo capaci di vivere globalmente come persone, almeno facciamo di tutto per non vivere globalmente come animali. (da Cecità)

Da “Memoriale del convento”

* Con quella mano e quell’uncino puoi fare tutto quanto vuoi, e ci sono cose che un uncino fa meglio di una mano intera, un uncino non sente dolore se deve fissare un filo e un ferro, non si taglia, né si brucia, e io ti dico che Dio è monco, e ha fatto l’universo.

* Così è, figlia mia, e quanto più si prolungherà la tua vita, tanto più vedrai che il mondo è come una grande ombra che passa dentro al nostro cuore, per questo il mondo diventa vuoto e il cuore non resiste, Oh, madre mia, che cos’è nascere, Nascere è morire, Maria Barbara.

* Dovrebbe bastar questo, dire di uno come si chiama e aspettare il resto della vita per sapere chi è, se mai lo sapremo, poiché essere non significa essere stato, essere stato non significa sarà.

* È un difetto comune degli uomini, di dire più facilmente quello che credono che gli altri vogliono sentire piuttosto che attenersi alla verità, Tuttavia, perché gli uomini possano attenersi alla verità, dovranno prima conoscere gli errori, E commetterli.

* E se il cuore non ha capito, non arriva ad esser menzogna il detto della bocca, ma piuttosto assenza.

* Forse solo il silenzio esiste davvero.

* Hanno riposato qui e là per la strada, silenziosi, né avevano di che dire, se perfino una sola parola è di troppo quando è la vita che sta cambiando, molto di più che se siamo noi che cambiamo in essa.

* Il tempo, a volte, sembra che non passi, è come una rondine che fa il nido sulla grondaia, esce ed entra, va e viene, ma sempre sotto i nostri occhi.

* Ma la vittoria della vanità non è la modestia, tanto meno l’umiltà, è piuttosto il suo eccesso.

* Nessuno può essere senza essere, uomo e donna non esistono, esiste solo ciò che sono e la ribellione contro ciò che sono.

* Oltre alla conversazione delle donne, sono i sogni che trattengono il mondo nella sua orbita.

* Quanto alla leggerezza del fardello, così dovrebbe essere ogni volta che uomo e donna portano con sé ciò che hanno, e che ciascuno di loro si porti dentro l’altro, per non dover ritornare sui loro passi, è sempre tempo perduto e basta.

* Si dice che il male non regge a lungo, anche se, per la fatica che si porta dietro, a volte sembra di sì, ma quello su cui non c’è dubbio è che non dura il bene per sempre.

* Tutto il sapere è in Dio, Così è, rispose il Volatore, ma il sapere di Dio è come un fiume d’acqua che corre verso il mare, è Dio la fonte, gli uomini l’oceano, non valeva la pena di aver creato tanto universo se non dovesse essere così.

* Tutto nel mondo sta dando risposte, quel che tarda è il tempo delle domande.

* Un uomo ha bisogno di fare la sua provvista di sogni.

* Usa ciascuno gli occhi che ha per vedere ciò che può o che gli consentono, o solo una piccola parte di ciò che desidererebbe, quando non è per semplice opera del caso.

Da “Il vangelo secondo Gesù Cristo”

* […] Allora Gesù capì di essere stato portato all’inganno come si conduce l’agnello al sacrificio, che la sua vita era destinata a questa morte, fin dal principio e, ripensando al fiume di sangue e di sofferenza che sarebbe nato spargendosi per tutta la terra, esclamò rivolto al cielo dove Dio sorrideva, Uomini, perdonatelo, perché non sa quello che ha fatto.

* Anche se non puoi entrare, non allontanarti da me, tendimi sempre la mano anche quando non ti è possibile vedermi, se tu non lo facessi, mi dimenticherei della vita, o sarebbe la vita a dimenticarsi di me.

* Com’è successo, com’è successo, è un pensiero che ci soccorre sempre di fronte a ciò per cui non v’è rimedio, domandare agli altri come è accaduto, una maniera disperata e inutile per distrarci dal momento in cui dovremo accettare la verità, proprio così, vogliamo sapere com’è successo, ed è come se ancora potessimo sostituire la morte con la vita, al posto di quanto è successo ciò che sarebbe potuto essere.

* Guarderò la tua ombra, se non vuoi che guardi te, gli disse, e lui rispose Voglio essere ovunque sia la mia ombra, se là saranno i tuoi occhi.

* Né tu puoi farmi tutte le domande, né io posso darti tutte le risposte.

* Nessuno ha compiuto tanti peccati in vita da meritare di morire due volte.

* Qual è quell’ape che può dire, Questo miele l’ho fatto io.

* […] Perché il bene che io [Dio] sono non esisterebbe senza il male che sei tu [Diavolo], un bene che dovesse esistere senza di te sarebbe talmente inconcepibile che neppure io riesco a immaginarlo, insomma, se tu finisci, finisco anche io, perché io sia il bene, è necessario che tu continui a essere il male, se il Diavolo non sussiste come Diavolo, Dio non esiste come Dio, la morte di uno sarebbe la morte dell’altro.

* Capita spesso che non facciamo le domande perché non saremmo ancora pronti per udire le risposte, o semplicemente perché ne avremmo paura. E quando troviamo il coraggio di formularle, non è raro che non ci rispondano.

* Camminava Gesù lungo una strada di campagna quando avvertì una certa fame e, scorgendo in lontananza un fico ben fronzuto, andò a vedere se per caso non trovasse qualcosina, ma, arrivato sotto la pianta, non vide altro che foglie, giacché non era tempo di fichi. Disse allora, Non nasca mai più frutto da te, e all’istante l’albero si seccò. Disse Maria di Magdala, che era con lui, Darai a chi ne avrà bisogno, non chiederai a chi non avrà nulla. Pentito, Gesù ordinò al fico di risuscitare, ma quello era definitivamente morto.

Da “La caverna”

* Anche le idee sbagliate possono essere belle.

* Autoritarie, paralizzanti, circolari, a volte ellittiche, le frasi a effetto, dette anche scherzosamente briciole d’oro, sono una piaga maligna, tra le peggiori che hanno infestato il mondo. Diciamo ai confusi, Conosci te stesso, come se conoscere se stessi non fosse la quinta e più difficile delle operazioni aritmetiche umane, diciamo agli abulici, Volere è potere, come se le realtà bestiali del mondo non si divertissero a invertire tutti i giorni la posizione relativa dei verbi, diciamo agli indecisi, Comincia dal principio, come se quel principio fosse il capo sempre visibile di un filo male arrotolato che bastasse tirare e continuare a tirare per giungere all’altro capo, quello della fine, e poi, tra il primo e il secondo, avessimo tra le mani una linea retta e continua dove non c’era stato bisogno di sciogliere nodi né di districare strozzature, cosa impossibile che accada nella vita dei gomitoli e, se ci è consentita un’altra frase ad effetto, nei gomitoli della vita.

* Che ne sarà di noi se il Centro deciderà di non comprare più, per chi ci metteremo a fabbricare stoviglie se sono i gusti del centro a determinare i gusti di tutta la gente?

* Chi pianta un albero non sa se ci finirà impiccato.

* Due debolezze non fanno una debolezza maggiore, ma una forza nuova.

* La differenza tra la parola dell’artigiano e un comandamento divino sta nel fatto che per quest’ultimo c’è stato bisogno di metterlo per iscritto, e malgrado ciò con gli incresciosi risultati che si conoscono.

* Lì rimasero per più di due ore il cane e il suo padrone, ciascuno con i propri pensieri, ormai senza lacrime piante dall’uno e asciugate dall’altro, chissà, forse in attesa che la rotazione del mondo rimettesse tutte le cose ai loro posti, senza dimenticarne qualcuna che fino ad ora non è ancora riuscita a trovare il proprio.

* La gioventù non sa quel che può, la maturità non può quel che sa.

* Ogni persona è un silenzio.

* Sapremmo assai di più della complessità della vita se ci fossimo applicati a studiare con determinazione le sue contraddizioni, invece di perdere tanto tempo con le identità e le coerenze, le quali hanno il dovere di spiegarsi da sole.

* Se ti piantano un coltello in pancia, che almeno abbiano la decenza morale di mostrarti una faccia che sia adeguata all’azione assassina, una faccia che trasudi odio e ferocia, una faccia di furore demente, addirittura di freddezza disumana, ma, per amor di Dio, che non ti sorridano mentre ti stanno squarciando le budella.

* Si dice che ogni persona è un’isola, e non è vero, ogni persona è un silenzio, questo sì, un silenzio, ciascuna con il proprio silenzio, ciascuna con il silenzio che è.

* Una cosa è quello che porta il giorno, e cosa ben diversa è quello che noi, da soli, portiamo al giorno, La vigilia.

Da “Cecità”

* Arriva sempre un momento in cui non c’è altro da fare che rischiare.

* Con l’andar del tempo, più le attività di convivenza e gli scambi genetici, abbiamo finito col ficcare la coscienza nel colore del sangue e nel sale delle lacrime, e, come se non bastasse, degli occhi abbiamo fatto una sorta di specchi rivolti all’interno, con il risultato che, spesso, ci mostrano senza riserva ciò che stavamo cercando di negare con la bocca.

* È di questa pasta che siamo fatti, metà di indifferenza e metà di cattiveria.

* I buoni e i cattivi risultati delle nostre parole e delle nostre azioni si vanno distribuendo, presumibilmente in modo alquanto uniforme ed equilibrato, in tutti i giorni del futuro, compresi quelli, infiniti, in cui non saremo più qui per poterlo confermare, per congratularci o chiedere perdono.

* Abbiamo tutti i nostri momenti di debolezza, per fortuna siamo ancora capaci di piangere, il pianto spesse volte è una salvezza, ci sono circostanze in cui moriremmo se non piangessimo.

* Probabilmente solo in un mondo di ciechi le cose saranno ciò che veramente sono.

* Lottare è sempre stata, più o meno, una forma di cecità.

* Ho passato la vita a guardare negli occhi della gente, è l’unico luogo del corpo dove forse esiste ancora un’anima.

* Non è solo la voce del sangue a non aver bisogno d’occhi, anche l’amore, che dicono sia cieco, ha da dire la sua.

* Com’è fragile la vita, se la si abbandona.

* Con le budella in pace chiunque può avere delle idee, discutere, per esempio, se esista un rapporto diretto fra gli occhi e i sentimenti, o se il senso di responsabilità sia la naturale conseguenza di una buona visione, ma quando la tortura incalza, quando il corpo ci fa impazzire di dolore e angoscia, allora sì, si vede che povero animale siamo.

* Le risposte non vengono ogniqualvolta sono necessarie, come del resto succede spesse volte che il rimanere semplicemente ad aspettarle sia l’unica risposta possibile.

* Nessuno di noi, lucerne, cani o esseri umani, sa, all’inizio, tutto quello per cui è venuto al mondo.

* Giusto e sbagliato sono appena due modi diversi di intendere il nostro rapporto con gli altri, non quello che manteniamo con noi stessi, di quest’ultimo non c’è da fidarsi.

* Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono.

Da “Saggio sulla lucidità”

* Ecco cos’hanno di simpatico le parole semplici, non sanno ingannare.

* Gli esseri umani sono universalmente conosciuti come gli unici animali capaci di mentire, e se è vero che a volte lo fanno per paura, e a volte per interesse, a volte lo fanno anche perché si sono accorti in tempo che era l’unico modo che avevano per difendere la verità.

* Cautela e piedi di piombo non hanno mai fatto male a chi sta in salute.

* È interessante come spendiamo tutti i giorni della vita a congedarci, dicendo e sentendoci dire a domani, e, fatalmente, uno di quei giorni, che per qualcuno sarà stato l’ultimo, o non ci sarà più colui a cui lo abbiamo detto, o non ci saremo più noi che lo abbiamo detto.

* Non sarà mai perso il giorno in cui ci sarà stato concesso, almeno, un buon consiglio.

* Arriva sempre l’ora in cui scopriamo che ne sapevamo molto di più di quanto ritenevamo.

* …ma il comune, questo, è della città e non la città del comune, spero di essere stato sufficientemente chiaro, signor ministro, Talmente chiaro che le farò una domanda, A sua disposizione signor ministro, Ha votato scheda bianca, Come, prego, non ho sentito bene, Le ho domandato se ha votato scheda bianca, le ho domandato se era in bianco la scheda che ha depositato nell’urna, Non si sa mai, signor ministro, non si sa mai, Quando sarà tutto finito, spero di avere con lei una lunga conversazione, Ai suoi ordini, signor ministro, Buonasera, Buonasera, Avrei voglia di venir lì a darle una tirata di orecchio, Non ho più l’età, signor ministro, Se un giorno dovesse essere ministro dell’interno, saprà che per le tirate di orecchio e altri rimproveri non c’è mai stato limite di età, Che non la senta il diavolo, signor ministro, Il diavolo ha un udito talmente buono che non ha bisogno che gli dicano le cose a voce alta, Che dio ci aiuti, allora, Non vale la pena, è sordo dalla nascita.

NO OT

Informazioni su Iannozzi Giuseppe

Iannozzi Giuseppe - giornalista, scrittore, critico letterario - racconti, poesie, recensioni, servizi editoriali. PUBBLICAZIONI; Il male peggiore. (Edizioni Il Foglio, 2017) Donne e parole (Edizioni il Foglio, 2017) Bukowski, racconta (Edizioni il Foglio, 2016) La lebbra (Edizioni Il Foglio, 2014) La cattiva strada (Cicorivolta, 2014) L'ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta, 2013) Angeli caduti (Cicorivolta, 2012)
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6 risposte a José Saramago attraverso le sue parole e la sua immagine di intellettuale contro

  1. vany ha detto:

    Capperi quì c’è di tutto e di più.
    Citazioni, pagine di libro, religione, ed anticlericalismo.
    Che dirti mi sono soffermata su alcune, mi ci vorrebbe tutta sera per leggere e tutta notte per comprenderne il senso.
    Il senso, ma quale senso 1miscuglio, 1calderone di bene e di male.
    Naturalmente inutile dirti che ogni traccia lasciata in questa pagina è un pò in eccesso sia dalla parte del bene che del male.

    bonsoir mon cher
    😛 vany

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  2. cinzia stregaccia ha detto:

    un grande decisamente. Conosco cecità
    cinzia

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  3. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    Un po’ poco.
    Ieri ci sono rimasto davvero malissimo. Non me lo aspettavo. Sì, aveva quasi 88 anni e soffriva di leucemia cronica, ma era ancora così arzillo e pieno di vita che non me lo aspettavo, non così di punto in bianco.
    Inutile che dica che era uno dei miei idoli. Avevo pochi riferimenti concreti nella Letteratura contemporanea e Saramago non c’è più.

    beppe

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  4. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    E’ solo un minimo compendio, nemmeno lo 0,1 per cento delle sue idee.
    Dovresti leggere qualcosa di questo grandissimo autore, Ciccina.

    In questi giorni metterò online alcune recensioni ai libri di Saramago che scrissi tempo fa e ne aggiungerò di nuove.

    bacioni

    beppe orsetto

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